Nel maggio del 2010 i possessori di Xbox 360 ricevettero un biglietto per un viaggio di sola andata nell’oscuro mondo di Alan Wake. Un biglietto che li ha portati a scoprire Bright Falls, una piccola cittadina americana sospesa nel tempo e situata tra le montagne. Fitti boschi, edifici in legno e una comunità tanto unita quanto inquietante fanno da sfondo alle vicende di questa magnifica opera videoludica. Nonostante il passare degli anni e un gameplay, già allora, con più di qualche problema, il titolo è rimasto nel cuore di moltissimi appassionati. Appassionati che hanno chiesto a gran voce un ritorno dello scrittore americano e che sono stati accontentati dalla software house finlandese solamente con l’uscita di Control.
Ebbene, a distanza di due anni dalla release del succitato titolo con protagonista la splendida Jesse Faden, Remedy Entertainment ha deciso di riportare in scena Alan, con lo scopo di farlo conoscere alle nuove generazioni.
Dopo aver trascorso una settimana intensa in compagnia dello scrittore, siamo finalmente pronti a parlarvi di Alan Wake Remastered. Un titolo che, per chi vi scrive, ha un valore molto speciale, ma che non influenzerà minimamente il nostro giudizio finale. Se siete curiosi di scoprire se vale la pena impugnare la torcia e tuffarvi tra le nebbie dei boschi, non dovete far altro che continuare a leggere.
Da un punto di vista narrativo, Alan Wake Remastered non aggiunge nulla all’opera originale e ai due DLC usciti successivamente. Non che questo sia un problema, ovviamente. Appena avviata l’applicazione del gioco, basteranno pochi secondi per sprofondare lentamente nell’atmosfera cupa e autunnale di Bright Falls.
Per chi non lo sapesse, la storia narra di uno scrittore che, in pieno blocco creativo, decide di trascorrere una vacanza con la propria moglie in una (ben poco) ridente cittadina tra le montagne. Nel giro di qualche ora la situazione precipita molto rapidamente, lanciando Alan in un vortice di follia, mistero e di oscurità. Non vogliamo dire altro per non rovinare l’esperienza a tutti coloro che non hanno avuto occasione di giocare a uno dei titoli di punta di Remedy. Vi basti sapere, però, che non solo la storia vanta un ritmo pressoché perfetto e un protagonista estremamente carismatico, ma che la trama presenta alcuni momenti di scrittura davvero sopraffini. La capacità dell’azienda finlandese di fondere il narrative design con il sound design è qualcosa di realmente encomiabile, che raramente ci è capitato di vedere in altre produzioni.
Se siete amanti delle storie di Stephen King, troverete in Alan Wake Remastered un piccolo gioiello in grado di brillare di luce propria. Una luce che vi potrebbe servire proprio per eliminare i pericoli che infestano Bright Falls.
L’avventura può essere portata a termine in circa dieci ore, con l’aggiunta di altre tre ore per i due contenuti aggiuntivi che continuano la storia dopo i titoli di coda. “Il Segnale” e “Lo Scrittore”, infatti, non solo risultano fondamentali per comprendere la trama di gioco, ma lasciano comunque la porta aperta a un seguito. Seguito che ancora stiamo aspettando, ma che potrebbe essere ormai dietro l’angolo. Dopotutto l’intera mossa commerciale di rinfrescare le menti del pubblico con questa Remastered sembra voler portare a un Alan Wake 2 al passo con i tempi sotto tutti i punti di vista.
Se non possiamo minimamente lamentarci del comparto narrativo, lo stesso non possiamo dire però del lato ludico. Già nel 2010, Alan Wake soffriva di un’eccessiva ripetitività, pur partendo da una meccanica estremamente interessante. Lo scrittore si troverà, infatti, a dover esplorare zone buie armato della propria torcia. I nemici, umani o oggetti posseduti dalla Presenza Oscura, saranno protetti da un’aura malvagia. Per riuscire a colpirli con le varie bocche da fuoco a nostra disposizione, dovremo prima rimuovere questa loro bizzarra difesa. Un’azione possibile proprio grazie alla succitata torcia e ad altri elementi luminosi sparsi per le mappe di gioco. Questa (ottima) idea di fondo presta però il fianco a un gunplay non sempre esaltante e a un ripetersi di situazioni. Non che questo sia un problema in grado di danneggiare del tutto l’esperienza di gioco, ma è certamente il punto debole dell’intera produzione.
