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Max Payne: tra cinema e videogioco

Il destino, come sappiamo, sa essere molto sadico o per di più ironico in alcuni momenti chiave della nostra vita o peggio, per quanto riguarda aspettative dietro un prodotto o un progetto.
Per parlare di Max Payne ci si deve avvicinare in punta di piedi e trattare il tutto con i guanti di gomma perché, almeno per l’epoca in cui uscì il primo titolo, il nome Max Payne rievoca ancora interi pomeriggi estivi, davanti il PC a riempire di piombo i cattivoni a suon di bullet time. Arrivò così Max Payne a tutti noi nel lontano 2001, la promessa di una trama intrigante, quasi cinematografica come azzardarono – giustamente – tantissime riviste specializzate all’epoca e meccaniche di gioco e di shooting più che soddisfacenti. L’ovazione era unanime e lo stile narrativo hard boiled faceva del titolo una piccola rivoluzione nel mercato videoludico del tempo.
Max Payne inoltre, diede il via a un susseguirsi incredibili di mod per personalizzare l’offerta di gioco. I chiari rimandi stilistici a saghe cinematografiche come Matrix, avevano dato vita a interi rifacimenti che ripercorrevano spezzoni  del film.
Insomma, un titolo che restituiva grande gioia anche nella creazione di mondi personalizzati.
Remedy non si fece pregare dunque per l’uscita di un secondo capitolo: pubblicato nel 2003, Max Payne – The Fall of Max Payne aggiungeva anni e rughe sul viso del nostro poliziotto preferito donandogli una nuova avventura con chiare e limpide tinte noir, rendendo il nostro Max non più un angelo vendicatore, ma un’anima dannata e romantica in un inferno metropolitano a cui difficilmente il nostro eroe riusciva a trovare una propria dimensione.
Altro giro, altro successo per Remedy che presenta sugli scaffali un prodotto ancora una volta sopraffino, sia nella scrittura che nell’ottimizzazione delle meccaniche di gioco. Dopo questo capitolo, il nulla.
Lasciando le ultime righe a parlare del film, per circa dieci anni, di Max Payne non se ne vede più l’ombra. Con Remedy impegnata sul fronte Alan Wake, il progetto non viene mai ben definito dalla compagnia, almeno finché non viene ufficializzato per poi essere rilasciato nel 2012 Max Payne 3, questa volta creato da Rockstar.
Remedy in questa caso rimane solo a guardare e a dare una supervisione generale, ma meccaniche e narrazione viene tutta gestita da Rockstar.
Con Max Payne 3, tra timori e preoccupazioni, si palesa una strana situazione: il gioco è ottimo, divertente, un vero distributore di adrenalina, ottiene ottimi consensi dalla stampa, ma non vende abbastanza per essere considerato un vero e proprio successo. Se dovessimo trovare il problema in questo, potremmo ipotizzare che il lasso di tempo tra il secondo e il terzo capitolo, ha smarrito per strada fin troppi fan ed appassionati, con quel 3 messo davanti il nome che ha scoraggiato le nuove leve a recuperare titoli che avevano più di una decade sulle spalle. Siamo certamente nel campo delle ipotesi, ma questa sembra quella più concreta, con un Max Payne 3 ottimo, che è stato giocato solo dallo zoccolo duro dei fan, non riuscendo ad indirizzarsi anche ai più giovani. Ma ora un passo indietro e torniamo nel 2008, anno in cui uscì il film di Max Payne, con una produzione interessante e un parco attori che prometteva scintille, basti pensare che solo Mark Wahlberg nei panni di Max Payne, era una scelta stilistica ineccepibile.
A dirigere tutto, John Moore, regista dal curriculum tutt’altro che brillante, ma dopotutto la fiducia era ben riposta nel progetto: con una base di partenza come il primo Max Payne, forte di una storia stratificata e di natura cinematografica, con ogni personaggio ben caratterizzato, come si poteva sbagliare un film dove, forse per la prima volta, bastava seguire la strada già percorsa dal videogioco?
Ebbene sì, il film di Max Payne è riuscito nella difficilissima missione di sbagliare tutto, dalla gestione dei tempi narrativi, della contestualizzazione cinematografica e dell’inserimento e modellamento di nuovi fattori. Se già dai primi minuti si percepisce qualcosa di fuori posto, ci si lascia andare comunque dalla concreta possibilità di essere davanti un film di serie B curato in particolari aspetti e meno in altri, ma niente, minuto dopo minuto il film crolla su scelte di trama insensate tra ruoli stravolti, montaggio che rende difficile seguire la più semplice delle azioni e scelte di trama ampiamente discutibili – le sparatorie ridotte allo zero, continui accenni di culti satanici attorno al personaggio di Jack Lupino che concretamente poi non ci sono, le allucinazioni paranormali con demoni in CGI su schermo e Max Payne che alla fine si inietta in vena quantità indefinite di droga per essere più furioso possibile e uccidere tutti, in uno stato alterato a metà tra John Wick e un Super Saiyan di quarto livello. Insomma, ciò che più comunemente è riconosciuto come disastro su tutti i fronti prende il nome di Max Payne e per riallacciare il discorso a ciò che citavo in apertura, il destino cinematografico di Max Payne è quanto di più beffardo, con una saga videoludica che ha trovato il suo punto forte nelle massicce influenze cinematografiche, per poi crollare miseramente proprio lì, in sala cinematografica, con un film che, per fortuna, nessuno ne ha quasi ricordo. Io no, lo vidi al primo giorno di uscita al cinema e avevo diciassette anni, abbastanza per uscirne deluso e capire già da lì che di film tratti dai videogiochi, proprio non c’è possibilità di avere godimento audiovisivo.
Gabriele Barducci

Tra un tunnel carpale e l'altro. Cinema e altri feticci nerd su The Games Machine, Nocturno e chiaramente Gameplay Cafè. Amo The Rock, Independence Day, Destiny e il DC Extended Universe, tutti buoni motivi per farmi odiare.

View Comments

  • Mamma mia che gioco ... il primo Max Payne era stupendo! Giocato tutto su PC ed ho ancora il CD-ROM di PC megazine! Un capolavoro assoluto! Noir misto alle scene di intermezzo ispirati ai comics americani! Il film cosi e cosi ... !

  • Max Payne 1 e 2 sono uno spettacolo. Due giochi che devono essere per forza giocati per considerarsi dei veri player.
    Il 3, invece, è un gran bel gioco d'azione ma non è Max Payne.
    Il film, nel suo "piccolo", è anche carino ma così come il terzo videogioco, ben lontano dall'essere un vero Max Payne.

  • Ricordo che era uscito da poco, lo trovai usato a 2 euro per PS2... Che fortuna, ma ancora non sapevo di cosa si trattasse.
    Quando lo gioca rimasi subito ipnotizzato dall'atmosfera, dalla narrativa, dalle musiche... Compreso l'ottimo lavoro di doppiaggio, che si rivelò fondamentale per farci godere a pieno di quella storia.
    In quei giorni nevicava come nel videogioco, questo contribuì ad una immersione e immedesimazione più coinvolgente.
    Alla fine lo finì e ne rimasi totalmente ammaliato. Aspettai e sperai nel secondo, quando arrivò non ne fui molto soddisfatto ma lo giocai comunque e forse me lo feci piacere.
    Quando poi uscì il terzo, bhe lasciamo stare.

  • Adoro il cinema ed i videogiochi da decadi, ma ricordo davvero con sofferenza la delusione all'uscita del cinema. Io Max Payne lì dentro non l'ho visto. 😔

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Gabriele Barducci

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