Editoriale

Milleottanta voglia di pixel

Nel corso degli anni, l’evoluzione della tecnologia ha subito diversi scossoni, alternando momenti di “silenzio” totale a grandi e repentine conquiste. In ambito gaming, grazie anche all’avvento delle cosiddette console “mid-gen”, ossia Xbox One X e PlayStation 4 Pro, il discorso evolutivo si è legato indissolubilmente a fattori quali la risoluzione e il frame rate laddove, in molti casi, rappresentano l’unico vero e proprio distacco col passato. Soltanto cinque o sei anni fa, ad esempio, era difficile immaginare di giocare con l’ausilio dei sessanta fotogrammi per secondo su console o, ancor di più, immaginare di potersi spingere oltre l’altisonante “Full HD” garantito dalla maggior parte delle macchine e dei televisori a cui erano connesse.

Oggi, tutto questo è nettamente cambiato, grazie anche ad una diffusione più massiva dei dispositivi di riproduzione che permettono il sopracitato passo avanti in termini di risoluzione e il supporto all’HDR (High Dynamic Range), capaci di offrire un impatto visivo nettamente superiore rispetto al passato. Negli ultimi tempi, però, mi è capitato – per cause di forza maggiore – di ragionare sulla possibilità di effettuare una sorta di passo indietro, di ritornare a montare un modello standard di PlayStation 4 (modello Slim, per l’esattezza), rinunciando così alla potenza di PlayStation 4 Pro.

Un downgrade inaspettatamente indolore

Inutile dirvi quanto potessi essere riluttante all’inizio, letteralmente terrorizzato di perdere la magia del 4K con conseguenze gravissime sui titoli da recuperare e quelli ancora in uscita. Ebbene, dopo circa un mese di utilizzo della nuova (vecchia) PlayStation 4 Slim, la mia idea al riguardo è nettamente mutata. Questa fame di 3840x2160p che mi attanagliava è lentamente sparita, “costringendomi” a riflettere su buona parte delle mie convinzioni in tal senso. Sia chiaro, le differenze ci sono e si notano anche ma, onestamente, il mio terrore iniziale è stato pesantemente fugato.

Tutto questo ragionare, però, ha fatto scattare in me la molla della polemica e del dibattito, focalizzando la mia attenzione proprio su questa sorta di “ansia da prestazione” che colpisce noi videogiocatori, ogni qualvolta viene rilasciato un nuovo titolo. 4K ma 30fps? Full HD ma con i 60fps? La nostra voglia di pixel è irrefrenabile, ammettiamolo, ma perché? Proviamo a parlarne insieme!

Motivazione “onorevole”: gloria al progresso!

Perché siamo ossessionati dal fantomatico 4K?  Ma perché, chiaramente, vivendo in un’epoca di progresso tecnologico continuo, in cui gli smartphone sono diventati ormai quasi dei maggiordomi e i social network hanno più occhi di Rom, il ragno ottuso, è quasi lecito aspettarsi grandi cose anche dall’ambiente videoludico.

Giunti ormai nel 2019 e saturi di nuove conquiste più o meno importanti, giocare al massimo delle possibilità è quasi un obbligo morale per tutti gli appassionati.

Un altro aspetto curioso della teoria dell’evoluzione è che tutti pensano di capirla!

Del resto, è impossibile negare che, al netto di tutte le dichiarazioni di circostanza, poter ammirare un comparto grafico di un certo spessore fa sempre la sua porca figura e, se ciò richiede l’impiego di macchine più potenti (e automaticamente più costose), ben venga. In tal senso, diventa fondamentale anche il discorso tecnico più approfondito e specifico che si sposta su elementi diversi ma ugualmente importanti. I nuovi hardware garantiscono performance diverse anche sotto il profilo di meccaniche quali illuminazione, fluidità ed effetti grafici in generale, rendendo certamente più appetitoso il “semplice” boost in termini di quantità di pixel. Chiaramente, è inutile specificare quanto l’esperienza ludica in sé rimanga pressoché immutata, seppur benedetta da performance tecnico/visive più elevate, ma è innegabile quanto su un piano quasi esclusivamente onirico ci si potrebbe convincere del contrario.

Ovviamente, le effettive differenze spaziano anche da titolo in titolo. Se si parla di un FPS competitivo online o di un gioco sportivo, la qualità e la resa grafica maggiori hanno una valenza nettamente più massiccia rispetto ad un “comune” titolo in single player, laddove i meno esigenti non si lascerebbero inficiare l’esperienza da una riproduzione meno soddisfacente in termini qualitativi.

Motivazione “disonorevole”: vogliamo avere l’ultimo modello di tutto, il portafogli non ci serve!

Scherzi a parte, questa cosa esiste per davvero. Molte persone sono “afflitte” da questa particolare “sindrome”, che spinge a voler acquistare in continuazione (il sottoscritto non ne è esente) l’ultimo modello di un qualsiasi dispositivo tecnologico.

