Viaggi Mentali

L.A. Noire e il duro mestiere del detective: femme fatales, omicidi ed alcohol

Rieccoci, cari Viaggiatori Mentali!

Ritorna la nostra rubrica Viaggi Mentali e lo fa più in forma che mai, arricchendosi di una nuova categoria: i manga. Nella scorsa puntata vi abbiamo portato nei più malati anfratti delle società distopiche, partendo dal mondo dominato dalle spietate corporazioni di Deus Ex e consigliandovi opere che possono farvi sentire allo stesso modo a casa (per quanto una società in cui i totalitarismi abusano del popolo a loro piacimento possa farvi sentire a vostro agio).

In questa puntata parleremo invece del noire e del genere hard boiled, dell’essere detective privati e del vestire completi a buon mercato stirati una volta al mese, dell’alcool che si sostituisce all’acqua e dall’innamorarsi puntualmente di donne impossibili con doppi se non terzi fini.
Ma non corriamo troppo, cos’è il noire? E’ un genere cinematografico e letterario nato a cavallo tra gli anni ’40 e ’50 negli Stati Uniti da una costola del genere giallo, chiamato così dai critici francesi che videro le pellicole americane nell’immediato post seconda guerra mondiale, definendole film noire americain.

Il noire è chiamato così a partire dai forti contrasti tra bianco e nero presenti nelle pellicole del tempo, che rappresentavano allegoricamente il contrasto tra bene e male. Le due forze erano rappresentate da criminali senza scrupoli che da ultimi cercavano di passare alla ribalta tramite le loro malefatte, mentre i buoni erano giornalisti, scrittori ma soprattutto detective dal passato torbido e spesso mossi da principi morali inossidabili, sebbene le loro maniere spesso siano anticonvenzionali e la loro psiche sia piena di tormenti.
Il noire nel tempo ha dato vita a derivazioni come il neo-noire ed il tech-noire, un esempio ne è Blade Runner, la famosa saga con Harrison Ford che coniuga le atmosfere sci-fi ad un oscuro intreccio basato sulle indagini del cacciatore di taglie Rick Deckard.

Nel bel paese il genere poliziesco è sempre andato forte, basti pensare alle decine di sceneggiati annuali che escono sulle reti nostrane con i più disparati investigatori: redentori di malviventi prestati alle indagini come Don Matteo, prodotti di ottimo livello come il Montalbano di Camilleri o l’indimenticata La Piovra, che Wikipedia riporta come la serie italiana più conosciuta al mondo. Molti di questi influssi ed omaggi si rispecchiano anche nella cultura videoludica odierna, ultimo di questi esempi è Milanoir, indie milanese che cita i grandi classici del genere.

Bando alle ciance, che questa nuova puntata di Viaggi Mentali abbia inizio.

 

Gioco — L.A. Noire di Rockstar Games, Team Bondi


Il nostro viaggio nel marciume comincia con L.A.  Noire, action poliziesco uscito nel 2011 e sviluppato da Rockstar Games e Team Bondi. Dopo dieci anni di furti e rapine perpetrati tra GTA e Red Dead Redemption ritorniamo finalmente ad indossare i gradi della Legge, a dieci anni esatti da quel Max Payne che fece decisamente scuola.
Su Max Payne potremmo tranquillamente scrivere un’episodio a sè stante di Viaggi Mentali, e non è detto che non succederà. Oggi ci concentreremo su Cole Phelps, giovane detective di una Los Angeles del 1947 minuziosamente ricostruita per l’occasione. L.A. Noire è sostanzialmente un adattamento videoludico di alcuni dei grandi classici cinematografici del calibro di L.A. Confidential oltre ai casi di cronaca più eclatanti del dopoguerra statunitense come quello della Dalia Nera.

L’avventura segue la carriera di Cole sin dalle sue prime pattuglie da agente del traffico e vede una serie di tappe che lo porteranno a diventare agente della narcotici, della omicidi e della incendi dolosi tra alti e bassi, eccessi di zelo e l’inevitabile scontro con la corruzione che imperversa nella cosa pubblica. Cole affronterà casi di violenza domestica, regolamenti di conti, serial killer e faccende così grosse da scuotere la cartina politica di L.A. dalle fondamenta.

