Titolo volutamente netto per un podcast ovviamente dal tono più mitigato, come sempre, nel quale vi racconto perché ho abbandonato il nuovo Animal Crossing per Nintendo Switch. Troppe costrizioni, ancora di più in tempo di quarantena la sensazione è quella di buttare del tempo che potrebbe essere impiegato per giocare o fare altro.
In calce riprendo anche il discorso su trofei e obiettivi, e di come spesso la loro inutilità sia più dannosa che altro.
Aspetto nei commenti, con modi civili, il vostro punto di vista!
Questo è il nostro articolo “The Dark Side of Animal Crossing: New Horizons”:
https://gameplay.cafe/rubriche/editoriali/the-dark-side-of-animal-crossing-new-horizons/
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Ormai su Animal Crossing entro raramente.. mi sta annoiando tanto, complice anche una user experience pessima a mio parere.
Per quanto riguarda FF7 stessa cosa: volevo sbloccare tutti i vestiti e dopo la prima run ho abbandonato l'idea di ottenere trofei. Continuerò a giocarlo solo per livellare (forse potrebbe tornare utile per il sequel).
Detto questo non voglio scrivere una frase fatta, ma sono completamente d'accordo con te! :D
Il discorso è estremamente complesso, ma altrettanto interessante.
Ho avuto un'esperienza simile con il discorso dei trofei ( presentato molto bene nel video precedente).
Il problema vero non risiede nella azione stessa, ma nel motivo per il quale decidiamo di portarla avanti.
Conosco in modo diretto e indiretto tantissime persone che hanno dimenticato che i videogiochi servono per rilassarsi, vivere avventure, mettersi alla prova da soli o con altri giocatori, ma sempre nel segno del divertimento.
Nella cultura social imperante è divenuto necessario un continuo confronto con gli altri che, nella maggior parte dei casi, non è uno scambio positivo che può arricchire gli elementi che vi partecipano, ma una sterile battaglia nel cercare di risaltare, di dire al mondo " io esisto ".
Ecco come,anche nel mondo dei videogiochi, mostrare la bacheca dei trofei, ostentare i risultati ottenuti in qualche videogame diventa il fulcro centrale dell'esperienza.
Non a caso è presente in rete un nutrito numero di persone che cerca informazioni su come sbloccare rapidamente l'obiettivo, il trofeo ecc.
Questo dimostra come il fine abbia sostituito del tutto il "viaggio" per raggiungerlo.
Attenzione non c'è nulla di male, come specificato prima, nel dedicarsi ad una attività che permetta poi un riconoscimento sociale ( anche se solo in un gruppo ristretto) se questo è mosso dallo spirito del divertimento.
Ma è indubbio che nella maggior parte dei casi questo non avviene. Perché?
Molti giochi hanno iniziato a sfruttare questa "necessità" sociale in modo massiccio con meccaniche ad hoc. I giochi per cellulari sono il massimo risultato di questo processo dove il tutto è finalizzato al renderti dipendente da una determinata routine.
Più tempo si trascorre sul gioco più difficile sarà abbandonarlo per una semplice percezione del tempo investito in quella attività.
In più la continua ansia di "rimanere indietro" rispetto agli altri sarà il meccanismo secondario che porterà avanti la frustrante esperienza.
Il gioco diviene quindi padrone del giocatore e non più viceversa. Non sono più io a decidere come divertirmi, ma il gioco stesso.
Questo depriva il giocatore della sua componente attiva rendendolo un automa che ripete un'azione solo per i motivi esposti in precedenza.
La cosa terribile è che si è consapevoli del disagio, ma non sempre si ha la forza di abbandonare quel malefico meccanismo.
Ora, il tutto diventa ancora più interessante per un appassionato di MMORPG come me. Questa tipologia di giochi è stata la prima a mettere in atto le meccaniche presentate.
Eppure un mmorpg riesce a dare nel tempo un senso di soddisfazione e progressione come pochi altri generi.
Come ? Prendendo il possesso del gioco.
Ho giocato numeri mmorpg e in alcuni casi non ho neanche raggiunto il livello massimo del personaggio.
La corsa all'END GAME è stata per me sempre qualcosa di sconosciuto. Perché sbrigarmi e accorciare quello che dovrebbe essere uno svago ?
I giochi come Animal Crossing, i MMORPG e molti altri titoli che richiedono molta dedizione possono essere affrontati con lo spirito corretto.
La consapevolezza che il gioco è tale se io controllo cosa voglio fare.
Obiettivi, trofei, eventi a tempo determinato possono essere tutte aggiunte simpatiche, ma mai dovrebbero prendere il sopravvento sul divertimento e sulla mia volontà.
Bisognerebbe imparare a vivere il gioco con i nostri tempi.
Perché si, potrei sbrigarmi per raggiungere l'ultimo dungeon, prendere l'armatura più forte e finire le quest quotidiane. Potrei diventare il più forte del server, ma rischierei questo fantastico tramonto virtuale che ho davanti e tutto il gusto del viaggio.
Ne vale veramente la pena ?
di perdermi questo fantastico tramonto... ( Errata corrige 🤣)
Analisi molto interessante!
Concordo, bella analisi, bel parallelo con gli mmorpg!
Il tutto sta in come lo si affronta un gioco del genere. E ognuno deve ragionevolmente viverlo coi propri tempi.
