Quante volte vi è capitato di pensare che in Italia non si sviluppino abbastanza videogiochi e che gli indie già esistenti non riescano a rivaleggiare con quelli delle produzioni estere? Quante volte vi siete trovati a fare il tifo per piccole realtà videoludiche nostrane, nella speranza che un dato titolo riuscisse a fare il botto e a portare in alto un po’ di sano onore italiano? Quante volte avete pensato che, nonostante l’impegno di alcuni team indipendenti, non sia giusto che i videogames in Italia non vengano ancora visti dai media generalisti come prodotti artistici a tutto tondo?
Ci rendiamo ovviamente conto che, in un mercato governato da titoli Tripla A che compaiono a rotazione settimanale sugli scaffali fisici e digitali, sia più difficile per il grande pubblico entrare in contatto con realtà indipendenti nazionali. È innegabile, infatti, che la mole di nuove uscite tenda a confondere le acque, impedendo a tutte produzioni indie (italiane e non) di ottenere il meritato successo, ma negarne l’esistenza potrebbe essere un grave errore. Per venirvi incontro e per aiutarvi nell’individuare piccole gemme che potreste esservi persi, noi di Gameplay Café abbiamo deciso di scrivere un articolo che vi possa dare un consiglio per ogni stagione dell’anno. Ci teniamo a ricordarvi, infine, come in Italia esista una magnifica realtà chiamata AESVI, ovvero l’Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani, che non solo si occupa di rappresentare, promuovere e tutelare gli interessi collettivi del settore, ma che dal 2001 ha saputo crescere in modo esponenziale, stringendo collaborazioni direttamente con Sony Computer Entertainment, Nintendo e Microsoft. Una realtà tanto bella, quanto importante da conoscere e che ci sentiamo di supportare in ogni loro iniziativa.
Visto il periodo dell’anno nel quale ci troviamo, ci sembrava giusto partire con un titolo capace di farvi sentire il profumo di foglie secche che cadono, mentre il fumo esce dalla vostra bocca in attesa di tornare a casa. Una casa che, ci auguriamo, non sia la villa di Richard Felton, misterioso individuo che sembra nascondere più di qualche segreto in Remothered: Tormented Fathers, titolo sviluppato da Chris Darrill e dai ragazzi di Stormind Games. In questo splendido prodotto tutto italiano, interpreteremo Rosemary Reed, una ragazza alla ricerca d’informazioni sulla scomparsa di una bambina di nome Celeste. Ovviamente le cose si complicheranno molto rapidamente e per la signora Reed giungerà presto il momento nel quale rimpiangerà di essere entrata in contatto con Richard Felton.
Remothered: Tormented Fathers è un survival horror capace di entrarti nelle ossa, di farle a pezzi dall’interno e di farti anche piacere l’esperienza.
Muoversi di soppiatto in una villa che profuma di legno e stoffa antica, mentre la luce di qualche piccola fiammella tremula vi accompagna nell’esplorazione, potrebbe essere una di quelle esperienze videoludiche che non vorreste perdervi. Dimenticatevi pistole, fucili e combattimenti contro gli zombie. Nel titolo Stormind Games sarete spesso indifesi e braccati, cosa che vi spingerà a trovare riparo dietro ogni possibile elemento dello scenario, nella speranza di non essere visti dai vostri inseguitori.
Accendete il caminetto, spegnete tutte le luci, avvolgetevi con una coperta e prendetevi qualche serata per scoprire come noi italiani, dopo aver rivoluzionato l’horror nel cinema, possiamo insegnare molto anche nello stesso genere applicato all’industria videoludica.
Vi ricordate quando, nello scorso paragrafo, vi dicevamo di scordarvi armi e zombie?! Beh, i ragazzi di Invader Studio vi chiedono di prepararvi per l’inverno facendo scorte di munizioni, fucili e granate, per evitare che i terribili infetti possano superare la coltre di neve fino a raggiungere le vostre abitazioni. Daymare 1998 è un titolo al quale dobbiamo tutti molto, perché non solo si è dimostrato un prodotto capace di elevare il concetto di “indie” per il mercato italiano, ma perché senza di lui non sarebbe mai esistito quel Resident Evil 2 Remake che, a gennaio dello scorso anno, ha conquistato pubblico e critica. Ma questa è un’altra storia, che preferiamo rimandare alla futura recensione della versione console di Daymare 1998.
Quello che dovete sapere, per ora, è che nel titolo targato Invader Studio si spara tanto, ma mai a casaccio.
Rimanere senza munizioni è una realtà che potete già dare per consolidata, in quanto, soprattutto in alcune situazioni, sarà impossibile affrontare tutti gli avversari che ci troveremo di fronte. Una storia da B-Movie anni Novanta, un gameplay ispirato a quel Resident Evil 4 che tanto ha fatto scuola e un’atmosfera cupa di quelle che piacciono a noi sono i punti chiave di una produzione che va giocata a luci spente e con la neve che scende fuori dalla finestra. Non stupitevi se le vostre mani si geleranno attorno al controller, perché la colpa non sarà solo del periodo invernale, ma anche della tensione che Daymare 1998 è in grado di trasmettere atto dopo atto.
