Pur lungi dall’essere il prodotto dal maggior rilievo mediatico di questo E3, The Outer Worlds si trova in una congiuntura temporale estremamente favorevole. Il nuovo RPG targato Obsidian sembra infatti poter mantenere molte promesse che altri hanno tradito: grazie ad una scrittura molto curata e ad una lettura della fantascienza che sembra tutt’altro che superficiale, molti delusi della serie Fallout, ed anche di Anthem, possono sperare in una qualche forma di consolazione. Durante la fiera losangelina la stampa ha potuto avere un altro assaggio di The Outer Worlds: fra sparatorie tattiche e humor nero c’è molto di cui discutere. Sintetizziamo qui sotto tutto quello che abbiamo appreso.
Il gioco è ambientato in gran parte su Alcyon, un pianeta-colonia ai confini della galassia che l’umanità non è mai del tutto riuscita a rendere perfettamente funzionale, anche perché divenuto ben presto terreno di conquista di grandi corporazioni. Quest’ultime forniscono uno spunto eccellente grazie al quale i sapienti scrittori Obsidian imbastiscono una scrittura pervasa dal commento sociale e dall’inevitabile e tagliente humor nero. La demo mostrata all’E3 mostra infatti il nostro personaggio impegnato in una missione per conto di una grande azienda intenta a disfarsi della concorrenza. L’obiettivo è semplicemente eliminare il capo della compagnia rivale (produttrice di salsicce saporite), usando ogni mezzo ritenuto necessario. La componente ruolistica di The Outer Worlds è infatti preponderante e la libertà di approccio alle differenti situazioni appare veramente vasta: possiamo presentarci dalla porta principale dell’edificio dell’azienda concorrente oppure cercare vie secondarie più discrete. Tuttavia, alcuni passaggi potrebbero non essere accessibili se non siamo in possesso di determinate abilità quali, ad esempio, un livello adeguato di scassinamento. La presenza di alcuni gadget può premiare ulteriormente la fantasia del giocatore: nella demo, uno strano strumento ci consente di proiettare su noi stessi una sorta di ologramma che ci fa apparire travestiti da dipendenti e ci consente di infiltrarci inosservati. L’utilizzo dei suddetti gadget è limitato nel tempo. In caso di rottura dello stealth (se di stealth si può parlare) il conflitto a fuoco può essere evitato attraverso il complesso sistema di dialoghi architettato da Obsidian. accanto alle consuete opzioni di persuasione, intimidazione e così via si inserisce la novità dei contributi da parte dei nostri companion: quest’ultimi possono inserirsi autonomamente nelle conversazioni per fornire indicazioni, impressioni e consigli. Lo stesso produttore capo di salsicce può essere “affrontato” verbalmente e, posto di avere un personaggio dalle elevate abilità oratorie sufficientemente sviluppate, si può anche puntare ad una soluzione non letale della missione.
Sebbene The Outer Worlds si possa chiaramente classificare come un RPG della tradizione di Fallout, la componente strettamente action è molto importante: in altre parole, si passa molto tempo a sparare e, stando a quanto trapela da Los Angeles, pare che il gunplay sia molto migliorato rispetto a quanto visto al momenti del reveal del gioco. Obsidian, inoltre, non ha rinunciato ad infondere anche questo aspetto del gioco con una forte componente ruolistica e tattica. Innanzitutto, alla personalizzazione del personaggio si affianca quella delle armi: ogni modifica comporta determinati cambiamenti nella quantità e la tipologia dei danni inferti. In maniera non dissimile dal Dead Eye di Red Dead Redemption e dal sistema di mira dei Fallout tridimensionali, è possibile rallentare il tempo spendendo una barra di consumabile ed osservare come vari il danno arrecato in caso si colpiscano le diverse parti del corpo dell’avversario. Ad esempio, parti delicate come la testa permettono di sferrare un colpo critico, mentre ferire le gambe può ridurre la velocità del nemico. In fase di combattimento i nostri companion sembrano molto autonomi e, al momento, non è dato sapere quali indicazioni possono venir loro impartite. Al fine di offrire una scappatoia al giocatore, Obsidian ha congegnato uno stratagemma alquanto interessante ed originale che concerne un sistema di difetti: supponiamo di essere stati ripetutamente compiti da un nemico, il gioco ci offre di aumentare una statistica utile nella specifica situazione al prezzo di un malus permanente inflitta al nostro personaggio. Nello spirito di libertà d’azione portato avanti da The Outer Worlds, questa gentile offerta può essere accettata o rifiutata.
La grafica, realizzata con L’unreal Engine 4, è buona pur non essendo particolarmente all’avanguardia: probabilmente tradisce il budget limitato di cui Obsidian ha evidentemente potuto disporre prima di essere acquisita da Microsoft. I modelli poligonali appaiono realistici, mentre le animazioni risultano abbastanza legnose sia nei combattimenti che nei dialoghi. Tuttavia, come già successo nel caso di Fallout: New Vegas, la direzione artistica contribuisce a mascherare il comparto tecnico sufficiente e nulla più: le atmosfere della fantascienza sono venate dello stile post-apocalittico, tuttavia, come detto in precedenza, sono i dialoghi a dare il maggior contributo alla caratterizzazione del mondo. L’effettiva estensione del mondo di gioco è, al momento, una notevole incognita del gioco, cosi come lo è la longevità della campagna principale (voci parlano di 30-40 ora ma non è chiaro se questa cifra tenga in conto una percentuale di missioni secondarie).
The Outer Worlds esce il 25 ottobre 2019 su PC (esclusiva temporale dell’Epic Games Store), PS4 e Xbox One. Solamente a fronte della versione finale del gioco potremo esprimerci sull’effettivo merito della produzione Obsidian. Sulla base delle informazioni raccolte fino ad ora siamo ottimisti, anche perché mai come adesso è stato il momento giusto per un gioco di ruolo profondo, ben scritto e dall’anima post-apocalittica.
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Il budget è quel che è, ma questi sanno il fatto loro e il gioco trasuda ispirazione e fa respirare atmosfere stupende, un po' come quella perla di New Vegas d'altronde.
A dir poco interessante. Vista la situazione, certe rifiniture mancanti.
Riguardo la durata, non ho pregiudizi. Sono sempre stato del partito "se spendo, deve durare tanto" ma in realtà poi crescendo da giocatore, certi concetti sono sempre aleatori e soggettivi.
Certo, è un rpg, la durata è importante. Ma non lo voglio penalizzare a priori solo perché eventualmente la main può durare 15 ore. Tranne un estremo negativo di durata risicata, credo che Obsidian ci accontenterà. E sono tutt'altro che loro fan.
Sono d’accordo. Per ora i segnali dal gioco sono ottimi e credo che Obsidian abbia imparato le lezioni di BioWare e Bethesda. Credo che avremo un ottimo RPG profondo con una scrittura eccellente, vedremo!