Ricordate, ogni accusa va suffragata da una prova, e nel dubbio, dubitate.

Nella città degli angeli del ’47 potremo muoverci a nostra discrezione data la natura free roaming del titolo, analizzando nei dettagli le scene del crimine e stando attenti a non farci sfuggire il minimo particolari da usare durante gli interrogatori dei sospettati grazie ai quali potremo aggiungere tutti i tasselli del puzzle necessari per formulare la nostra accusa. Parafrasando il Dottor House, tutti mentono, quindi tenete bene a mente che anche il più innocente all’apparenza nasconde qualcosa, ed il consiglio è quello di scrutare nei minimi dettagli i visi degli attori riprodotti minuziosamente col motion capture. E mi raccomando, non perdetevi la nostra gallery che immortala alcuni degli scatti migliori del gioco!

Film — Chinatown di Roman Polanski


Pellicola del 1974 di Roman Polanski, Chinatown è uno dei più grandi esponenti della corrente neo noire. Attualmente al 21° posto dei 100 migliori film americani secondo la lista della American Film Institute, Chinatown ottenne una nomination in praticamente ogni categoria degli Oscar del ’75, comprese quelle di miglior attore protagonista maschile e femminile per le interpretazioni di Jack Nicholson e Faye Dunaway, riuscendo a portare a casa la statuetta per la miglior sceneggiatura originale a Robert Towne.

Il film ruota intorno alla figura di Jake Gittes, detective privato ex-poliziotto allo sbando omaggio ai cardini del noire descritti da Raymond Chandler trent’anni prima. Gittes (Jack Nicholson) viene ingaggiato dalla sensuale Evelyn Mulwray (Faye Dunaway) per indagare sulla presunta infedeltà del marito, un assessore al comune losangelino che viene prontamente smascherato e s*uttanato sui rotocalchi. Un compito fin troppo banale per il navigato detective, ma quello che sembra un banale caso di infedeltà prende una piega inaspettata quando il giorno dopo la vera Evelyn Mulwray si presenta da Gittes per denunciarlo, innescando nell’investigatore privato una voglia irrefrenabile di andare in fondo al caso e capire perché sia stato raggirato.

Ispirato alla vicenda realmente accaduta delle California Water Wars, Chinatown rappresenta un interessante miscuglio di interessi politici e trame ardite che culminano con un complotto ai danni della città contro cui il solo Gittes può frapporsi. Vi basti sapere che James Ellroy (L.A. Confidential) seguirà questo filone per molti dei suoi romanzi.

Manga — Monster di Naoki Urasawa


Il Sol Levante non è certamente famoso per la produzione di anime e manga polizieschi, men che meno per il noire, ma se non ci si fissa troppo coi cardini del genere si trovano perle del calibro di Monster (モンスター Monsutā?), brillante manga e poi anime creato da Naoki Urasawa iniziato nel 1994 e terminato nel 2001.

L’opera più che un poliziesco è un thriller, incentrato sulla figura del brillante neurochirurgo Kenzo Tenma, trasferitosi dal Giappone in Germania per terminare i suoi studi. La storia inizia nel 1986, a Dusseldorf, quando nella clinica privata dove lavora arriva un bambino di nome Johan in condizioni disperate vittima di un colpo di pistola alla testa.
Il mantra di Tenma è “tutte le vite sono uguali”, e durante tutto l’arco della serie sarà costantemente messo a dura prova. Poco dopo l’arrivo del bambino viene ricoverato d’urgenza anche il sindaco della città così il Dr. Heinemann, direttore dell’ospedale e futuro suocero del chirurgo, intima a Tenma di lasciar stare il bambino ed operare il sindaco, dal quale sa di poter ottenere grandi benefici.

