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Venti titoli Indie da giocare assolutamente su PC e Console

Con una scena indie ormai estremamente attiva, può servire fare un punto sui migliori titoli degli ultimi anni. Resta difficile però compilare un elenco, vuoi perché ormai le proposte sono diventate tante, tantissime, al punto da richiedere qualche requisito più stringente al fine di selezionare, per l’appunto, i migliori. Per soddisfare tale criterio si è infatti premiato chi, non solo proponeva una giocabilità solida, ma anche chi riusciva a mantenere alta l’asticella sul piano tecnico.
In particolare nel campo della pixel art, si è reso doveroso fare un certo discorso, in quanto questo stile grafico ormai sta finendo per diventare abusato e spesso una scusa per non sforzarsi a profondere impegno sul piano cosmetico di giochi che ormai costano in media sempre di più (siamo ormai ben oltre i 10-15 euro di un indie del 2010). Molto spesso infatti alcuni indie esibiscono una brutta pixel art, provandola a venderla come accettabile in quanto stile retro.
Tuttavia certi esempi di grafica in pixel sarebbero stati considerati pessimi persino all’uscita del Super Nintendo (che poteva contare su titoli del calibro di Super Mario World), trovando quindi nell’etichetta “retrò”, quasi una giustificazione per proporre qualcosa di qualità mediocre, che avrebbe sfigurato persino quando tale stile era contemporaneo.
Pertanto questa rassegna di venti giochi (assolutamente non una classifica, i titoli sono proposti in ordine sparso) vuole quindi premiare chi ha cercato di fare quel chilometro in più, coniugando sostanza e forma per cercare di alzare il livello delle produzioni indie.

 

Dead Cells (PC, Playstation 4, Xbox One, Switch)

Dead Cells è presente in questa lista per due motivi. Il primo è che si tratta effettivamente di uno dei migliori indie degli ultimi anni. Il secondo è che Tanzen ne ha preteso l’inserimento, pena ripercussioni violente, pertanto eccolo qui. I suoi pregi però sono considerevoli, trattandosi di un metroidvania con elementi ruolistici molto accentuati, ma perfettamente incastonati su di una parte action funzionale composta da salti e da combattimenti agguerriti. La sua impostazione roguelike e i dungeon procedurali possono renderlo forse meno accessibile per chi voglia un titolo più “calmo” nel modo di gestire la curva di difficoltà e una progressione più chiara e meno impalpabile. La grafica inoltre è davvero notevole, utilizzando una pixel art e una colorazione molto suggestive.

Cuphead (PC, Xbox One, Switch)

Uno dei colpi di “calciomercato” di Phil Spencer è stata l’acquisizione di Cuphead, riconoscendo ai fratelli Moldenhauer una bravura che ha trovato ampiamente riscontro nelle vendite, rendendo il loro gioco un successo da milioni di copie. La sua origine indie rimane però marcata da alcuni limiti intrinseci, che lo rendono un corri&spara anomalo, in quanto concentrato per gran parte sulle battaglie con i boss, realizzate però squisitamente e con grandissima varietà di progettazione. I livelli classici, in cui avanzare orizzontalmente con fasi platform più complesse, sono una presenza più circoscritta. La qualità generale però è estremamente elevata, non solo nella giocabilità, ma anche nel comparto tecnico. La grafica disegnata a mano è tra i punti più alti raggiunti sinora in campo videoludico per disegni e animazioni, accompagnata da una colonna sonora jazz e ragtime eccellente e una direzione artistica che omaggia i primissimi cartoni animati.

Icey (PC, Switch)

Ciò che rende il comparto narrativo di questo gioco decisamente frizzante è l’insieme di rotture della cosiddetta quarta parete, degne dei momenti più memorabili di Metal Gear Solid 2. Come nel gioco di Hideo Kojima, anche la protagonista di Icey parte per sconfiggere un cattivo, salvo poi ritrovarsi in una serie di situazioni dove viene esplicitato in modo palese che tutto ciò che succede avviene dentro un gioco, alterando anche la progressione  o alcuni eventi in modo anomalo, pur di ribadire questo concetto. Non solo graficamente pregevole, Icey è anche un hack&slash bidimensionale giocabile dotato di una narrazione sorprendente e creativa.

 

Return of Obra Dinn (PC, Playstation 4, Xbox One, Switch)

Una nave scomparsa e un mistero irrisolto sono al centro di questa strana avventura grafica. L’Obra Dinn è un vascello su cui è avvenuto qualcosa di poco chiaro, lasciando il suo equipaggio morto in circostanze anomale. Un agente assicurativo si trova quindi l’ingrato compito di analizzare ogni cadavere, ricostruendone gli ultimi istanti e la causa del decesso, sino a scoprire l’intera storia. Graficamente minimale, in un bianco e nero che sembra quasi un esperimento di puntinismo pittorico applicata ad un videogioco, eppure molto rifinito in ogni aspetto. Forse tanto avaro nell’imbeccare il giocatore circa la progressione come The Witness, quanto appassionante per chi voglia dedicarcisi.

