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Videogiochi e sostenibilità, le iniziative “green” dei protagonisti dell’industria

Il tema della sostenibilità e della cosiddetta “rivoluzione green” è sempre più d’attualità. Ormai è comune parlare in ogni ambito di misure volte a ridurre l’impatto ambientale delle attività dell’uomo, in modo da contrastare gli evidenti cambiamenti climatici e da evitare che le risorse a disposizione dell’umanità del futuro siano insufficienti. In qualche caso, bisogna ammetterlo, queste tematiche vengono sfruttate in modo cinico e opportunistico da aziende che sperano, marchiandosi dell’aggettivo “green”, di incrociare le simpatie della sempre più ampia fetta di popolazione che è sensibile all’argomento. In molte altre situazioni, però, le iniziative messe in atto puntano davvero nella direzione di un mondo migliore.

Il mondo dei videogiochi non è esente dall’impatto ambientale, per una miriade di motivi che è facile intuire. La produzione delle console e degli accessori, tanto per iniziare, è un processo industriale in piena regola, con tutto ciò che ne consegue in termini di utilizzo di plastica e altri materiali più o meno ecosostenibili, di emissioni di anidride carbonica e di smaltimento di rifiuti. A ciò possiamo aggiungere processi secondari come i trasporti per la distribuzione internazionale di console e videogiochi, per un sistema che nel complesso alcuni ecologisti definiscono come un incubo per la sostenibilità.

Anche l’evoluzione digitale a cui stiamo assistendo negli ultimi anni non migliora la situazione

Mentre si risparmiano plastica e carta con la distribuzione di videogiochi in formato digitale o con la proposta di servizi basati sul cloud, si contribuisce in modo determinante al cosiddetto inquinamento digitale. Quest’ultimo si riferisce alle emissioni di anidride carbonica legate all’utilizzo di energia elettrica per tutto ciò che ruota intorno alla rete, quindi anche i videogiochi con componente online ee/o fruiti in streaming, e nel complesso contribuisce per il 3,7% a tutte le emissioni globali.

Queste riflessioni dimostrano quanto sia importante che anche l’industria videoludica prenda a cuore il tema della sostenibilità e intraprenda misure volte a migliorare processi produttivi e organizzazione dei sistemi di rete in modo da ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente. In questo speciale abbiamo cercato di scoprire e riassumere gli obiettivi dei principali protagonisti, ossia Sony, Microsoft e Nintendo, per contribuire alla diffusione di iniziative meritevoli e portare alla luce eventuali comportamenti che potrebbero richiedere poco a noi, ma significare molto per la Terra.

PlayStation e la sostenibilità

L’impegno di Sony e PlayStation in particolare per l’ambiente è molto marcato, tanto che esiste una pagina dedicata all’argomento sul sito ufficiale. Proprio da qui scopriamo che, oltre a lavorare per garantire ai giocatori la console migliore su cui divertirsi, come recita uno slogan, PlayStation ha sottoscritto diversi impegni per garantire la sostenibilità dei suoi prodotti e servizi. La politica ambientale è riassunta in nove punti, che includono la prevenzione dell’inquinamento, il miglioramento del sistema di gestione ambientale, il rispetto delle normative ambientali, l’orientamento dei progetti di ricerca e sviluppo alla sostenibilità e la diffusione dei risultati ottenuti in materia.

Non è tutto, perché PlayStation ha aderito all’alleanza Playing for the Planet (P4P) dell’ONU. Questa iniziativa è stata lanciata nell’ambito del Climate Action Summit del Segretario generale delle Nazioni Unite nel settembre 2019 e coinvolge più di trenta protagonisti dell’industria videoludica. A fare da guida per questa alleanza è l’impegno formale ad adottare misure per contrastare il cambiamento climatico, sfruttando la visibilità delle proprie aziende. Una visibilità che, si stima, consente di raggiungere un pubblico di più di un miliardo di utenti.

Come si legge sul sito ufficiale di P4P, le aziende coinvolte hanno sottoscritto la loro disponibilità ad agire direttamente e a diffondere la cultura della sostenibilità. Le azioni vanno dall’inclusione di tematiche “green” nei videogiochi alla riduzione delle emissioni, dal supporto generale alle iniziative internazionali in favore dell’ecologia alla riduzione delle plastiche usate nei loro prodotti, senza dimenticare l’impegno a piantare milioni di nuovi alberi.

Giusto per fare qualche esempio, nel primo anno di adesione a P4P PlayStation ha visto una riduzione di quasi diciotto milioni di tonnellate per quanto riguarda le emissioni di anidride carbonica, con la previsione di arrivare a trenta milioni entro il 2030. Nello stesso report si segnalava la possibilità, con PlayStation 5, di ridurre i consumi a soli 0,5W per la modalità di sospensione. C’era spazio anche per Dreams, con un’esperienza in realtà virtuale creata per educare i giovani sulle tematiche ambientali.

