Sekiro: Shadows dies twice mette a dura prova. E non si parla, solamente, di abilità pad alla mano.
Statisticamente parlando, le mie sessioni di gioco nel Giappone feudale hanno una caratteristica peculiare che le distingue da tutte le altre: sono sorprendentemente brevi. E’ infatti raro che io sia riuscita ad inanellare un paio di ore abbondanti di gameplay ininterrotto. Il motivo è intuibile: mi imbufalisco con la stessa facilità con cui Jason Schreier di Kotaku ottiene documenti privati di Electronic Arts.
Come ribadito in più sedi, Sekiro non fa i medesimi sconti di un Souls o di un Souls-like: il livellamento non viene concepito. Per superare i momenti critici occorre rimboccarsi le maniche, studiare i pattern di attacco degli avversari e, ovviamente, morire innumerevoli volte (e ogni volta la morte è doppia!). A mio avviso, la conseguenza primaria di questa “ardita” (sentitevi liberi di leggere “coraggiosa” o “scellerata” a seconda del vostro giudizio sull’opera) scelta di game design è che in Sekiro ogni minuto speso giocando male o con eccessiva leggerezza, come si farebbe in fase di livellamento, è un minuto buttato. Pertanto, l’unica maniera di proseguire è giocare in maniera accorta e concentrata. Quasi sempre, tuttavia, concentrazione ed imbufalimento sono stati d’animo mutuamente esclusivi. Occorre dunque una raffinata strategia.
Come andava ripetendo mia madre durante i miei anni scolastici, di fronte ad un problema complicato non c’è nulla di meglio di una sana distrazione per massimizzare le possibilità di giungere ad una soluzione (il cosiddetto “giro della sedia”). Un diversivo stimolante, fuori tema rispetto alla questione che si sta affrontando e, possibilmente, rilassante: qualcosa che consenta al cervello di continuare a lavorare nel background. Nel caso in cui il problema in questione è Sekiro, il giro della sedia non può che essere Shenmue. Vediamo perché.
Ambientato nella cittadina di Yokosuka, Shenmue narra le vicende di Ryo Hazuki. Apparentemente un comune liceale, questo ragazzo viene sconvolto dall’assassinio improvviso del padre nel dojo di famiglia. Il colpevole è un cinese chiamato Lan Di, macchiatosi di questo delitto per impossessarsi di un misterioso specchio. Il gioco ha inizio pochi giorni dopo l’evento, nel mese di dicembre dell’anno 1986.
Shenmue narra le vicende di Ryo Hazuki
Il nostro compito è accompagnare Ryo nella sua disperata e testarda ricerca di vendetta. L’urgenza e la gravità di questo compito sono sorprendentemente incapsulati in un gameplay compassato. L’emotività viene racchiusa nei dialoghi con alcuni personaggi chiave, quali Nozomi, la ragazza innamorata di Ryo (sentimento ricambiato, ovviamente), ed Ine-San, la levatrice del ragazzo. La tipica pudicizia emotiva giapponese ricopre tutto di un velo melanconico.
Nel contesto di un open-world pioniere per i suoi tempi (parliamo di un gioco per Sega Dreamcast, uscito ben prima di altri esponenti seminali del genere quali GTA 3), il tempo viene scandito da un orologio visibile a schermo.
Red Dead Redemption 2 utilizza il medesimo concetto di intelligenza artificiale indipendente dal giocatore
Alle ore prestabilite alcuni negozi chiudono ed altri aprono, dando vita ad un ciclo notte-giorno nel quale ogni NPC segue una routine giornaliera completamente indipendente dal giocatore. Tanto per dare un’idea della folle modernità di Shenmue, Red Dead Redemption 2 utilizza il medesimo principio (ovviamente più evoluto). Il risultato è un gioco profondamente immersivo ma dal ritmo lento e rilassante, che ci porta a scoprire indizi principalmente attraverso il dialogo. I combattimenti sono centellinati e sorprendentemente tecnici, poiché si basano sul vecchio picchiaduro Sega Virtua Fighter.