Thimbleweed Park (PC, Playstation 4, Xbox One, Switch)

Dal creatore di Monkey Island, un’avventura grafica dall’aspetto vintage, presentata con abbondanti citazioni, omaggi e riferimenti a quello stesso genere che per primo ha saputo introdurre storie articolate nel media videoludico. Sfacciatamente cubettoso, ma comunque ben definito e curato nel comparto grafico, il titolo di Ron Gilbert ci presenta un variopinto insieme di protagonisti, i quali portano avanti le loro storie in quel di Thimbleweed Park, la località che dà il nome al gioco e fa da palcoscenico degli eventi. Denso di mistero e umorismo, è capace di appassionare e divertire al tempo stesso.

Little Nightmares (PC, Playstation 4, Xbox One, Switch)

Ormai prossimo a ricevere un seguito, Little Nightmares ha affascinato già milioni di giocatori con un’ambientazione da favola cupa alla Tim Burton. La piccola protagonista deve scappare da un luogo ostile, popolato da creature dalle fattezze orchesche, aiutata solo dalla sua piccola taglia per sgattaiolare in giro, utilizzando piattaforme improvvisate, risolvendo enigmi e sfuggendo agli inseguitori. Un pò platform, stealth e puzzle, Little Nighmares è un’avventura sfaccettata tanto nella giocabilità quanto nell’immaginario che riesce a creare, ribaltando i toni favolistici in un contesto macabro e proponendo una buona serie di situazioni da affrontare sino all’epilogo.

Fox N Forest (PC, Playstation 4, Xbox One, Switch)

Un platform con un’ottima pixel art, che si accompagna con alcune idee di game design piuttosto interessanti. La volpe protagonista infatti si avventura lungo la foresta alterandone le stagioni a piacimento per superare ostacoli, creare passaggi e piattaforme, laddove serva. Per superare un lago basterà passare dall’estate all’inverno e camminare sul ghiaccio, oppure cambiare primavera in autunno e approfittare delle foglie cadenti come piattaforme temporanee per lasciarsi alle spalle un burrone altrimenti troppo lungo da saltare. Fox N Forest ha inoltre un buon numero di segreti e oggetti sparsi da raccogliere lungo ciascuna area, mostrando un’attenzione per la rigiocabilità, il level design e l’esplorazione matura in termini di progettazione e degna dei migliori esempi di platform 2D provati su Mega Drive e SuperNintendo.

Banner Saga (PC, Playstation 4, Xbox One, Switch)

Giunta da poco al terzo capitolo che ha concluso la trilogia, questa saga di strategici a turni rientra forse tra i casi di artigianato videoludico migliore degli ultimi anni. Una giocabilità molto strutturata, unita ad una grafica disegnata a mano eccellente e una trama capace di sfiorare vette di epicità degne di un fantasy tolkieniano. The Banner Saga è un titolo forse non facile per i novizi del genere, ma capace di unire una certa brutalità nelle scelte di game design a quelle della narrativa. Con la responsabilità della sopravvivenza di una sconfinata carovana di persone, il giocatore deve non solo combattere al meglio le sue battaglie, ma effettuare anche scelte che incidono sulla progressione con bonus e malus che rendono difficile determinare quale sia la soluzione migliore.

Nex Machina (PC, Playstation 4)

Lo studio Housemarque si è distinto per una serie di giochi dal piglio arcade e dalla giocabilità estremamente profonda, tanto immediati e semplici, quanto ricchi da padroneggiare. Nex Machina raggiunge forse il picco di questo approccio di game design, proponendo uno sparatutto isometrico velocissimo, frenetico e impegnativo a più gradazioni. Correre in mezzo ad una pioggia di proiettili, salvare le persone tenute prigioniere e sconfiggere le ondate di nemici soverchianti. Poche regole, ma tradotte in un’adrenalinica esperienza, di quelle che collegano ogni game over alla partita successiva in modo quasi automatico e assuefacente.

The Witness (PC, Playstation 4, Xbox One)

Pacifico e poco loquace, il mondo creato da Jonathan Blow è un contenitore di rompicapo su misura del consumatore vorace di riviste di enigmistica, dipinto con una tavolozza che mescola i colori di primavera ed autunno in un riuscitissimo quadro digitale. Ad ogni passo avanti si scopre qualche breve diario audio che altro non offre che non una dissertazione filosofica o citazione per far riflettere il giocatore su qualche tema che verte sui “massimi sistemi”. L’isola è vuota, deserta, lasciando un misto di calma e silenzio propedeutici al cercare la soluzione dell’ennesimo nuovo puzzle posto davanti. In antitesi piena con l’azione, i dialoghi scoppiettanti e le battute ad effetto, i game over da roguelike o qualsiasi altro aspetto riscontrabile in un’altro gioco di questa lista, The Witness è un prodotto completamente autoriale e personale al punto da non cercare minimamente di accattivare il suo pubblico.