Interessante sottolineare altri dati relativi ai consumi. Sembra infatti la versione digitale di un gioco sia più indicata nel caso di titoli poco pesanti e che giocare in streaming sia consigliabile, in termini ecologici, per titoli a cui ci dedichiamo per poco tempo, mentre i grandi giochi non presentano troppa differenza di consumi se distribuiti su disco o in digitale. In ogni caso, scaricare un gioco su PlayStation 4 (i dati sono fermi al 2019) contribuiva alle emissioni per 0,05 Kg di CO2 ogni ora, contro gli 0,09 Kg medi di un gioco per PC. Nel confronto con un singolo viaggio per andare al cinema, però, scaricare un gioco risulta cinquanta volte meno inquinante.

Per quanto riguarda le azioni future, PlayStation si impegna a perseguire l’azzeramento della sua impronta ecologica entro il 2050, a mantenere le performance che hanno consentito a PlayStation 4 di ridurre enormemente il suo impatto e a sviluppare tecnologie ecosostenibili per PlayStation 5. Oltre alla già citata modalità di sospensione a basso consumo sono in progettazione una nuova modalità di caricamento USB che consuma all’incirca la metà dell’energia della PlayStation 4 a carica completata, unmicroprocessore, un’unità di memoria a stato solido e un chipset da 7 nm.

A livello di trasporti, PlayStation assicura di preferire i viaggi via mare e via treno tutte le volte in cui ciò è possibile

Le consegne delle periferiche, inoltre, arrivano quasi esclusivamente dalla Cina, il che consente di ottimizzare tempi e modi di trasporto e di ridurre i consumi.

Per finire, negli uffici inglesi di PlayStation si usa energia da fonti 100% rinnovabili e si sono ridotti i consumi del 12%. Negli Stati Uniti si sta perseguendo lo stesso obiettivo, anche se al momento solo la sede di San Mateo in California è passata integralmente a fonti di energia rinnovabili. Sempre negli uffici internazionali sono state adottate misure per la raccolta differenziata e per la riduzione di plastica nei bar, per la riduzione degli sprechi nelle mense e per la ridistribuzione delle eccedenze alimentari a centri caritatevoli.

Xbox e la sostenibilità

Per Xbox, la sostenibilità è più di un’unica destinazione. È una responsabilità a lungo termine che richiede impegno, innovazione e responsabilizzazione“, scrive Phil Spencer sul sito dedicato all’impegno per la sostenibilità di Xbox. In effetti, anche la console di casa Microsoft pone l’accento sul rispetto dell’ambiente con una serie di iniziative volte a migliorare le prestazioni aziendali in termini ecologici e a stimolare comportamenti meritevoli da parte degli utenti di tutto il mondo. L’obiettivo di portare il gaming a quante più persone possibile in giro per il globo, ripetutamente sottolineato da Xbox, non può non accompagnarsi al rispetto del pianeta.

Tre sono le linee di azione di Xbox per aiutare Microsoft nel suo obiettivo-sostenibilità. La prima è il perseguimento di una riduzione delle emissioni di carbonio con il target di una condizione “carbon negative” entro il 2030. Ricerca, innovazione, investimenti strategici e responsabilizzazione del personale e degli utenti sono gli strumenti messi in campo. In questo senso, tecnologie come la modalità di risparmio energetico sulla console Xbox Series X|S, che riduce i consumi fino a venti volte rispetto alla modalità standby, sono esemplari.

Il secondo obiettivo di Xbox è il raggiungimento di una condizione “zero rifiuti” entro il 2030. Per fare questo si stanno ridefinendo i materiali utilizzati per progettare, costruire, confezionare e distribuire i prodotti. Il controller Xbox, ad esempio, integra resine riciclate post-consumo (PCR), senza che ciò influisca sulla qualità generale del prodotto e sulla sua durata. Anche il progetto Xbox Design Lab comprende quindici nuove colorazioni che contengono plastica riciclata, con altre tonalità che si aggiungeranno in futuro. La stessa console Xbox Series S è la prima console in assoluto a integrare resine PCR nella struttura e nei componenti interni. Non solo, ma entrambe le console next-genhanno raggiunto il 97% di riciclabilità per tipo di materiale.

Il terzo campo di azione è quello che coinvolge fan e collaboratori in giro per il mondo. La collaborazione con giocatori, organizzazioni, sviluppatori e partner dell’industria è l’unica via per ridurre realmente l’impatto dei videogiochi sull’ambiente. Un esempio concreto di sensibilizzazione coinvolge Minecraft, con la sua Città sostenibile, una città virtuale e futuristica in cui i giocatori possono conoscere tecnologie, produzione e infrastrutture ecologiche. Infine va segnalata l’adesione della stessa Xbox al programma Playing for the Planet Alliance di cui abbiamo esposto i principi nella sezione dedicata a PlayStation.

Nintendo e la sostenibilità

Sulla pagina dedicata alla sostenibilità in casa Nintendo compare l’emblematico motto secondo cui Nintendo ha lo scopo di accendere un sorriso sul volto di chiunque interagisca con i suoi prodotti. Una delle maggiori responsabilità in quest’ottica è proprio la garanzia di un pianeta in salute per le generazioni future, motivo per cui l’azienda ha implementato un sistema di gestione ambientale in ottemperanza alla certificazione ISO 140001.