Avete finito di bere la vostra tisana calda e portato fuori la spazzatura, ghiacciandovi per bene le dita dei piedi? Ora è giunto il momento di sedersi sul divano a gambe incrociate, prepararsi una birra sul comodino e impugnare il pad per scoprire che ca**o sia successo alla cittadina di Keen Sight!
Smettete di premere il grilletto destro del vostro controller, perché è finito il momento di sparare in testa ai non morti. La primavera è arrivata e ora c’è bisogno che il gelo lasci spazio al calore delle emozioni, accompagnato dalla splendida colonna sonora di The Town of Light. Sviluppato da LKA, ma fortemente voluto da Luca Dalcò, docente universitario e grande amante del medium videoludico, The Town of Light ci porta in un viaggio attraverso l’Ospedale Pischiatrico di Volterra negli anni Quaranta. La trama ci vede nei panni di Renée, una giovane ragazza che viene internata e che si troverà costretta ad affrontare un ambiente ostile e, purtroppo, realmente esistito.
The Town of Light è una storia dolce amara, dove la malinconia si fonde con la tristezza, per andare a comporre un arazzo che, per certi versi, profuma di denuncia sociale.
Visti gli argomenti e le tematiche trattate, il titolo LKA è riuscito a raggiungere anche la stampa generalista che, il più delle volte, è riuscita a coglierne le sfumature e le intenzioni, trattando il medium videoludico con la giusta dignità e premiano gli sforzi del team italiano. Disponibile per PC, PlayStation 4 e Xbox One, The Town of Light è previsto anche su Nintendo Switch, ma noi vi consigliamo di approfittare della prima occasione per mettere le mani su un titolo capace di scaldare il cuore e di cullare l’anima anche del giocatore più apatico.
Il freddo sta ormai abbandonando i prati e l’erba, alla mattina, ormai non si ghiaccia nemmeno più. È domenica e il sole finalmente comincia a scaldare l’aria attorno a voi. Prima di sfruttare l’unico giorno libero della vostra settimana per uscire di casa, permettetevi un ultimo caffè e un paio d’ore davanti alla tv. Riscaldamento ancora attivo (perché è vero che il caldo sta arrivando, ma il vostro corpo non lo ha ancora compreso del tutto) e cuffie nelle orecchie sono i due elementi chiave per esplorare il manicomio di Volterra insieme alla piccola Renée.
Sono gli ultimi giorni di giugno e vorreste tanto poter già programmare le ferie, ma quando si cresce le cose non sono mai semplici come un tempo. Una volta potevate semplicemente smettere di studiare per andare in vacanza con i vostri amici, ma ora difficilmente si può fuggire dalle 40 ore settimanali di lavoro prima della tanto agognata settimana di Ferragosto. Quello che si può fare, però, è sfruttare le serate per viaggiare con la fantasia e, lo sappiamo tutti, i videogiochi sono una delle migliori fonti d’immaginazione e di emozioni attuali. Ovosonico questo lo sa bene e infatti il team italiano è il creatore di Last Day of June, piccola perla che ci sentiamo di consigliare semplicemente a chiunque respiri. Carl è un uomo che ha perso la persona più cara della sua vita: sua moglie June. Un giorno, però, Carl entra in contatto con uno dei dipinti della sua dolce compagna e scopre non solo di poter rivivere quel tragico giorno, ma, magari, di poter anche evitare che il dramma si compia.
Giocare a Last Day of June è una di quelle esperienze che vengono amate nel mentre e ricordate con la stessa nostalgia delle splendide estate passate con gli amici o con la più bella ragazza della scuola, che mai avreste pensato potesse anche solo rivolgervi la parola.
I puzzle game ambientali servono per guidare il giocatore in un’avventura che, senza dubbio, avrebbe potuto coinvolgere anche con una struttura ludica più lineare, ma che sfrutta gli enigmi per trasmettere la complessità dei tentativi di Carl nel salvare la propria amata. Un titolo musicalmente perfetto e visivamente magnetico, in grado di avvolgervi con i suoi sentimenti e di accompagnarvi per tutte le sue tre-quattro ore di durata.
Il titolo Ovosonico è la giusta conclusione di un anno che, tra alti e bassi, ha saputo comunque regalarvi molte emozioni. Dovete ancora comprendere se queste sensazioni sono per lo più positive o negative, ma vi rendete anche conto che poter provare delle emozioni è una delle cose più belle che possa mai capitarvi. E provarle con un videogioco tutto italiano dimostra non solo la bontà di un linguaggio ormai stratificato, ma della bravura e della sensibilità che scorre nel nostro Paese.
Se state cercando un po' di sollievo dallo stress quotidiano e volete immergervi in mondi…
Ho sempre visto la pizza come mezzo di aggregazione e condivisione, oltre il piacere estremo…
Sono passati tre anni e mezzo dall'uscita della grandiosa Parte II di The Last of…
Le festività natalizie sono il momento perfetto per scartare regali e rilassarsi con una sessione…
Kojima Productions ha confermato che l'adattamento cinematografico live-action del gioco Death Stranding dello studio è…
The Game Awards 2023 ha svelato una lista di vincitori molto interessante, con Alan Wake…