Severed (Playstation Vita, Switch, 3DS)

Dagli autori di Guacamelee, Severed è un dungeon crawler che ha sfruttato in modo perfetto i controlli tattili dello schermo di Playstation Vita (e ora anche di Switch e 3DS). Il dito del giocatore diventa così la spada della protagonista, la quale può sferrare colpi e fendenti per attaccare o difendersi dai numerosi mostri. Stilisticamente originale, sia nella cosmesi grafica che nel plasmare le forme dei nemici, mescola perfettamente esplorazione dei dungeon e backtracking senza però rendere mai nessuno di questi elementi troppo pesante o complesso. Un level design esemplare permette di affrontare una sezione, lasciare da parte qualche scrigno o passaggio, salvo poi ricollegarlo successivamente con ottima naturalezza nel gestire la progressione. Un acquisto indispensabile per chi possiede una di queste console portatili e uno dei rari casi di gioco dai controlli tattili sfruttati per qualcosa di più complicato di un Fruit Ninja a caso.

Pawarumi (PC, Xbox One, Switch)

Ikaruga aveva completamente stravolto un genere videoludico che sembrava ormai cristallizzato, proponendo un’idea tanto semplice, quanto capace di affermare principi di game design innovativi nel campo degli shmup. Pawarumi riprende quell’idea e la espande, inserendo un sistema di sparo tri-cromatico in cui ogni colore risulta più efficace contro un nemico contrassegnato da una tinta opposta, secondo un principio di sasso-carta-forbice. In aggiunta, gestire il fuoco secondo un’ordine inverso può risultare utile per potenziare gli scudi, creando quindi un circuito di sparo offensivo-difensivo estremamente vario, dinamico e coinvolgente, anche per il giocatore più navigato negli shmup. Suggestiva l’ambientazione che mescola antiche civiltà atzeche con la fantascienza.

 

Blazing Chrome (PC, Playstation 4, Xbox One, Switch)

Quando le grandi software house lasciano le loro serie storiche in cantina nonostante le pressanti richieste dei giocatori (o le rispolverano in modo discutibile, vedi Contra Rogue Corps), la scena indie può regalare dei seguiti putativi che nulla hanno da invidiare agli originali a cui si ispirano. Blazing Chrome è letteralmente il seguito ideale di Contra, dotato di una giocabilità in tutto e per tutto modellata su quella del titolo a cui si rifà, al punto da essere forse non originale, ma perfetto con il pad alla mano. La grafica in pixel è ricca di sfumature e dettagli lungo tutti i livelli, i quali non solo si differenziano tra loro come ambientazione, ma ospitano battaglie contro dei boss ben articolate, che sembrano davvero fuoriuscite da uno dei migliori corri&spara.

Unruly Heroes (PC, Playstation 4, Xbox One, Switch)

Prodotto da ex sviluppatori di Ubisoft che hanno firmato i due Rayman Origins/Legends, Unruly Heroes è un action-platform squisitamente vicino al pittorico nella sua veste grafica. Il gioco reinterpreta la famosa leggenda orientale dell’eroe scimmia, mettendo ai comandi del giocatore anche una rosa di tre comprimari dotati di mosse e attacchi diversi, i quali possono essere alternati al protagonista in qualsiasi momento. Nel complesso un titolo divertente e ben articolato nella sua giocabilità, impreziosito da un valore produttivo decisamente alto per un gioco indie.

Hollow Knight (PC, Playstation 4, Xbox One, Switch)

Capillare e strutturato in modo molto complesso, dotato di una sfida altrettanto consistente. Hollow Knight è un metroidvania che però si rivolge ai veterani di questo genere videoludico. Una curva di difficoltà abbastanza ripida e una presenza di backtracking spesso esagerata, lo rendono infatti poco accessibile per i meno esperti, ma altrettanto impegnativo per chi voglia un titolo capace di intrattenere a lungo. Dalla direzione artistica molto originale e con una grafica pregevolissima, il titolo di Team Cherry sembra quasi una favola epica, ma con un’immaginario insettifico per tratteggiare luoghi e creature, decisamente inedito.

Detective Gallo (PC, Playstation 4, Switch)

Una produzione italiana che riprende il discorso di Thimbleweed Park ma non si sofferma all’omaggiare l’epoca d’oro dei punta e clicca, puntando invece su di un’estetica fresca, composta da vere e proprie tavole disegnate a mano, diventando quasi un fumetto semi-animato. Le atmosfere echeggiano i film di investigatori anni 30, ma presentando dei personaggi che sembrano fuoriusciti da un albo di Paperino, creando un divertente umorismo fatto di contrasti parodistici. Gli enigmi rimangono parte centrale del comparto ludico, ma senza mai risultare troppo complicati o difficili nella loro soluzione.

