Benvenuti nel primo episodio di Tempo di Caffè, una rubrica a cadenza settimanale in cui si discuterà di argomenti vari sulla nostra passione preferita. Non preoccupatevi: nulla di troppo impegnativo, immaginatevi in una riflessione con un amico davanti un buon caffè in cui fate scorta di idee e siete pronti a dire la vostra. Prendete la tazzina, rilassatevi e godetevi la lettura.
Ormai da molti anni il ritmo dell’intrattenimento è stato stravolto, le persone sentono la necessità di prendere parte a esperienze veloci, dinamiche che tengono incollato allo schermo. Le produzioni si sono adattate, realizzando lavori con ritmi serrati (provate a paragonare un film vecchio di guerra con Salvate il Soldato Ryan). Personalmente, sono sempre stato una persona che cerca nelle opere pacatezza e tranquillità, al massimo qualche momento drammatico intenso. Ho adorato videogiochi sublimi e quieti come Journey, Abzû e What Remains of Edith Finch, che ti lasciano intimamente molto e non ti colpiscono certo per il loro essere ansiogeni. Di certo ciò non mi ha limitato nella cultura videoludica: apprezzo titoli d’azione e sparatutto vari (Uncharted, Mass Effect, Far Cry).
Poi ho aperto Marvel’s Spider-Man.
Ritmo, ritmo, ritmo. Una velocità di gioco disarmante e che ti lascia col sorriso in bocca. Che ti fa provare libertà. Salta, lancia la ragnatela nel palazzo più vicino, dondolati. afferra l’appiglio, spicca un balzo e fai una capriola. Un ritorno a un sistema di combattimento di videogiochi vecchi, ormai siamo assuefatti a opere molto cinematografiche (God of War, Red Dead Redemption 2) e ritrovarsi un titoli così incentrato sul gameplay e stato una totale sorpresa. Il ritmo delle opere videoludiche è decisamente cambiato, abbiamo bisogno di velocità, stacchi di camera immediati e fluidità nelle animazioni.
Il nostro amichevole ragno di quartiere riesce a donarci tutto quello di cui abbiamo bisogno, facendoci arrampicare per tutta Manhattan da padroni assoluti. Il videogioco è evasione dalla realtà e l’arrampicamuri ci immerge in una nuovo mondo che fa fuoriuscire l’utente dalla propria routine e lo disorienta con un vigore che difficilmente si vede spesso. Non mi resta che tornare nella Grande Mela, sfiorare il suolo con i piedi e farmi attraversare dai brividi, per poi ributtarmi nelle opere più adatte alla mia indole. Probabilmente ognuno ha bisogno di gettarsi a capofitto in forme d’intrattenimento lontane dal proprio carattere, che siano lente o veloci dovreste essere voi a saperlo e provare per scoprire l’estetica del nuovo.
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