Ciò è accaduto, inesorabilmente, anche con le “nuove” console, quelle che, per intenderci, hanno garantito l’arrivo del supporto al 4K, promesso, in realtà, già ad inizio generazione. In molti, diciamoci la verità, hanno acquistato le nuove console senza un’idea precisa di cosa effettivamente potessero offrire, lasciandosi trasportare dalla semplice voglia di assaporare una fetta di “next gen” anticipata. Questo, chiaramente, non vuol dire che PlayStation 4 Pro o Xbox One X non offrano vantaggi oggettivi o che non andrebbero acquistate, attenzione. In molti casi, invero, le due macchine (specialmente la seconda) riescono a portare su schermo una versione ben più pompata di uno stesso titolo, giustificando così, in parte, la spesa.

Va detto che, comunque, le due console hanno un prezzo di listino (escludendo promozioni, permute e reni vari) abbastanza superiore rispetto ai modelli “base” e che, quindi, la spesa andrebbe fatta in maniera ponderata, giacché potrebbe capitarvi (come al sottoscritto) di effettuare un downgrade e non sentirne assolutamente la mancanza.

Differenze oggettive, soggettive e considerazioni finali

Mi ha fatto riflettere moltissimo, questo mio, appunto, non sentire più di tanto l’assenza della vecchia PlayStation 4 Pro. Non potrei in alcun modo negare il fatto che l’impatto iniziale con la nuova (vecchia) macchina sia stato complesso, laddove mi sono prontamente inerpicato con l’affrontare un certo boss di Sekiro (eh già, ancora Sekiro) e, nelle prime fasi, mi è sembrato di star giocando ad un prodotto quasi diverso.

Sottostando all’ardua sentenza del frame rate, per dirne una, ho per forza di cose dovuto accettare di trovarmi di fronte ad una situazione totalmente nuova, a cui non ero più abituato.

Quasi quasi mollo tutto e divento felice

Superato il sopracitato scoglio iniziale, però, la mia felicità nel constatare una certa assenza di grosse differenze tra il classico “prima e dopo”, su una folta schiera di titoli di diversa natura, annata e tecnologia, mi ha rincuorato non poco, fomentando però, ulteriormente, i miei pensieri. All’epoca, quando ero in possesso di PlayStation 4 è valsa la pena fare l’upgrade a Pro? La risposta, onestamente, è quasi impossibile da dare, giacché (così come per il resto delle cose) la mia opinione vive di momenti a dir poco alterni. Quel che è certo è che, dopo il “fattaccio”, la mia idea al riguardo ai dettagli tecnici di un videogioco è nettamente cambiata. Questa fame di pixel, questo desiderio represso (e non) e irrefrenabile di acquistare titoli a volte anche su più piattaforme diverse, giusto per stare al passo coi tempi, è praticamente svanita, lasciando spazio ad un’idea più romantica e conservativa sulla questione. Ora me ne frego del 4K o di avere la piattaforma più potente in circolazione? No, ovviamente. Questa corsa sfrenata alla grafica più potente possibile, però, non la comprendo più così tanto bene. Negli ultimi giorni, ad esempio, sto giocando Days Gone – un titolone dal punto di vista tecnico – che mi sta soddisfacendo appieno anche sulla mia Slim, non lasciandomi rimpiangere nemmeno per un minuto l’assenza della ben più performante Pro. In buona sostanza, al netto di alcuni titoli in cui il gap è più vistoso, mi trovo ad ammettere un qualcosa che non avrei mai nemmeno immaginato: la nostra voglia di pixel è in parte ingiustificata.

Che sia PlayStation 4 Slim, Pro, Xbox One o Xbox One X l’ago della bilancia che premia in modo più o meno importante un certo titolo non è cosa riesce a trasmettere ai nostri occhi, ma ai nostri cuori. Sarà l’età che avanza che parla al posto mio? Probabilmente sì…

Salvatore Cardone

Scrivo, cucino, mangio. Spesso contemporaneamente. Necessito di più mani.

View Comments

  • Argomento spinoso, soprattutto perché sei tu che ne parli xD
    Sarò onesta: non mi interessa più di tanto l’aspetto puramente tecnico, pixel in più o pixel in meno, ma, avendo la possibilità di scegliere per me la scelta è ovvia poi (meglio avere un titolo dove ha prestazioni migliori). La differenza c’è e si vede ma alla fine non quanto di potrebbe immaginare, quindi effettuare l’upgrade da ps4 a ps4 pro secondo me è uno spreco, considerando la differenza di prezzo è il fatto che ciò che la pro offre lo doveva offrire anche la 4 base, stando a ciò che dissero inizialmente; poi a ognuno le sue opinioni...

    • Da possessore di PlayStation 4 standard, sono voluto passare alla pro..
      Ma non ho notato tutta questa grande differenza; solo un po la fluidità dei 60 fps!
      Certo, le migliorie ci sono, ma potevo benissimo farne a meno, e continuare a giocare anche con la mia ps4 standard.

  • Assolutamente d'accordo. La mid-gen, per quanto mi riguarda, non è giustificata. In ogni caso potrei prendere in considerazione l'acquisto, di una ps4 pro, perlopiù sfruttando qualche offerta promozionale, solo se ancora non ne avessi una oppure fossi costretto a sostituire il modello base per guasto.

  • La midgen è servita dal punto di vista del marketing per allineare le console ai TV 4k HDR.
    Apprezzo che non abbia aggiunto nulla a livello di CPU non spezzando realmente una generazione, apprezzo meno che alcuni giochi girino bebe solamente su midgen.

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