Editoriale

Quella volta che a Blockbuster sfuggì Netflix

⁣Immagino in diversi fra voi abbiano memoria di Blockbuster, l’enorme catena di noleggio video e giochi dove si faceva tappa una volta per una VHS, un DVD oppure l’ultimo titolo per PlayStation.

L’azienda è stata leader incontrastata nel campo dagli anni ’80 fino ai primi 2000. Essa vantava ben 9.000 negozi in tutto il mondo e oltre 80.000 dipendenti.

Ironia della sorte, all’apice del proprio successo, bussò alla loro porta un’altra azienda attiva nello stesso ambito, ma con un’occhio già diretto alla distribuzione via Internet; si trattava proprio di Netflix.

Un evento inaspettato

La leggenda narra che l’illuminazione arrivò a  Reed Hastings (il fondatore) nel 1996, mentre stava riconsegnando in ritardo una videocassetta proprio in un Blockbuster. Seccato dai quaranta dollari di multa, gli venne un’intuizione geniale. Perché non digitalizzare il noleggio e aprire un ricco negozio virtuale, dove non si pagano penali per i ritardi nella consegna ed è possibile vedere tutti i film che si vogliono, senza limiti con un abbonamento?

Detto fatto, con quattro dollari di noleggio e due di spedizione prendeva avvio il servizio. Successivamente si passò a un numero illimitato di noleggi a prezzo fisso. Le cose non andarono subito per il meglio; di fronte alle prime difficoltà questa propose al noto colosso di acquistarla e di poter gestire il lato online.

Di fronte a una proposta di “soli” 50 milioni di dollari l’affare non andò in porto. John Antioco (CEO di BlockBuster) rifiutò senza compromessi le condizioni, trattenendo a stenti una risata considerata l’offerta. Il resto è ormai storia: i primi si videro costretti a chiudere, soffocati dal dilagare di streaming e vendita online, mentre i secondi divennero una realtà senza rivali, esordendo con successo nella produzione di film e serie.

L’ultimo dei Blockbuster

A essere precisi, ha finora resistito su tutto il globo solo un centro Blockbuster a Bend (Oregon). Regione scarsamente popolata e dove i collegamenti Internet non sono così affidabili. La location costituisce di fatto una sorta di attrazione turistica per curiosi e appassionati nostalgici.

Che cosa ha determinato la vera vittoria di Davide contro quel Golia apparentemente invincibile? Ve ne sarete resi conto di quanto l’essere legati esclusivamente al mercato retail abbia influito parecchio, nonostante l’ottima presenza sui territori nel mondo. Ciò che era una “istituzione” o meglio costituiva una tappa obbligata per molti di noi è con il tempo stata dimenticata dai più, in favore di comodità e accessibilità maggiori. Va da sé che anche i prezzi nettamente più competitivi della distribuzione via Internet abbiano giocato un ruolo altrettanto decisivo come in altri ambiti.

E voi, siete soddisfatti e convinti degli attuali servizi, che vi permettono di avere tutto a portata di click, oppure sentite che vi manca ancora qualcosa di quegli anni?

Fonte: Inc

Geko

Classe '95 grande passione per tecnologia, giochi, animazione, miti e leggende.

View Comments

  • Che ricordi che ho di BlockBuster! Ricordo sopratutto i primi film in DVD videonoleggiati, il mio primo Blu-Ray (un certo Batman di Nolan e la commessa che mi guarda con aria aliena dicendomi: "ehi, lo sai che quello che stai prendendo è un Blu-Ray, vero?"), il mio primo videogioco e persino una PlayStation 2! Con la mia ragazzetta di allora, nel week-end si faceva tappa fissa al BlockBuster. Si prendevano le peggiori schifezze (o migliori, a seconda dei punti di vista), si faceva scorta di 3-4 film in DVD e via. Fino al 2005, erano presenti un paio di punti vendita nella mia zona, piuttosto vicini. Mai avrei pensato che da lì a poco avrebbero fallito. Ho ancora la mia tessera in un vecchio portafoglio che non utilizzo più. È storia d'altri tempi.

    • Grazie per la bella testimonianza ricchissima di ricordi.
      Era proprio un passaggio obbligato per gli appassionati!

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