Wonder Boy Dragon’s Trap (PC, Playstation 4, Xbox One, Switch)

Quando si parla di rifare un classico, gli sviluppatori di Lizardqube ne hanno fatto un’arte. Wonder Boy è la reinterpretazione di uno dei migliori titoli ad 8 bit, un pò action, un pò platform e anche un pochino gdr e avventura. Il protagonista deve superare una serie di livelli avendo a disposizione diverse trasformazioni in animale, ciascuna delle quali gli conferisce un’abilità specifica adatta a superare un determinato punto. La giocabilità quindi stravolge ad ogni area le sue fondamenta, mettendo nelle mani del giocatore qualcosa di sempre nuovo da utilizzare. La grafica disegnata a mano è forse tra i migliori esempi da anni a questa parte, forse inferiore soltanto al titanico lavoro dei fratelli Moldenhauer del Cuphead di cui si è parlato sopra, ma comunque straordinaria.

 

Redout (PC, Playstation 4, Xbox One, Switch)

I valori produttivi in questo caso sono talmente elevati da lasciare il dubbio si tratti di un gioco indie oppure un vero e proprio AAA pubblicato da uno studio più grande. Anche Redout rientra in quei casi in cui gli sviluppatori indipendenti riescono a supplire in modo più che egregio a qualche grave mancanza del mercato contemporaneo. Latitando da ormai troppo un nuovo capitolo ufficiale di Wipeout o F-Zero, se ne può qui trovare un buon sostituto, grazie alla riproduzione di corse futuristiche perfettamente ricalcate sullo stile dei due illustri colleghi. Veloce e adrenalinico, perfetto per chiunque voglia un gioco di corse diverso dal solito.

Bloodstained (PC, Playstation 4, Xbox One, Switch)

Il Castlevania che non si chiama Castlevania. Koji Igarashi è passato da produttore di una grande software a sviluppatore indie pur di dare ai fan il nuovo capitolo di una saga che lo ha affermato tra i migliori sviluppatori e game designer di sempre. C’è poco da dire riguardo questo titolo, se non che si tratta di un seguito non ufficiale dello stesso Symphony of the Night che a distanza di vent’anni continua ad essere ripubblicato, giocato e studiato come perfetto esempio di game design e di come ibridare generi ludici. Action platform ruolistico, come lo si potrebbe definire, Bloodstained anch’esso verte sull’esplorazione di un castello dalla mappa congegnata in modo meticoloso per contenere combattimenti avvincenti, oggetti preziosi da raccogliere, ostacoli da superare e quanto altro ne renda densa la sua sostanza.

Ori and the blind forest (PC, Xbox One, Switch)

Con un seguito di ormai prossima pubblicazione, il primo Ori continua ad essere incantevole, sia nella sua veste grafica e direzione artistica, sia nella sua struttura action platform, con una lieve presenza di enigmi a rendere il tutto più vario ed elaborato. Difficile trovare parole adatte per descriverlo, Ori è puro stupore applicato al videogioco.

 

 

 

 

Francesco Dovis

Complice una formazione professionale nel settore, decide di adottare l'approccio giornalistico anche nel trattare un argomento che oggi è diventato di costume al pari di musica o spettacoli. Da sempre videogiocatore multipiattaforma, in virtù di questo definisce la sua esperienza in materia "caleidoscopica".

View Comments

    • grazie. per sapere, alcuni di quelli proposti non li conoscevi e ti interessa provarli? o li conosci già tutti? ho messo anche dei titoli poco conosciuti apposta per proporli.

  • Sono onesto, all'inizio di questa gen ero molto interessato a tutta l'infornata di indie. Dopo un pò mi hanno un pò annoiato, spesso bisognava destreggiarsi tra titoli in fotocopia e altri davvero scialbi. Alla fin fine reputo poca roba davvero meritevole. Tra i titoli in lista ho giocato con molto piacere: Dead Cells e Little Nightmares. Con un pò meno piacere: The Witness (ho fatto davvero fatica a portarlo a termine), Hollow Knight (davvero tosto!) e Wonder Boy Dragon's Trap. Menzione d'onore, invece, per due giochi che inserisco tra i miei preferiti: Thimbledweed Park e The Banner Saga.

    • hai scelto anche titoli molto diversi tra loro. è difficile conciliare generi così differenti e ci sta che non tutti ti abbiano coinvolto. non mi aspetto che qualcuno apprezzi tutti e 20 i titoli elencati, proprio perché mi rendo conto di aver selezionate cose in modo misto.

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