Poi, ci sta pure che uno non ci stia comunque, a viverlo coi propri tempi senza essere condizionato dal pensiero di dover entrare nel gioco e fare certe cose quotidianamente. E pertanto lo abbandona.
Gusti alla fine. Ma sicuramente vale più la pena di giocare un titolo come Animal Crossing, quando si smette (o si evita a priori) di esserne schiavi mentalmente. Di vederla come un'azione da fare per forza. Il gioco permette di non farlo (anche se un po' ti spinge a farlo, è vero).
Io ho amato AC, ma solo su GameCube. Le interazioni successive le ho lasciate oerdere, al limite le ho provate qualche ora, ma il senso di perdita di tempo è troppo davvero. quindi sono d'accordo su tutta la linea, ma capisco anche chi lo ama :)
iterazioni*
Non concordo proprio. Mio primo Animal Crossing e gioco del genere proprio. Della Nintendo difference me ne frego altamente. Ma io mi ci sto ancora dedicando.
Il punto è che non per forza devi fare quelle cose ogni giorno. Vendere entro le 10 ogni giorno? Perché, cosa devi vendere? Le rape la domenica mattina, una tortura è vero (potevano lasciarla tutto il giorno la tizia, ma dopo aver fatto qualche soldo non si è obbligati ogni domenica e ogni settimana a vendere e comprare rape.
La libertà di fare quello che si vuole nel gioco (pur nelle numerose limitazioni imposte dallo stesso, alcune stupide a dir poco e pur alla fine, nelle cose relativamente limitate da fare) è notevole. Non devi necessariamente scavare ogni giorno, né necessariamente raccogliere pietre ferro e legno ogni giorno. Certo, hai la sensazione di sprecare cose magari? Ma allora si può entrare nell'ottica di avere un gioco che starà lì per anni. Puoi pure divertirti a decorare, a sistemare oggetti. Certo, ne consegue che devi craftare e fare soldi per comprarli, ma è qualcosa che puoi gestirti coi tuoi tempi.
Aldilà di tutto, sono ovviamente gusti. A me questi giochi non avevano mai preso, questo invece si.
Il gusto è di costruire, cambiare l'isola, decorarla. Pertanto poi il tempo che uno deciderà di dedicarci, è sempre soggettivo.
Ma non direi che è come un titolo mobile che chiede di aspettare la ricarica della barra... aldilà delle meccaniche a pagamento, premetto. In Animal Crossing non devi aspettare senza far quasi niente, del tempo. Puoi fare altro, e scandirti i tuoi tempi e le cose che vuoi fare le decidi tu.
Certo, l'obbligo velato, e mentale, a rientrarci di quando in quando c'è, per non perdere i villagers ad esempio. Il senso di non sprecare preziosi materiali per il crafting dalle rocce, c'è.
Ma questo gioco sta lì pure a ottobre con gli alberi arancioni anziché verdi. E magari ti godi colori diversi per allora.
Certo, ripeto, è qualcosa che può condizionare mentalmente l'approccio alle proprie giornate, ma in questo senso qualsiasi gioco potrebbe farlo. Lo fanno persino i titoli con una trama e un'inizio e una fine.
È un tipo di gioco questo che premette in partenza di essere un diorama digitale.
Io amo gli acquari d'acqua dolce, mi ci devo dedicare costantemente. Sono un elemento di arredo, una volta arredato secondo i canoni giapponesi dell'aquascaping, e finito di vedere le piante crescere, che rimane? Un elemento di arredo per la casa. Eppure per mantenerlo bisogna starci appresso ogni tanto (ogni giorno per fertilizzare magari, ogni paio di giorni per cambiare l'acqua (con acquari hi-tech funziona così) e ogni settimana o due per potare le piante).
L'importante magari è non diventarne schiavi.
Voglio fare un paragone forse forzato: comprare statuette delle collectors, a cosa serve? Sono soldi spesi per avere un oggetto che non userai, che stai giusto lì a guardare ogni tanto.
Eppure ci sta pure che si spendano questi soldi. Animal Crossing in digitale è questo praticamente, star lì ad ammirare e cambiare il proprio diorama, il proprio acquario digitale, il proprio giardinetto o vasi coi fiori. Dentro una Switch.
Il "proprio" dopo "non concordo" è un refuso. Volevo scrivere solo "Non concordo." 😂
Pertanto l'incipit dovrebbe essere così:
Non concordo. Mio primo Animal Crossing e gioco del genere, proprio.
Un proprio usato un po' in maniera "impropria", ma vabbè, spero di essermi spiegato 😅
In sostanza si riassume tutto in "Non mi piace Animal Crossing". Ci voleva tutto sto papiro? Fosse poi il primo gioco della serie, ne sono uscite una madonna prima di questo, e tutti avevano limitazioni se mai ancora più restrittive. Ma da sempre è così, così è stato impostato il concept e così continuerà ad essere. Ti senti obbligato a giocarci? Non ci giocare, punto, non capisco davvero il senso di fare un video sulla fuffa. Come se io dicessi "non mi piace livellare in Final Fantasy VII, vorrei accenderlo e ammazzare tutti". Figa gioco ad altro. Non comprare le rape, non rompere le rocce, non cercare i fossili, non parlare con i villagers. Ti annoi? Perfetto, non giocare, torna a prenderti il sole e torna a rilassarti dopo il lavoro.