Il giocatore tipo

Il giocatore tipo: l’Hipster

Prima di tuffarci a capofitto in questa nostra rubrica, e nell’analisi dell’hipster, il nostro primo “ospite”, è necessario fare una doverosa premessa: il mondo in cui viviamo, si sa, viaggia a velocità altissime. Ciò che oggi è di moda è destinato a diventare “vecchio” in un battito di ciglia, e ciò che oggi è considerato “di nicchia” può invece diventare il trend di domani. È proprio questo che è accaduto ai videogiochi. Sin dal momento in cui il nostro medium preferito è stato sdoganato, i gamer sono usciti fuori dalla nicchia che occupavano, arrivando a diventare, col passare degli anni, un fenomeno di massa. In un passato più o meno recente, gli appassionati di videogiochi erano visti come un’unica comunità, integralmente identificabile con etichette come “nerd” e “geek” (quando andava bene) o come “azzeccati” (quando andava male).

Tuttavia, se è vero che oggi essere o professarsi nerd o geek non è più qualcosa da dire sottovoce e di cui vergognarsi, è altrettanto vero che, con l’estensione a macchia d’olio della community dei videogiocatori, si sono create delle nuove “nicchie di gamer”. Così come accaduto con altri fenomeni di massa, come ad esempio l’heavy metal, è possibile identificare diverse tipologie di giocatore, facilmente distinguibili grazie a quelle scintillanti vetrine che portano il nome di Facebook, Twitter, Instagram, ecc.

Lo scopo di questi articoli è quello di analizzare, tra il serio e il faceto, queste nuove categorie, mettendone in risalto peculiarità e contraddizioni, il tutto con abbondanti dosi di acidità e, soprattutto, di ironia ed autoironia. Perché, in fondo, i videogame sono pur sempre dei giochi, e giocare è e deve sempre essere sinonimo di divertimento.

Hipster: eterno incompreso… ed eterno rompiscatole

Un po’ come lui!

Vi ricordate ciò che ci siamo detti sulle mode e sul fatto che una nicchia di oggi può diventare la massa di domani? Bene, ciò che è accaduto con i videogiocatori è accaduto, più o meno, anche con gli hipster. I trend, si sa, sono ciclici, e spesso vanno a pescare ciò che era in voga in una particolare decade cercando di attualizzarlo, o addirittura di abbinarlo con qualcosa di completamente diverso. L’hipster ama da sempre definirsi “non convenzionale”, in tutte le accezioni possibili ed immaginabili. Se, passeggiando per strada, noterete una persona con una folta barba alla Beppe Vessicchio, occhiali con montatura evidente, in stile Romano Prodi “alla prima maniera”, con camicie a quadrettoni e scarpe di seconda mano, niente paura: non siete capitati sul set di una puntata di “Ma come ti vesti?”, ma vi siete appena imbattuti in un esponente della categoria hipster.

Se la componente estetica vi ha incuriosito, siete soltanto all’inizio. L’hipster ha un modo di intendere il mondo estremamente personale e da “eterno incompreso”, e sviluppa spesso atteggiamenti critici nei confronti di tutto ciò che è conformismo. Come citato da illustri fonti, l’hipster ha due fidati ed inseparabili compagni di viaggio: un’ironia tanto caustica quanto criptica (spesso ai limiti dell’incomprensibile) e l’orgoglio per la sua diversità. Data l’enorme passione dell’hipster medio per la tecnologia, era pressoché inevitabile il suo approdo nel mondo dei videogiochi. Arrivati a questo punto, la domanda sorge spontanea.

Come si riconosce un hipster nel mondo dei videgiochi?

Se inizia una frase con “non amo il retrogaming ma…” è sicuramente un hipster.

Se la risposta che vi viene in mente è “dare uno sguardo al suo profilo Facebook”, la nostra risposta è: no, sarebbe troppo facile. La vera essenza dell’hipster videoludico si sublima nei post, e soprattutto nei commenti, nelle community più affollate. Quando tutti parlano di God of War, di quale epoca esplorerà il prossimo Assassin’s Creed, o di chi abbia il 4K più vero tra PS4 Pro ed Xbox One X, l’hipster posta uno screenshot dell’ultimo e sconosciutissimo gioco creato dall’ultimo e sconosciutissimo studio indipendente del Lichtenstein. Perché si, è bene chiarirlo: il nostro amato hipster gioca quasi unicamente indie games! Lui non può perdere tempo con ciò che è commerciale, lui deve scoprire la vera arte videoludica dove il giocatore medio non guarda.

