Non è facile parlare di Michael Schumacher, raccontare dei sette titoli mondiali conquistati dal pilota tedesco non è cosa da poco. Eppure, ciò che rimane a otto anni dal suo ritiro sono le straordinarie monoposto che lo hanno accompagnato nel corso della sua carriera. La Jordan ’91 porta con sé l’esordio del pilota, che raggiunse il settimo posto a Spa-Francorchamps buttando il cuore oltre l’Eau Rouge non avendo mai percorso il circuito. La Benetton B194 e B195 portarono il tedesco alla vittoria dei primi titoli iridati, lasciando sull’asfalto di Adelaide i sogni infranti di un Damon Hill condannato eterno secondo. Il v10 “tipo 049” della leggendaria F-2000 è ancora oggi come un richiamo dal fascino irresistibile, un canto che ha come armonia il suono della vittoria. Poter guidare delle monoposto così iconiche per la storia della Formula 1 (anche se virtuali) è stato come rivivere la velocità da bambini quando col braccio fuori dal finestrino credevamo di essere lui, il Kaiser tedesco, l’uomo che ha acceso di rosso i sogni di un paese e lo ha fatto gioire per lungo tempo. Grazie Schumacher.
L’edizione del 2019 ha rappresentato un grande salto in avanti per Codemasters che ha visto limare i difetti che minavano la qualità titolo. L’anno del lockdown ha puntato i riflettori sul titolo corsistico in una maniera tutt’altro che aspettata, F1 2020 rappresenta infatti il risultato della collaborazione di una parte dei piloti della controparte reale che come ben sappiamo hanno gareggiato nei Virtual GP nei mesi scorsi passati dentro casa. Grazie a questo scambio di feedback, le migliorie apportate sono immediatamente visibili appena scesi in pista, anche se è necessario fare un distinguo tra l’esperienza di guida con pad e con volante. Allacciate le cinture e godetevi la recensione!
Formula 1 2020 porta con sé un’ottima quantità di contenuti aggiuntivi rispetto al predecessore, cosa che non ci saremmo mai aspettati visto l’avvento delle console next-gen. Partendo dalle aggiunte al calendario, sono ovviamente disponibili le due nuove tappe che fanno capolino ad Hanoi (Vietnam) e Zandvoort (Olanda). La realizzazione delle due piste appare ottima sin da subito, Zandvoort con i suoi continui cambi di pendenza e curve veloci impone di dedicare particolare attenzione alla gestione delle gomme, che tendono a degradarsi garantendo spettacolo nel circo dei sorpassi. Situazione completamente opposta per Hanoi, dove i lunghi rettilinei permettono di creare dei punti di sorpasso molto interessanti alle staccate, con una parte centrale molto (forse troppo) tecnica, con le barriere quasi sempre a baciare gli pneumatici.
Per quanto riguarda le modalità, l’introduzione più importante del titolo è rappresentata dalla modalità My Team, avrete infatti la possibilità di creare da zero una vostra scuderia, permettendovi di gestirla in ogni sua parte: dalla factory interna per produrre e sviluppare la monoposto, alla gestione degli sponsor, fino alla selezione e gestione del secondo pilota (uno dei due sarà il giocatore).
Una volta selezionata la modalità potrete dar sfogo alla creazione del vostro brand, selezionando le fattezze del vostro alter ego virtuale, per poi passare al nome e logo della vostra scuderia, selezionabili attraverso un set modesto che però permette una discreta quantità di modifiche, come la gestione dei colori o della posizione degli elementi del logo. Stessa cosa vale per la livrea della monoposto, per la tuta dei piloti ed addirittura per l’utilizzo dei colori sociali all’interno degli ambienti della scuderia.
Una volta creati gli elementi estetici si passerà al cuore pulsante della monoposto: il motore. Avrete a disposizione tutti i motori dei costruttori che vengono realmente utilizzati: Mercedes, Ferrari, Renault e Honda, ognuno con un costo diverso, che andrà ad impattare sul budget a disposizione.
In quanto proprietario del team, il budget è la prima cosa a cui bisogna dar attenzione. In Formula 1 la maggior parte degli introiti provengono dagli sponsor, cosa che non è da meno anche nel titolo Codemasters in cui ogni sponsor metterà a disposizione un budget che potrete utilizzare per lo sviluppo della monoposto e per costruire gli upgrade per la vostra factory, dalla galleria del vento, fino alla creazione di nuove power unit o telaio. Ogni sponsor metterà sul tavolo dei premi diversi in base agli obiettivi che vengono proposti in pista, sia su base settimanale che mensile, state attenti perciò a selezionare uno sponsor in base agli obiettivi che vi siete prefissati per la stagione in corso.
La vita da Team Principal non è facile e non si basa sul vincere soltanto le gare nel week-end, ma anche nel pianificare le attività che separano una gara dall’altra. Le attività da decidere sono molteplici: potrete pianificare delle riunioni divise per team di sviluppo, oppure schedulare delle attività di allenamento per il secondo pilota, fino ad organizzare eventi di marketing per far crescere il brand ed i followers.
