Recensione

Clubhouse Games: 51 Worldwide Classics ci porta in sala giochi

Quando nel gennaio 2017 Switch venne svelata al grande pubblico, furono presentate le molteplici caratteristiche che accompagnavano la nuova ibrida di Nintendo. Fu la stessa casa giapponese a definirla una sorta di summa massima di tutte le innovazioni tecnologiche introdotte dalla casa di Kyoto negli ultimi trent’anni e, fin da subito, vennero mostrati una serie di prodotti in grado di sfruttare molte delle nuove funzionalità presenti, come Arms e 1-2 Switch. Col tempo Switch si è adattata alle abitudini dei videogiocatori, facendo sì che ognuno scegliesse come meglio preferisse le abitudini di gioco. Molte sono le testimonianze di chi usa l’ibrida giapponese esclusivamente in modalità portatile, altrettanti coloro che preferiscono tenerla costantemente collegata alla TV. Alle porte dell’estate, Nintendo ci presenta Clubhouse Games: 51 Worldwide Classics. Si tratta di una raccolta di giochi di varia natura, erede spirituale dei 42 classici senza tempo che aveva riscosso un discreto successo sul Nintendo DS. Ve ne avevamo già parlato positivamente nella nostra anteprima, ma ora possiamo dirlo senza alcun timore di essere smentiti: questo nuovo titolo in esclusiva rappresenta in maniera cristallina la quintessenza di Nintendo Switch. Ecco la nostra recensione!

Dettagli sorprendenti

Il primo impatto con questo titolo è alquanto inaspettato, nel modo in cui la minuzia di particolari colpisce e incuriosisce. Subito dopo aver creato un timido avatar, un globo terrestre ci guida al primo incontro con il panel di attività proposte. Nulla ci vieta di spulciare fin da subito tutti i titoli presenti nella collezione, ma siamo piuttosto incuriositi da un NPC che ci vuole a tutti i costi introdurre ai giochi di strategia. Una volta invitato l’NPC alla scelta del primo gioco, la lista dei minigiochi presenti viene filtrata, mostrandoci esclusivamente questa categoria. Siamo subito attratti dalla prima proposta, un gioco che si chiama Mancala, e lo avviamo senza troppo timore. Quando ci aspetteremmo di trovare la schermata di selezione della partita con delle semplici regole a schermo, ecco invece partire una sequenza animata (interamente doppiata in italiano) in cui due giocatori cominciano a simulare alcuni spezzoni di partita. Il video è ben lontano dall’essere esplicativo, ma ci infonde estrema curiosità sottolineando gli aspetti più stuzzicanti di questo strambo gioco di strategia. Una volta terminato, non abbiamo afferrato completamente il regolamento, ma abbiamo una gran voglia di iniziare una partita, dopo aver letto attentamente le regole. Sono poche e semplici, e basteranno meno di due minuti per afferrare i concetti principali. Il livello della CPU non è selezionabile fin da subito (ce ne sono ben quattro) e man mano che si vince si può accedere ai livelli successivi.

La finitura della scacchiera sorprende per cura e dettaglio
Iniziamo così una partita a livello normale e siamo catapultati nell’arena di gioco, che colpisce per la cura dei dettagli a schermo.

Dal legno rappresentato per riprodurre il “granaio” di gioco, ai semini distribuiti nelle varie fessure, tutto è riprodotto con estrema cura ed aumenta la sensazione di trovarsi a tu per tu con un vero giocatore. Non staremo qui a spendere parole sullo spiegare le regole del gioco (più difficile a dirsi che a giocarsi), ma ci basterà sapere che alla fine dei giochi vincerà chi avrà collezionato più semini all’interno del proprio granaio. Due “mani informatiche” si muovono sulla plancia da gioco distribuendo questi semini secondo criteri prestabiliti, restituendo un feeling piuttosto naturale, coadiuvato anche da un’ottima restituzione data dal rumble HD nel momento in cui i semini cadono sul legno. La prima partita fila via liscia ed abbiamo subito voglia di inanellarne un’altra, questa volta potendo selezionare la difficoltà successiva. Prima, però, una schermata di testo ci presenta una gradita sorpresa: qualche riga ci introduce alla prima curiosità sul gioco, spiegandoci in maniera molto sintetica le origini. Veniamo quindi a conoscenza del fatto che giocando più volte ad ogni minigioco verranno sbloccate una serie di curiosità che andranno a comporre una sorta di bacheca dei trivia. Anche la seconda partita fila via liscia, con qualche difficoltà in più. Il terzo livello è decisamente ostico e non ne veniamo a capo; è quindi giunta l’ora di andare ad assaporare l’offerta nella sua interezza.

Wii Sport? No, grazie!

Clubhouse Games: 51 Worldwide Classics propone una vasta gamma di minigiochi di svariata natura ed una buona fetta dell’offerta è rappresentata dagli sportivi. Sottolineiamo subito che non si tratta di una riproduzione povera del catalogo di Wii Sport, ma di una reinterpretazione intelligente ed estremamente divertente, che fa dell’immediatezza il suo punto di forza. Alcuni sport complessi come il baseball ed il tennis, sono semplificati in chiave “sala giochi” e resi estremamente funzionali. I personaggi non potranno essere spostati su tutto il campo da gioco, ma saranno costretti a muoversi secondo percorsi ben definiti, creando partite rapide e controlli facilissimi da padroneggiare.

