Milioni di persone, nel mondo, soffrono di patologie legate alle difficoltà respiratorie. Queste problematiche possono essere di tipo acuto o cronico, di tipo genetico o causate da agente patologico esterno.
L’inclusione dei videogiochi nei programmi di riabilitazione può essere un’alternativa interessante ai programmi tradizionali o può essere considerata un’attività complementare.
È stata effettuata una ricerca sistematica e una comparazione in letteratura scientifica (in gergo una meta-analisi) per identificare studi clinici randomizzati che valutassero gli effetti dei videogiochi sulla salute in pazienti con malattie, appunto, ostruttive respiratorie.
Sono stati selezionati, inizialmente, 270 pubblicazioni per arrivare, dopo ulteriore cernita, a nove articoli campione, dei quali tre prevedevano l’utilizzo del videogioco come metodo di allenamento fisico per migliorare la capacità di allenamento, la forza, la qualità della vita e i sintomi, mentre i restanti sei articoli si sono focalizzati sull’uso dei videogiochi per educare i pazienti alla malattia, alla conoscenza dei sintomi e all’uso dei farmaci.
I risultati di questa recensione, di questo studio degli studi, ci suggeriscono che i videogiochi possono essere considerati una terapia complementare molto utile. Possono contribuire a migliorare i programmi di riabilitazione, migliorando la capacità di esercizio, la forza muscolare, la qualità della vita, la comprensione della gravità patologica, il controllo e la conoscenza della malattia.
Per ottenere risultati migliori, l’utilizzo del videogioco deve essere, però, supervisionato da un professionista in modo che i programmi possano essere adattati ai pazienti, proponendo loro diverse attività di gioco e controllando le esecuzioni corrette oltre che l’aderenza al trattamento.
Come riportato da OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), sono milioni le persone che soffrono, nel mondo, a causa di patologie legate all’apparato respiratorio. I fattori di rischio più importanti sono il fumo, l’esposizione all’inquinamento e agli allergeni, oltre che tutte quelle condizioni genetiche che possono portare in maniera diretta o indiretta alla patologia.
In alcuni di questi casi viene consigliata la riabilitazione polmonare, un insieme di tecniche specialistiche che riduce la presenza di sintomi e migliora la qualità muscolare generale e, soprattutto, quella legata ai muscoli addetti alla respirazione.
Questa riabilitazione, finora, prevedeva il supporto di personale specializzato e presentava esercizi specifici, oltre che educazione e consigli per migliorare la nutrizione e i comportamenti quotidiani.
Esistono vari tipi di strategie che prevedono esercizi e attività più o meno complicate. Alcune di queste prevedono l’utilizzo di strumenti adeguati, altre, da un po’ di tempo, prevedono l’utilizzo, appunto, dei videogiochi. Ebbene si, l’utilizzo del videogioco caratterizza un approccio innovativo, divertente e duraturo nel tempo della terapia riabilitativa in questione.
Sono facili da usare, divertenti, semplici nel capire se si sta facendo bene e, usando feedback audio-visivi, rendono l’esperienza coinvolgente, soprattutto per quei tipi di soggetti avvezzi al movimento e alla routine giornaliera.
Mettendo insieme i vari studi proposti presenti su diverse piattaforme scientifiche si è visto che oltre ad invogliare l’utente al movimento, lo si educa.
I nove studi di cui sopra sono stati selezionati fra quelli che presentavano un numero più alto di soggetti studiati, una durata nel tempo maggiore, una risposta a determinate caratteristiche organizzative e pubblicati su riviste con IF (Impact Factor) alto.
Gli studi selezionati vanno dal 1986 al 2017.
La console più usata per questo tipi di esperimenti e protocolli è stata Nintendo Wii, ma sono state usate anche la prima Xbox, la Xbox 360 e il Super Nintendo.
Fra i giochi testati, troviamo EA Sports Active 2, dove i pazienti devono eseguire vari esercizi come una corsa simulata, squats, affondi ed esercizi per il rinforzo muscolare dei bicipiti.
Poi abbiamo Reflex Ridge presente in Kinect: Adventures!, per Kinect, usato da un gruppo di ricerca italiano nel 2014, capitanato dal Dott. Mazzoleni, e Wii Fit Plus.
Ci sono studi che hanno visto l’utilizzo di giochi programmati ad hoc, come The Asthma Files, per PC, dove il protagonista è un agente segreto che deve risolvere vari puzzle ambientali, oltre che completare quiz relativi alla malattia ed ascoltare file audio (così da imparare).
Poi, ancora, tra gli altri, dedicato ad un pubblico molto giovane, troviamo Bronkie’s Asthma Adventure di Click Health Inc, per Super Nintendo.
Comunque, alla fine di tutto, lo scopo di questa review è stato quello di valutare vari parametri per capire se, effettivamente, la bibliografia scientifica può giustificare chi utilizza i videogiochi come strumento complementare alla cura delle malattie a carico dell’apparato respiratorio.
Per quanto riguarda i miglioramenti della prestazione fisica e respiratoria, possiamo riassumere che le terapie che hanno mostrato effettivamente dei miglioramenti sono quelle che prevedono un utilizzo del videogioco per un periodo di almeno due mesi. In questi programmi, rispetto a quelli dove il videogioco viene consigliato come supporto alla terapia per sole tre settimane, la resistenza del soggetto e la sua capacità polmonare miglioravano.
L’intervento educativo, invece, ha trovato i suoi frutti in tutti gli studi presi in esame. Questi miglioramenti erano presenti in tutti i soggetti, a prescindere dal gioco utilizzato, dall’età e dal sesso.
Il discorso legato al tempo della terapia ha presentato dati contrastanti.
Se è vero, come abbiamo detto, che un percorso di due mesi porta maggiori benefici in termini di prestazione motoria, è anche vero che il percorso, con i giochi presi in esame, diventava monotono, con la possibilità di essere facilmente abbandonato. In questo senso, quindi, entra in gioco la presenza del professionista che deve stimolare il paziente. Senza di esso, molti soggetti preferivano fare altro e abbandonare.
I risultati di questa review mostrano che i videogiochi possono essere utilizzati come terapia complementare, migliorando e completando i programmi di riabilitazione. I videogiochi devono essere supervisionati da un professionista in modo che il programma possa essere personalizzato e duraturo nel tempo, proponendo diverse attività nel gioco e controllando il tipo di prestazione ed esecuzione del gesto a schermo.
Tuttavia, come confermato dagli scienziati stessi, sono ancora necessari ulteriori studi per valutare l’efficacia e l’adesione a lungo termine a questi programmi in questo tipo di soggetti. Soprattutto sono necessari videogiochi specificamente adattati alle esigenze degli individui in questione, così da creare un protocollo riconosciuto a livello medico mondiale oltre che, magari, un nuovo mercato per piccoli e grandi sviluppatori.
Come sempre sostenuto, dati alla mano, le potenzialità dell’utilizzo del videogioco e della tecnologia, in generale, sono immense. Il futuro, anche medico, non potrà fare a meno di questi tipi di approcci non sostitutivi ma complementari, con tutte le figure professionali al seguito che dovranno specializzarsi in tal senso.
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