A due anni di distanza dall’ultimo trailer dedicato al seguito di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, Nintendo torna alla carica con un nuovo video che in meno di due minuti ricorda tra le altre cose che il gioco esistite – per fortuna – e che la data di lancio è prevista per un generico 2022, in barba a tutti gli ingenui ottimisti che speravano nel 2021 come finestra di pubblicazione.
Ma il trailer è stato denso anche di immagini e spunti d’analisi che abbiamo cercato di riassumere e raccontare un frame dopo l’altro come facemmo già due anni fa. Daremo spazio ad alcune considerazioni e qualche ipotesi per capire bene dove potrà portarci questa nuova avventura di Link.
Si parte subito con Link in preda al miasma visto in precedenza che gli sta avvolgendo il braccio destro. Un particolare che già avevamo osservato nel precedente trailer e che in questo video si arricchisce di nuovi dettagli. Quello che si vede in questa sequenza è la punta di uno spadone che fa capolino nei pressi del braccio di Link. Potrebbe essere il segnale di una battaglia in corso o che sta per concludersi. Lo scenario attorno all’eroe è tetro, indice quasi sicuramente che quanto si vede sta avvenendo nella stessa grotta dove riposa la creature mummificata vista nel primo trailer.
Nei frame successivi si vede il miasma e poi la creatura in una posa di risurrezione a braccia aperte. Inizia quindi a delinearsi quello che potrebbe essere l’incipit del gioco: Link e Zelda scendono nei sotterranei del castello e risvegliano o si trovano coinvolti, loro malgrado, nel risveglio del male che era stato imprigionato lì sotto. Un parallelismo con il film la mummia è percepibile, ma si tratta pur sempre di un’ipotesi personale.
Zelda poi precipita nel buio di una voragine del terreno. Qui le speranze di vederla come personaggio giocabile o alleata costante nell’avventura di Link si fanno sempre più flebili. Inoltre il fatto lascia molti punti di domanda su come potrà impattare il suo personaggio sugli eventi.
E arriviamo al clou, a uno dei punti più importanti del trailer. Dopo un’esplosione di luce dal buio, Link cade dal cielo in una posa molto simile a quella di Zelda Skyward Sword. Non citiamo a caso questo gioco (di prossima uscita in versione HD, ndr) anche perché i punti di contatto con esso non finiscono qui. Tra le nuvole si scorgono alcune isole fluttuanti: un tema che ricorre forte, appunto, anche in Skyward Sword. Tra le nuvole in alto si scorge persino quella che potrebbe essere la cima di un’alta torre.
Tornando però a Link si vede come egli indossi degli abiti diversi da quelli visti in Breath of the Wild, abiti più semplici e una cappa sulla spalla sinistra che tornerà anche in altri momenti. I capelli di Link sembrano più lunghi, quasi come se fosse passato del tempo dall’esplorazione del dungeon sotterraneo. Il particolare più considerevole tuttavia è il braccio destro, quello invaso dal miasma in precedenza. Questo sembra essere colpito da una specie di malattia o maledizione con delle caratteristiche inumane e simili alla tecnologia ancestrale della tavoletta Sheikah.
Link plana con il paravela in un cielo notturno pieno di nuvole e isole fluttuanti e lo stacco ci porta a tu per tu con una creatura dalle fattezze rocciose. Tuttavia le pietre di cui è composta sono intagliate come se fosse una statua, un qualcosa di creato dall’uomo, e il suo movimento mostra che esso forse è tenuto insieme – e animato – dall’energia verde che nel primo trailer teneva incatenata la figura demoniaca nel dungeon e che ha poi illuminato in alcuni momenti il braccio di Link.
La dicotomia che sembra esserci tra il miasma nero e questo flusso verde acqua è forte, come se fossero due facce della stessa medaglia che tengono insieme e governano il mondo di Hyrule. Si nota che Link in questi frangenti cambia abbigliamento – eccezion fatta per la cappa già citata – ed equipaggiamento, con due scudi diversi in due momenti diversi. Insomma, un altro segno tangibile di come la diversificazione di questi possa essere similare o ampliata rispetto a quanto osservato nel primo videogioco.
Tornando al braccio di Link, questo sembra pervaso da nuovi poteri. Esso pare sostituire in pieno la funzione di gestione delle abilità speciali date dalla tavoletta Sheikah nel primo Breath of the Wild. In questo seguito i poteri sembrano aumentati con Link che pare avere il controllo del tempo – come un novello Doctor Strange – al punto da riuscire a far tornare indietro una grossa palla spinata su per una collina per poter abbattere i nemici in traiettoria. Questa presenza potenziale dei “viaggi temporali” andrebbe a collegarsi indirettamente anche con Hyrule Warriors: L’era della Calamità, e qui ci fermiamo per evitare spoiler o teorie troppo fantasiose.
I poteri di Link sembrano non essere finiti qui. Pare infatti che egli possa essere capace di tramutarsi in una forma “liquida” e poter attraversare la materia. La combinazione di questo potere con il controllo del tempo pare dargli la possibilità di risalire verso l’alto per raggiungere le isole fluttuanti.
Il trailer si chiude con il castello di Hyrule che si solleva in cielo spinto dal miasma nero visto in precedenza. Ancora una volta segnale che sia esso la causa della presenza di isole fluttuanti nel cielo.
Non vogliamo spingerci oltre sulle ipotesi e congetture per questo nuovo trailer del seguito di The Legend of Zelda: Breath of the Wild se non per un’altra osservazione in chiusura: il ciclo di vita di Hyrule. Le isole nel cielo sembrano essere punto di partenza e di arrivo della storia di Hyrule. Non a caso quindi i parallelismi e richiami a Skyward Sword, identificato come punto d’origine della timeline di Zelda, sono forti e visibili. Pare come se questo Breath of the Wild fosse la fine di un ciclo e allo stesso tempo origine di quello futuro. Ma qui la mia mente sta divagando in fantasiose congetture e ipotesi difficili da verificare, al momento. Di sicuro le premesse per una grande produzione ci sono, le novità sono già molte e la nostra attesa per questo titolo annunciato pochi giorni fa è altissima.
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