Oscillare periodicamente fra il Giappone feudale di Sekiro e quello di fine anni ’80 di Shenmue è una vera delizia, perché i due giochi sono ostici in maniera perfettamente complementare.
Sekiro è scandito da continui combattimenti molto impegnativi con una miriade di boss e, soprattutto, di miniboss, mentre Shenmue propone scontri brevi e diradati, spesso interamente sostituiti da sequenze di Quick Time Event (QTE). D’altro canto, Shenmue risulta frustrante per la legnosità dei suoi controlli in fase esplorativa, mentre Sekiro offre una mobilità eccezionalmente fluida e gratificante, anche per la sua verticalità.
Dopo la cinquantesima morte per mano di Genichiro sulla terrazza in cima al castello di Ashina è giusto dare tregua al lupo ferito ed a noi stessi. Meglio dunque trasferirsi a Dobuita e porre domande ai negozianti della zona riguardo la malavita cinese infiltratasi in Giappone: pare che il macellaio sia particolarmente informato a riguardo. Occorre dunque fargli visita prima dell’orario di chiusura, altrimenti si deve provare il giorno dopo. Forse, nel frattempo, si può riprovare a ragionare con Genichiro.
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Articolo interessante!anche io spesso alterno un titolo più frustrante ad uno più rilassante. Per esempio ho approcciato da poco Bloodborne (senza mai aver giocato ad un souls) e quando sbatto la testa al muro lancio the witness 😁
Beh, The Witness è rilassante fino ad un certo punto :D
Ottima cosa! Bloodborne e' bello tosto da neofita di From ma vale la pena!
Con The Witness ho semplicemente il tempo di pensare rispetto a Bloodborne 😁 al pari dell'esempio di Sekiro e Shenmue, sono due titoli che hanno una difficoltà diversa ma che nel mio caso si sposano perfettamente per evitare quella sensazione di non divertimento che potrebbe capitare insistendo su un titolo tosto senza prendersi una pausa!
Si, incaponirsi non serve e non aiuta
In passato amavo alternare diversi giochi nello stesso periodo.
Ora invece preferisco concentrarmi in maniera esclusiva( ossessiva?🤣)su un solo titolo fino ad averlo sviscerato a dovere.
Ognuno ha il suo metodo fidato :)
Buona soluzione quella di giocare due giochi totalmente differenti per scaricare la tensione di una sull altro penso di averlo fatto anche io, io però ho proprio cambiato console spegnendo la ps4 e accendendo la switch.
Comunque devo dire che inizio ad attendere L uscita di Shenmue 3 dopo averlo finanziato (3?!) anni fa. Peccato solo che il volto di Ryu non riesco a farmelo piacere a differenza di quello di certi npc
Perl'uscita del terzo avro' finito il secondo Shenmue e credo che saro' molto curiosa anche io.
Al momento ho talmente poco tempo è talmente tanto stress che mi tengo alla larga da Sekiro. Però questa soluzione del “giro della sedia” la utilizzo anche nel mio lavoro con una certa efficacia. Bell’idea comunque è bel pezzo!
Grazie Leo! Si, meglio fare gli Shinobi quando si ha un attimo di calma senno' e' praticamente impossibile!
Per il tempo che riesco settimanalmente a dedicare alla mia cara console, è davvero raro il bisogno di intervallare un gioco ostico, con un gioco tranquillo. Tuttavia questa meccanica ha salvato la mia televisione un bel po' di volte. 😂😏
Esattamente.
Giulia. Leggendo l'articolo e confrontandomi con un nickname che non riuscivo a collegare alla tua persona, non ti avevo riconosciuto. Certo lo stile di scrittura mi doveva portare a te... Brava come sempre. Molto interessante questo parallelo!
Grazie mille! devo cambiare la firma dell'articolo :)
Assolutamente d'accordo, solo il pad sa quante morti contro quel "buon figliuolo" di Genichiro.
Riprovo il giorno dopo, tranquillissimo, ucciso al primo tentativo :D
Alla grande, e' proprio cosi'!