Nella maggior parte dei casi, con due tasti si ha a disposizione tutto quello di cui si ha bisogno per imparare i fondamentali.

Nonostante l’uso di controlli estremamente sintetici, i minigiochi presentano una buona profondità ludica fondata principalmente sul tempismo: imparare i controlli sarà immediato, padroneggiarli alla perfezione per battere la CPU in modalità “impossibile” in una partita di tennis sarà un altro paio di maniche. Ci eravamo avvicinati in maniera piuttosto scettica all’offerta sportiva della raccolta, ne siamo usciti invece divertiti e piacevolmente sorpresi, eccezion fatta per due o tre minigiochi (come il biliardo ed il golf) che si presentano come una declinazione mobile in chiave Nintendo Switch piuttosto povera di idee.

Con joycon o senza joycon?

La caratteristica principale di questa raccolta è senz’altro la duttilità con la quale può essere fruita. Che siate amanti dei piccoli joycon, della modalità TV con il Pro controller o dei comandi tattili, l’adattamento è pressoché perfetto. Prendiamo ad esempio il famosissimo hockey da tavolo. Ognuno di noi ha provato in sala giochi l’ebrezza di poter sferrare dischi a tutta velocità con i movimenti del braccio. Quest’esperienza è splendidamente riprodotta in questa raccolta: potete iniziare a giocare sul divano col Pro Controller in multigiocatore online o contro la CPU, poi staccare i joycon e passare ad una sfida a due in locale impungnando un joycon ciascuno, sempre restando in modalità fissa, e infine estrarre la Switch dalla dock e usarla come tavolo da hockey sul quale utilizzare il vostro indice per controllare il disco e simulare una reale atmosfera da sala giochi. Ovviamente non tutte le tipologie di giochi si adattano a tutti i tipi di comandi, considerata la natura statica di alcuni di essi, ma la sforzo profuso da Nintendo è encomiabile e sfrutta il potenziale della sua ibrida a trecentosessanta gradi.

INFO UTILI

Abbiamo recensito il gioco grazie ad un codice fornitoci da Nintendo. Dalla recensione sono stati esclusi tutti i minigiochi che necessitano della modalità mosaico, ovvero dell'utilizzo di più Nintendo Switch in contemporanea.

Durata
  • Considerata la tipologia del prodotto, la durata è pressoché infinita, con la possibilità di sfidare amici in locale, in multiplayer e la stessa CPU.
Struttura
  • I minigiochi sono raccolti per categorie e vengono presentati in una sorta di hub di gioco raffigurato da un globo terrestre. L'accesso alla lista dei giochi è immediato e di facile accesso. Lo si può visualizzare per tipologia o nella sua interezza.
Collezionabili e Extra
  • Non esistono dei veri e proprio collezionabili, tuttavia, giocando per tre, quattro volte allo stesso minigioco, vengono sbloccate delle vere e proprie curiosità che arricchiscono una sorta di bacheca nella quale si possono consultare.
Scheda Gioco
I comandi tattili rappresentano una valida alternativa

Da soli o in compagnia?

Inutile girarci troppo intorno: l’esperienza confezionata da Nintendo spicca particolarmente se giocata con amici, possibilmente in locale.

In questa situazione, Clubhouse Games sfrutta in pieno tutto il suo potenziale, utilizzando praticamente tutte le funzionalità della Switch. Il multiplayer online è una validissima alternativa, sia nel caso si volesse giocare con amici a distanza, sia nel caso in cui si avesse voglia di sfidare sconosciuti in tutto il mondo: scegliendo fino ad un massimo di tre preferenze sulla lista dei giochi disponibili in multiplayer (quasi tutti, per la verità) il matchmaking incrocerà i nostri dati con le preferenze di un altro giocatore online in modo da giocare uno dei giochi selezionati. Nonostante il consiglio spassionato sia quello di considerare l’acquisto in particolar modo se si ha un folto gruppo di amici interessato alla tipologia di giochi proposti, non ci sentiamo di sconsigliare l’acquisto a chi volesse fruirne in single player. Complice l’ottima I.A. programmata da Nintendo, le sfide con la CPU sono tutt’altro che banali e – non ce ne vogliano i nostri cari amici che andremo a sfidare – decisamente ostiche sul piano strategico. Apprezzabile quindi lo sforzo, in larga parte fruttuoso, di rendere quest’esperienza sensata a chi è allergico al multigiocatore.

Non è raro imbattersi in giochi sconosciuti ai più

Un successo annunciato?

Come avrete notato, non ci siamo limitati a recensire questa splendida raccolta semplicemente valutando i minigiochi uno ad uno. Che voi siate amanti dei giochi di strategia, carte o sportivi da sala giochi, l’offerta di Nintendo è sufficientemente ricca e dettagliata da farvi trovare i vostri angoli di paradiso. Questi 51 classici sorprendono per la maniera in cui sono confezionati e, con molta probabilità, proiettano sulla piattaforma ibrida un altro successo commerciale, forse un po’ a sorpresa. Considerata la particolarità del periodo in questione ed il tipo di offerta proposta, saremmo stupiti se molte Nintendo Switch non accogliessero questa bisca virtuale che potrebbe tranquillamente svoltare parecchie delle vostre serate. Ora è tempo di tornare a giocare a poker all’italiana…con i dadi (sì, è stato il nostro preferito!).

Stefano Cherubini

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