Nello specifico, Nintendo ha profuso sforzi per la riduzione dell’impatto ambientale adeguandosi alle leggi in materia di ogni nazione in cui distribuisce i suoi prodotti. Si tratta di un’attenzione che nasce sin dalla fase di progettazione di ogni videogioco e di ogni console o accessorio. Le misure riguardano l’assenza di sostanze chimiche tossiche nella componentistica, il miglioramento dell’efficienza energetica dei prodotti, il ricorso a materiali riciclabili e la riduzione degli scarti.

Un esempio di materiale ecosostenibile è l’inchiostro vegetale per le stampe sulle confezioni dei videogiochi e delle console. Questo sfrutta olio di soia invece dei comuni solventi derivati dal petrolio, in modo che eventuali rifiuti cartacei stampati e lasciati nell’ambiente si decompongano senza pesare in termini di inquinamento. Anche nel caso la carta venga recuperata e riciclata, l’inchiostro vegetale richiede meno sforzi per essere separato, il che si traduce in minor consumo di energia e di acqua.

Anche per evitare di includere sostanze tossiche nei suoi prodotti Nintendo ha una regolamentazione interna. I fornitori esterni sono tenuti a dimostrare che i componenti da loro forniti siano in accordo con quanto richiesto dall’azienda, che comunque procede periodicamente a controlli per verificare le caratteristiche delle cosiddette “Green Parts”. Solo in questo caso in fornitore viene certificato come compatibile con le richieste aziendali. Nintendo talora esegue verifiche nell’azienda che fornisce componenti e può arrivare a chiedere miglioramenti negli standard produttivi.

Nintendo promuove le sue pratiche per l’ambiente sia all’interno dei confini del Giappone che nel resto del mondo

Nelle altre nazioni, in particolare, l’azienda si adegua alle direttive locali, come la WEEE (Waste Electrical and Electronic Equipment) europea, che affida la responsabilità della gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici al loro produttore. In quest’ambito, ad esempio, Nintendo of Europe collabora con enti per la raccolta e il riciclo dei rifiuti. Allo stesso modo, la direttiva europea RoHS prevede l’esclusione di alcune sostanze dalle apparecchiature elettroniche e anche in questo caso Nintendo presta la massima attenzione.

Per finire, anche nei suoi uffici internazionali Nintendo ha promosso diverse iniziative di sensibilizzazione per fare in modo che anche il comportamento dei dipendenti contribuisca alla sostenibilità. Nintendo of America, ad esempio, ha avviato programmi per la riduzione dei rifiuti, per l’aumento del riciclo, per la riduzione del consumo di energia e delle emissioni di anidride carbonica. Nintendo of Europe, invece, dal 2012 ricorre solo a energia da fonti rinnovabili, dal 2019 ha una gestione di raccolta differenziata in ogni ufficio, utilizza solo illuminazione con tecnologia LED e usa carta igienica e carta asciugamani da un fornitore green. Anche a livello di trasporti si punta al risparmio ottimizzando il carico dei camion e usando trasporti su rotaia ogni volta in cui è possibile.

Considerazioni finali

Limitatamente all’Unione Europea, i tre maggiori protagonisti dell’industria Sony, Microsoft e Nintendo sono firmatari dell’Accordo di autoregolamentazione relativo ai sistemi di gioco (direttiva UE 2009/125/CE). Questo accordo stabilisce misure per migliorare l’efficienza energetica e delle risorse delle console di gioco e include regole come:

• limiti di tempo obbligatori per lo spegnimento automatico;
• limite di potenza massimo per le console in modalità multimediale e di navigazione;
• obbligo per i produttori di console di pubblicare i dati di consumo della propria console
• impegno a fornire servizi di riparazione fuori garanzia e a fornire agli utenti informazioni per la manutenzione delle console;
• impegno a migliorare il riciclo delle console.

Si stima che, con queste misure, nel ciclo di vita medio di una console old-gen è possibile un risparmio di circa 48 TWh, equivalente alla produzione di energia elettrica annuale del Portogallo, che salgono a 86 TWh per la next-gen. L’accordo europeo viene comunque rivisto ogni due anni per garantire costanti miglioramenti.

Che queste forme di regolamentazione e autoregolamentazione siano efficaci o meno lo stabilirà solo il tempo, ma la prossima volta che qualcuno ci dirà che i videogiochi sono fonte di inquinamento potremo ribadire con un po’ di dati a sostegno dell’attenzione ambientale da parte dei leader del mercato.

Jury Livorati

Classe '85, mi divido tra la moglie e i tre figli e le più svariate passioni. Ex fedelissimo di casa PlayStation, mi sono convertito a Xbox grazie al Game Pass, ma resto comunque con un piede in due scarpe. Adoro i giochi a forte componente narrativa e mi piace lasciarmi stupire dagli indie.

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  • Quando leggo sti articoli me la rido sempre di gusto, nintendo che si sbraccia x l'inchiostro vegetale e poi vendono gli amiboo. Una contraddizione unica. 😂

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