Siccome anche gli indie game sono però diventati un fenomeno di massa, l’hipster deve distinguersi ancora, citando i titoli più strambi e dal gameplay più incomprensibile, lanciando frecciatine a chiunque non cogliesse il senso di quanto da lui postato… e lanciando frecciatine anche a colui che provasse a comprendere quanto da lui proposto, perché, come abbiamo detto in precedenza, l’orgoglio è la seconda pelle dell’hipster.

Come sottolineato in apertura, l’hipster rifugge i block buster, di cui però, stranamente, conosce a menadito tutti i difetti, quasi come se, durante una notte di luna piena, si fosse trasformato in un casual gamer mannaro e li avesse comprati. Tuttavia, nel caso in cui dovesse “abbassarsi” a giocare un commercialissimo tripla A, o un indie uscito fuori dalla nicchia, il nostro amato hipster riuscirebbe sempre a “vedere cose che noi umani non possiamo neanche immaginare”. Lui riuscirà a vedere la lore nella scritta “Sei morto” di Bloodborne, lui riuscirà a percepire “il tocco di Kojima” prima degli altri, anche nei giochi in cui Kojima non compare nemmeno tra i ringraziamenti nei titoli di coda: perché il nostro hipster è a metà strada tra l’intenditore ed il veggente.

L’interazione social(e) dell’hipster

Da vero “techdipendente”, il nostro è sempre connesso ad Internet 24 ore su 24.

Se ad un primo impatto, l’hipster può anche suscitare una certa curiosità, sarà ben presto chiaro che interagire con lui sarà difficile quanto una partita a Campo Minato (no, “Prato Fiorito” è troppo commerciale). In post in cui tutti commentano il cambio di look di Kratos, lui spegnerà l’entusiasmo di tutti, affermando che lui porta la barba da ben prima del Fantasma di Sparta. Oppure, in un post in cui tutti lodano Nintendo per aver creato Nintendo Labo, lui risponderà che non c’è niente di originale: lui giocava col cartone prima che diventasse mainstream.

Nonostante abbiate capito la particolarità della situazione, vi diamo un consiglio spassionato: non date mai corda all’hipster, per nessuna ragione al mondo! Perché nel momento stesso in cui gli chiederete delucidazioni sul cetriolo in pixel che ha postato nel vostro gruppo Facebook, l’hipster risponderà con un wall of text di dimensioni bibliche, una Linea Maginot di lamentele, di ricordi del passato… e di frecciatine, quelle non mancano mai. La multimedialità che caratterizza il nostro amato hipster gli consente di passare con totale disinvoltura dai videogame moderni al montaggio analogico, dalla grafica fotorealistica all’”occhio della madre” di fantozziana memoria, arrivando a dire che se in Brother: A Tale of Two Sons non avete trascorso almeno due ore seduti sulle panchine presenti nel gioco ad “ammirare il panorama”, non meritate di esistere.

Un essere a metà strada tra il sognatore e l’extraterrestre.

Proprio per questa ragione, la permanenza degli hipster videoludici sulle varie community social è spesso bruscamente e prematuramente interrotta da un ban degli admin, a cui seguiranno i meritati e scroscianti 92 minuti di applausi di tutti gli altri utenti.

Tuttavia, non possiamo non spezzare una lancia a favore del nostro hipster. Nonostante quanto detto in precedenza sia certificato da studi di comprovata veridicità scientifica, l’hipster è una persona che non ha mai smesso di sognare… e di rompere. Lui sa benissimo che la vera essenza della vita umana risiede nella curiosità, e proprio questo sentimento lo porterà a percorrere le strade meno battute, mettendosi sempre alla prova, e mettendo alla prova tutti coloro che avranno il non facile compito di stargli vicino. Perché è vero che essere curiosi e sperimentare “nuovi sapori” è importante, ma se mischi Nutella e maionese, se metti l’ananas sulla pizza, sei decisamente un tipo alla ricerca di “esperienze forti”, ai limiti del traumatico… o più semplicemente sei un hipster!

 

Claudio_Albero

Gioco da quando ne ho memoria, alimentando la passione che mi ha portato a scrivere. Rifuggo ogni tipo di "normalità", e non c'è niente che un videogame non possa risolvere.

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  • Ho deciso di recuperare la rubrica "Il Giocatore Tipo" con la speranza personale di trovare un'etichetta al quale avvicinarmi tra le varie categorie descritte... Fortunatamente non sono un Hipster! 😅
    Inoltre aggiungo che, grazie al cielo, pare io non abbia mai avuto a che fare con la tipologia descritta, tendo sempre ad inasprirmi con le persone che esagerano con il continuo punzecchiare. Complimenti per la rubrica, davvero interessante. 😉🍻

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