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Riot Games: tra Picchiaduro, FPS, Card Game e spin-off di LOL

Per il decimo, decimo, anniversario dell’intramontabile League of Legends, Riot Games ha invitato la stampa nei suoi uffici per dare un primo sguardo ai titoli in cantiere. Avevamo qualche idea sul futuro dello studio, ma non pensavamo potesse esserci così tanta carne al fuoco. Scopriamola insieme!

Legends of Runeterra

Partiamo proprio da Legends of Runeterra, il gioco di carte ambientato nell’universo di League of Legends che sarà anche il titolo ad aprire le danze dell’era post LOL.
I primi giudizi di chi l’ha provato sono senza dubbio entusiasti. Legends of Runeterra sembra attingere ai card game più disparati, proponendo però al contempo tante novità che lo rendono un prodotto fresco e originale.

Il principio guida nello sviluppo è stato quello di ridurre al minimo l’RNG (Random Numeric Generator), ovvero limitare il più possibile la sorte, valorizzando le abilità del giocatore. E non si tratta di una cosa da poco, dato che spesso il caso gioca un ruolo determinante in titoli competitivi come Hearthstone.

Allo stesso tempo gli sviluppatori hanno deciso di adottare un modello di business più virtuoso, abbandonando in toto le lootbox. Il gioco, che sarà free-to-play, permetterà infatti di acquistare le carte singolarmente. A detta del team, questo farà sì che per ogni nuova stagione, i giocatori non debbano sborsare più di 20€ per aggiornare il loro deck, contro gli 80-100€ necessari ora in Magic The Gathering Arena e il suddetto Hearthstone. La cifra potrà inoltre calare significativamente completando le sfide proposte e riscattando settimanalmente i pacchetti di carte omaggio. Bene così!

Al lancio, il gioco conterrà ben 318 carte, 24 campioni e 6 regioni (leggete “classi”), che dovrebbero garantire un meta-game solido e variegato. Grande cura sembra essere stata riservata anche al lato artistico del gioco e alle animazioni dei personaggi che, similmente a LOL, si potranno evolvere e potenziare nel corso dello scontro.

Legends of Runeterra riceverà una Closed Beta nel primo quadrimestre del 2020 e verrà rilasciato più tardi nel corso dell’anno.

League of Legends: Wild Rift

Altro titolo dallo sviluppo ormai prossimo al completamento è League of Legends: Wild Rift. Il gioco altro non è che una versione completamente riscritta del celebre MOBA adattato però a console e mobile. L’azione, le meccaniche, i personaggi e tutti gli elementi distintivi del capitolo originario resteranno immutate, ma sarà ottimizzato per un nuovo tipo di fruizione con il pad e vanterà una mappa inedita.

Priorità verrà data allo sviluppo della versione mobile che il team spera di riuscire a pubblicare in tutto il mondo entro la fine del 2020 (le prime versioni beta verranno rilasciate invece entro il 2019). Seguirà la versione console che, considerate le tempistiche, dovrebbe essere cross-gen.

Al lancio, Wild Rift conterrà 40 eroi dei 146 totali; tutti gli altri saranno aggiunti col tempo. Una soluzione pensata per dare modo ai nuovi giocatori di prendere gradualmente confidenza con il gioco. Ah, e sarà free-to-play anche lui, ovviamente.

Eccovi il trailer di annuncio!

Project A

“Scoprite di più sullo sparatutto tattico in prima persona basato su personaggi di Riot Games per PC, nome in codice “Project A”. Project A è uno sparatutto in prima persona competitivo, in cui le abilità dei personaggi creano opportunità uniche durante i combattimenti.” – Questo è quanto viene riportato in descrizione nel breve dietro le quinte dell’esperimento FPS targato Riot.

Project A è un hero-shooter che ammicca chiaramente al peso massimo di casa Blizzard, Overwatch. Al momento è presto per capire quali saranno differenze e analogie tra i due, ma dalle parole degli sviluppatori ci è sembrato di percepire che il loro intento sia quello di incentivare l’uso delle abilità, in favore dello shooting più tradizionale. Nel video viene infatti ribadito più volte come le abilità uniche di ciascun eroe possano aprire un grande ventaglio di opzioni tattiche.

Altri elementi cardine dello sviluppo riguardano il ping e i cheater. Il netcode di Project A è stato creato con il preciso intento di ridurre al massimo il ping, offrendo così la miglior esperienza competitiva possibile. Allo stesso tempo, gli sviluppatori hanno riposto grande attenzione nell’implementazione di un sistema capace di rilevare con precisione massima qualsiasi azione illecita dei giocatori (mira automatica, visione attraverso i muri, etc…).

Trovandosi in uno stato di sviluppo ancora preliminare, nuove informazioni arriveranno solamente nel corso del 2020. A voi il trailer!

Project L

Dulcis in fundo, è il momento di Project L, picchiaduro sviluppato da Riot e Radiant Entertainment (studio acquisito nel 2016), annunciato all’EVO 2019. Le immagini mostrate sono state davvero pochissime, ma sono bastate per riportarci alla memoria Rising Thunder, altro titolo a base di mazzate, sviluppato proprio da Radiant.

Gli sviluppatori assicurano che Project L darà agli appassionati di League of Legends pane per i loro denti (i giochi poggiano infatti sullo stesso universo), ma allo stesso tempo non deluderà i puristi dei picchiaduro competitivi. Cosa questo voglia dire e come Riot declinerà il genere è presto per dirlo.
Da precedenti dichiarazioni sappiamo però che l’accento sarà stato posto sull’uso di abilità dotate di cooldown, piuttosto che sulla realizzazione di combo complesse, dando vita a quella che potrebbe essere la prima ibridazione tra MOBA e Picchiaduro, similmente a quanto avvenuto con Overwatch tre anni fa nel caso MOBA-FPS.

Project L è al momento privo di una finestra di lancio; nuove informazioni arriveranno nel corso del 2020.

Considerazioni finali

L’esperienza maturata nel corso dei 10 anni di League of Legends sembra insomma aver rilanciato le ambizioni del suo studio, che si appresta ora a dare battaglia a colossi dell’industria come Blizzard Entertainment. La sfida che si configura all’orizzonte non è delle più semplici, ma Riot sembra essere pienamente fiduciosa nei suoi mezzi.
Potendo contare sulla forza di un immaginario che ha raccolto attorno a sé milioni e milioni di appassionati, e riuscendo – si spera – a ibridare correttamente le formule del capostipite con le meccaniche tipiche di altri generi, nel giro di qualche anno il team potrebbe affermarsi a 360 gradi nel panorama videoludico con una serie di originali e interessanti IP.

Noi non vediamo l’ora di scoprire cosa ci riserva il futuro di Riot Games, e voi?

Giacomo Bornino

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