Mosso da scrupoli di coscienza però il dottore decide di disobbedire all’ordine e di salvare il bambino. Da questo momento in poi la vita di Tenma e molte altre persone cambierà irrimediabilmente. Il sindaco operato da un altro chirurgo muore sotto i ferri, ciò provoca l’ira del Dr. Heinemann che da quel momento fa terra bruciata intorno a Tenma. Nelle ore successive Johan scompare dall’ospedale e contemporaneamente vengono avvelenati il suocero di Tenma e due suoi colleghi che si erano occupati del piccolo. Le indagini della polizia coordinate dal commissario Lunge della BKA puntano dritto al dottore che naturalmente rifiuta ogni accusa, che viene scagionato per mancanza di prove.

Nove anni dopo un’ondata di omicidi travolge la Germania, le vittime sono tutte coppie di coniugi senza figli. Tenma nel frattempo è diventato primario di neurochirurgia e la sua carriera va a gonfie vele, finché non assiste all’omicidio di un suo paziente commesso dal giovane Johan, il bambino a cui aveva salvato la vita anni prima. Il dottore capisce di aver risvegliato un mostro e che la faccenda è molto più grossa ed oscura di quanto possa lontanamente immaginare. Comincia così le sue indagini per fermare Johan abbandonando il suo lavoro, venendo durante il suo viaggio a conoscenza di fatti terribili accaduti non solo a Johan ma anche alla sua sorella gemella Nina ed a molti altri bambini, in un intreccio che affonda le radici nella lotta tra Germania dell’Est e quella dell’Ovest e nell’ingerenza dei gruppi di spionaggio dell’ormai ex Repubblica Cecoslovacca.

Fumetto — Blacksad di Juan Dìaz Canales, Juanjo Guarnido


Blacksad è una serie di fumetti scritta da Juan Díaz Canales e disegnata da Juanjo Guarnido. Il protagonista è l’omonimo John Blacksad, gatto nero antropomorfo armato di artigli e impermeabile da detective che conduce indagini nella New York degli anni cinquanta.

Ad oggi il fumetto comprende cinque capitoli: Da qualche parte fra le ombre (2000), Arctic Nation (2003), Anima Rossa (2005), L’inferno, il Silenzio (2010), Amarillo (2014).

Ogni capitolo è una storia a se e tratta una tematica diversa: dalle classiche trame noire al comunismo, le avventure di John Blacksad non si fanno sfuggire il minimo riferimento ai classici venendo arricchita dai tratti dei disegni verosimili che non scadono nel cartoonesco e valorizzano al massimo la società zoo-antropomorfa in cui si muove il gattaccio nero. La caratterizzazione delle specie è chiaramente allegorica, i due autori tendono a separare le razze in base al mestiere o alla fedina penale, un po’ come fossero gli animali proverbiali delle fiabe di Fedro. Ecco che allora il corpo di polizia sarà per lo più composto da canidi (pastori tedeschi, volpi) mentre i truffatori, assassini e ladri da rettili ed anfibi (serpenti, tartarughe, coccodrilli), costruendo una società multietnica davvero particolareggiata ed affascinante.

Le storie sono forse un filo corte o forse vorremmo fossero più corpose data la qualità che inonda le tavole, fatto sta che letta una storia non riuscirete a farne a meno. Trovate i volumi singoli su Amazon a circa 15€ l’uno, per chi volesse leggersi tutto d’un fiato le storie la Lizard ha pubblicato un volumone omnibus comprensivo di tutte e cinque le storie pubblicate ad oggi, ma l’opera potrebbe arricchirsi ancora di un paio di storie.

Una volta terminati gli albi, non lasciatevi sfuggire l’opportunità di giocare l’inedito Blacksad: Under the Skin (trovi qui la nostra recensione) disponibile per PC, Xbox One, PS4 e Switch.

Serie TV — True Detective di Nic Pizzolato, HBO


Diciamolo chiaro e tondo, la prima stagione di True Detective è una delle serie crime più interessanti che avrete mai il piacere di vedere. La serie non rientra strettamente nei ranghi del noire ma gli elementi ci sono tutti: l’opera di Nic Pizzolato prodotta dalla HBO raggiunge nella prima stagione picchi di assoluto livello, che non vengono (per gusto personale) ripetuti nella seconda stagione che comunque presenta un cast di altissimo livello (Vince Vaughn, Colin Farrel, Rachel McAdams) ma la buona notizia è che le stagioni sono indipendenti l’una dall’altra. La prima stagione si divide in 8 episodi dalla durata media di un’ora.

