Videogiochi e Salute

E’ vero che se gioco ingrasso? O è colpa anche di altro?

Abbiamo già parlato, qualche mese fa, del fatto che si associa, magari erroneamente, i videogiochi alla sedentarietà e al cattivo stato di salute, magari all’aumento di peso o allo sviluppo di cattive abitudini alimentari e comparsa di patologie di tipo metabolico.

Negli anni, figure più o meno esperte, ci hanno sguazzato sopra, tutti a dire che non bisogna giocare ai videogiochi, tutti a dire che chi gioca è un individuo grasso tendente all’asocialità.

Naturalmente questo veniva affermato così, per sentito dire. Poi l’approccio e il metodo scientifico hanno cominciato ad interessarsi all’argomento e si son viste delle cose che magari, prima, solo chi giocava aveva potuto intuire, ma che, non avendo dati alla mano, veniva tacciato di soggettività.

Il concetto di base che chi gioca o chi è sedentario o chi passa tanto tempo avanti uno schermo (sia esso PC, tablet, telefono o TV) ingrasserà, rimane come punto di inizio ma, finalmente, viene superato ed approfondito. Vediamo come.

In Brasile, dei ricercatori, spinti dalla curiosità e dallo spirito scientifico, hanno cominciato a pensare se è l’azione in sé (o la non azione in questo caso…), lo stare fermi e seduti, ad essere la sola causa di un aumento importante di malattie legate alla Sindrome Metabolica nella popolazione o se c’è dell’altro, magari qualcosa di associato ad essa e comparabile.

I soggetti che presentavano queste problematiche metaboliche in Brasile, oltre a passare delle ore avanti al monitor, avevano un’altra caratteristica in comune…

E’ stato creato un sondaggio che ha riguardato i ragazzi fra i 12 e i 17 anni, scolari, appartenenti a 1274 scuole brasiliane, per un totale di 33900 soggetti, ai quali venivano poste varie domande, circa le loro abitudini quotidiane, quanto tempo passavano di fronte ad uno schermo, come era la loro dieta quotidiana.

Dopo l’analisi delle risposte, si è deciso di suddividere le statistiche relative al tempo passato di fronte ad uno schermo in tre sottogruppi (meno di due ore; tra le tre e le cinque ore; più di 6 ore al giorno) e di dicotomizzare il risultato del mangiare o meno snack e merendine durante le ore di intrattenimento.

Per valutare se i vari soggetti appartenenti ai vari sottogruppi evidenziassero caratteristiche cliniche associabili alla Sindrome Metabolica, sono stati usati dei parametri della International Diabates Federation.

Naturalmente a questi ragazzi, grazie all’ausilio di professionisti mandati nelle varie scuole, sono state prese diverse misure, come la circonferenza vita e la pressione sanguigna.

I risultati emersi sono diversi e, alcuni, interpretabili, tanto da spingere i ricercatori ad approfondire, in futuro, il tema.

Sicuramente c’è associazione fra passare del tempo, anche poco, in maniera sedentaria e la probabilità di sviluppare problematiche di tipo metabolico (aumento di peso, rapporto vita-fianchi sbilanciato, aumento della massa grassa, aumento dei fattori di rischio cardio-vascolare). Queste caratteristiche, questi rischi, crescono in maniera graduale tanto più sono le ore passate di fronte ad un monitor.

Stratificando però i risultati, ci si accorge che associando la sedentarietà al consumo di merendine e finger food, rimanendo per più di tre ore seduti, i rischi crescono in maniera esponenziale.

Addirittura chi invece gioca poco, ma mangia merendine, sviluppa maggiori rischi rispetto a chi gioca qualche ora in più, ma non mangia niente durante le sessioni di gioco.

Più che il videogioco, più che Netflix, è il connubio tempo-cibo che preoccupa. E’ la somma delle varie abitudini sbagliate a creare i problemi, non la singola azione.

In più, e questo è un altro dato emerso, si tende a mangiare di più non quando si gioca, ma quando si guarda semplicemente la televisione; in questo caso alcuni sostengono che sia dovuto al fatto che ci si faccia influenzare e viene stimolata “la fame” dalle pubblicità; altri ancora invece sostengono che il corpo consuma di più giocando, invece che rimanendo passivo a guardare e basta.

Detto questo, come sempre, è l’educazione di base e l’equilibrio che fanno la differenza.

Sedentarietà si, ma limitata. Cattiva alimentazione magari no.

Quando ci sono periodi che, a causa di forza maggiore (infortunio, problemi lavorativi, quarantena), ci costringono a rimanere seduti o stesi sul divano, fatelo almeno con un pad in mano e, alla luce di quanto descritto sopra, comprate roba da mangiare che mangerete solo nei pasti principale.

Se non abbiamo snack in casa, non possiamo mangiare altro.

 

  • Goodman E, Dolan LM, Morrison JA, Daniels SR. Factor analysis of clustered cardiovascular risks in adolescence: obesity is the predominant correlate of risk among youth. 2005
  • Cureau FV, Bloch KV, Henz A, Schaan CW, Klein CH, Oliveira CL, et al. Challenges for conducting blood collection and biochemical analysis in a large multicenter school-based study with adolescents: lessons from ERICA in Brazil. Cad Saude Publica
  • Camila Wohlgemuth Schaan, Felipe Vogt Cureau, Deborah Salvo, Harold W. Kohl III, Beatriz D. Schaan. Unhealthy snack intake modifies the association between screen-based sedentary time and metabolic syndrome in Brazilian adolescents. International Journal of Behavioral Nutrition and Physical Activity
Francesco Margheriti

Biologo Nutrizionista Specializzato in Nutrizione ed Integrazione per lo sportivo, con forte interesse, sin dai primi anni di vita, per videogames, astronomia e scienza in generale :) Ah... dimenticavo, wrestler a tempo perso!!!

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