Quando non staremo esplorando aree oscure con l’obiettivo di viaggiare da un punto A a un punto B, la nostra principale attività sarà quella di raccogliere tutti i collezionabili. Durante l’intera avventura troveremo una serie di pagine del romanzo ancora non scritto di Alan, alcune disponibili esclusivamente alla difficoltà di gioco più alta. Di ben altra natura e spessore, invece, sono i termos di caffè e le piramidi di lattine, che non aggiungono nulla alla storia. Si tratta comunque di una buona ragione per osservare attentamente ogni zona, nella speranza di ottenere tutti i trofei/obiettivi necessari al completamento totale dell’opera.
Come avete potuto leggere, il gameplay di Alan Wake Remastered è rimasto anch’esso invariato rispetto al passato. Bisogna ammettere, però, che il passaggio ai 60 fotogrammi al secondo delle versioni PlayStation 5 e Xbox Series X | S permettono alle scene d’azione di risultare più leggibili e, di conseguenza, godibili.
Proprio per quanto riguarda il lato tecnico, questa Remastered non ha saputo convincerci del tutto. Nonostante i modelli poligonali dei personaggi siano ora nettamente più definiti e il sistema di illuminazione sia migliorato sotto diversi aspetti, il titolo non riesce mai a brillare davvero. Questo è evidente soprattutto durante le cut-scene, che mettono in mostra tutti i problemi di animazioni e di rigidità dei personaggi. Una rigidità che, soprattutto nelle espressioni facciali, può risultare talvolta addirittura sgradevole. Inspiegabili, poi, alcuni cali di frame nei vari filmati di gioco, che risultano l’elemento meno rifinito del gioco.
Impeccabile, invece, il comparto sonoro. La splendida soundtrack di Petri Alanko si fonde con le canzoni dei Poets of the Fall, che in questo titolo interpretano un gruppo fittizio chiamato Old Gods of Asgard. Al termine di ogni capitolo, inoltre, è presente una canzone diversa che contribuisce a trasmettere il mood tipico delle serie tv, linguaggio con il quale Alan Wake ha davvero molto in comune.
Siccome siamo dei folli amanti della produzione datata 2010 di Remedy, abbiamo acquistato tutte le versioni di Alan Wake Remastered disponibili sul mercato. La recensione è stata scritta prendendo in considerazione sia la versione PlayStation 5, che quella Xbox Series X. Le differenze tra le due copie sono, alla fine dei conti, davvero impercettibili.
DurataAlan Wake Remastered è la trasposizione imperfetta di un titolo imperfetto. Nonostante ciò, l’opera di Remedy Entertainment rimane un’avventura che tutti dovrebbero vivere una volta nella propria vita. La narrazione sopraffina e un’atmosfera unica nel suo genere rendono questo primo episodio dedicato allo scrittore americano un vero e proprio must have. È innegabile, inoltre, che i dev si siano impegnati per aggiornare tecnicamente la propria opera, pur non riuscendo a farlo del tutto. Visto il conveniente prezzo di lancio (poco meno di trenta euro), vi consigliamo comunque di recuperare Alan Wake in questa nuova iterazione. Tutto in previsione del secondo capitolo, che potrebbe essere più vicino di quanto si possa pensare.
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Ricordo che nel lontano 2010 feci la pazzia di acquistare una Xbox 360 (nuova) solo per questo gioco. Mi tenne incollato come non mai. Ripreso diversi anni dopo per PC, pur non avendo un PC da gioco. Finalmente adesso rivedo il buon Alan Wake sulla mia console preferita (Playstation). Inutile dire che l'ho acquistato ad occhi chiusi. Sbarcato a Bright Falls già da qualche giorno, atmosfera magnifica. Gameplay invecchiato un pò maluccio ma si lascia giocare. Speriamo desti interesse, un seguito è un atto dovuto.