La frase ricorrente di Rust Cohle, aka Artorias of the Abyss:
« Avvicinati all’oscurità e l’oscurità si avvicinerà a te »

Louisiana, 2012. I detective Rust Cohle (Matthew McConaughey) e Marty Hart (Woody Harrelson) vengono interrogati separatamente da due agenti della Polizia di Stato. Lo scopo delle domande è collegare il cadavere di una ragazza ritrovato nel lago Charles con il vecchio caso di Dora Lange che ha reso i due famosi nel ’95. Sulla base di questo interrogatorio la regia passa continuamente con l’uso di flashback tra passato e presente mostrando allo spettatore le varie fasi della vecchia indagine e l’evoluzione del rapporto teso tra i due investigatori, arrivando a far luce sul caso attualmente aperto e a mettere in discussione le indagini di quasi vent’anni prima.

Libro — Il Grande Sonno di Raymond Chandler


Di romanzi gialli ne sono piene le librerie di tutto il mondo, ma il giallo per antonomasia è senza alcun dubbio Il Grande Sonno. La prima indagine dell’investigatore privato Philip Marlowe nato dalla penna di Raymond Chandler nel 1939 è l’opera più importante del filone noire americano e miglior esempio del poliziesco hardboiled, a cui seguirono un racconto e sette romanzi. Nel ’46 ne fu girato l’adattamento cinematografico con Humphrey Bogart e Lauren Bacall, due delle stelle più luminose dell’universo hollywoodiano.

Marlowe è il detective per eccellenza, e la sua figura farà scuola per le generazioni successive: schietto, linguaggio da strada e poco propenso alle chiacchiere, gran bevitore ma mai fino al perdere completamente i sensi, l’unica presenza che tollera nella sua vita è quella del suo revolver nella fondina, mentre con le donne il rapporto è sempre burrascoso. Poche righe e l’identikit del tipico detective metropolitano è servito.

 


“Cosa importa dove si giace quando si è morti? In fondo a uno stagno melmoso o in un mausoleo di marmo alla sommità di una collina? Si è morti, si dorme il grande sonno e ce ne si fotte di certe miserie. L’acqua putrida e il petrolio sono come il vento e l’aria per noi. Si dorme il grande sonno senza preoccuparsi di essere morti male, di essere caduti nel letame. Quanto a me, ne condividevo una parte pure io, di quel letame, ora.” – Philip Marlowe


Le indagini de Il Grande Sonno iniziano quando Marlowe viene invitato alla villa del vecchio generale in pensione Sternwood, milionario arricchitosi grazie a giacimenti petroliferi nei pressi di Los Angeles, che gli chiede di indagare a riguardo del ricatto subito dalla figlia minore Carmen. Le strane attenzioni dell’altra figlia del generale, Vivian, mettono il detective sull’attenti ma non lo distolgono dal caso che risulta poco chiaro e pieno di non detti sin dall’inizio: le indagini cominciano dal biglietto inviato da Arthur Geiger, proprietario di una libreria antiquaria, al generale contenente una minaccia. Tocca a Marlowe fare luce su una città piena di ombre.

RETROGAMINGGioco
  • L.A. Noire - Rockstar Games, Team Bondi
Film
  • Chinatown - Roman Polanski
Manga
  • Monster (モンスター Monsutā?) - Naoki Urasawa
Fumetto
  • Blacksad - Juan Díaz Canales e Juanjo Guarnido
Serie TV
  • True Detective (Season One) - Nic Pizzolatto, HBO
Libro
  • Il Grande Sonno (The Big Sleep) - Raymond Chandler
Giuseppe Pirozzi

Napoletano sui 25. Studente di lettere, giornalista pubblicista, racconto la Campania ma di professione faccio l'accumulatore seriale di libri, fumetti e videogiochi.

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