L’altra fetta corposa del pacchetto comprende quella che fino all’anno scorso era la il pezzo forte dell’offerta: la modalità Carriera pilota. Seguendo la scia della modalità My Team, anche la Carriera tradizionale aggiunge una dashboard aggiuntiva che va ad affiancare quella del pod all’interno del box, potrete quindi andare a navigare le proprietà della vostra monoposto ed intraprendere le migliorie tra una gara e l’altra, riuscendo a ponderare nella maniera più opportuna la direzione della ricerca e sviluppo che volete intraprendere.
Interessanti novità anche per la serie cadetta, la Formula 2, che si arricchisce della possibilità di intraprendere un campionato ridotto, di media durata o di tutte le 22 gare, prima di approdare in Formula 1. Il modello di guida della Formula 2 rimane ben diversificato rispetto la serie principale, con i motori Mecachrome V6 che risultano molto più nervosi rispetto la controparte F1, il fatto che ogni team utilizzi lo stesso motore rende inoltre ogni gara una vera battaglia per la prima posizione, con esito non sempre leggibile in base alle posizioni in griglia di partenza.
Ultima ma non per importanza è la gradita aggiunta al multiplayer split-screen, che aggiunge una grande dose di divertimento con gli amici in sfide testa a testa, a discapito delle prestazioni, anche se il lavoro svolto da Codemasters è encomiabile in tal senso, abbiamo riscontrato un inevitabile calo di dettagli e di frame rate, cosa che accade spesso nella realizzazione di split-screen.
Lasciando da parte le modalità e scendendo in pista quello che ci troviamo davanti è un gameplay da subito più fresco ma non rivoluzionato. Grandissimo lavoro svolto da Codemasters sul posteriore delle monoposto che rende la percorrenza in curva molto più stabile, permettendo di realizzare dei tempi migliori rispetto l’anno precedente sin da subito. Scomparso quasi totalmente anche il sovrasterzo, che anche con i set-up standard tediava anche le curve più semplici costringendo il giocatore ad effettuare diverse correzioni in curva. La gestione delle gomme risulta ottima e molto più bilanciata rispetto l’anno scorso, con una maggiore cura nel degradamento che causava una perdita di aderenza troppo repentina, cosa che adesso accade in modo graduale e compatibile con lo stile di guida in maniera più credibile.
Menzione d’onore va al comparto audio davvero eccezionale, diverse spanne sopra il predecessore, con tutti i rombi dei vari team riprodotti in maniera certosina, con il suono che riverbera in presenza di muretti contigui alla sagoma della monoposto o quando si è affiancati in un sorpasso, provare per credere, siamo rimasti folgorati.
Grande volontà degli sviluppatori inglesi ad aumentare ancora di più l’accessibilità inserendo la modalità “sportiva” in cui vengono inseriti di default una serie di aiuti che portano i piloti meno esperti ad evitare le solite difficoltà che si incontrano quando si è alle prime armi. Ovvio dire che chi ha già approcciato i titoli degli anni passati si ritroverà come col pilota automatico, per cui ne sconsigliamo l’utilizzo a chi mastica pane e racing game a chi è già anche un minimo smaliziato.
Grazie alla collaborazione con i piloti F1 scompare anche la gestione manuale dell’ERS che viene sostituita dal tasto “Sorpasso” (il cosiddetto push) che utilizzano i piloti per ricavare massima potenza dalla power unit e tentare l’attacco per la posizione o tentare di difendersi fino all’ultimo centimetro di staccata.
La compatibilità con i volanti che assicura Codemasters è la stessa dell’edizione 2019, quindi tutti i possessori di Logitech, Thrustmaster e Fanatec possono dormire sogni tranquilli, eccezion fatta per Simcube del quale non è garantita la compatibilità ma come successo nella versione precedente non dovrebbero verificarsi particolari problemi nei mesi a seguire.
Dopo aver provato approfonditamente il titolo muniti di pad, siamo passati ad un volante Thrustmaster T300 con pedaliera T3Pa col quale abbiamo passato svariate ore in compagnia del titolo motoristico.
Il feeling di guida cambia sostanzialmente tra pad e volante, ma le tipologie di segnali che vengono inviate al volante non ci hanno convinti in pieno. Molto bene le fasi con sezioni veloci e miste in cui si riesce ad avere un quadro generale piuttosto chiaro dell’aderenza della monoposto, molto più incerto il comportamento del force feedback in uscita dalle curve lente invece, dove non si riceve nessun input relativo alla trazione posteriore, trovandoci troppo spesso a rovinosi testacoda. Soddisfacente anche il ritorno di forza sui cambi di direzione nei rettilinei nelle fasi di sorpasso e con DRS attivo, anche se ci saremmo aspettati una maggiore presenza di scossoni dettati dalle asperità del tracciato.
Nonostante gli sviluppatori britannici abbiano tirato dal cilindro un ottimo capitolo, qualcosa da limare attualmente c’è. Prima su tutti un’intelligenza artificiale ancora non al top, con gli avversari che troppo spesso ignoreranno la vostra presenza speronandovi e mandandovi fuori pista, costringendovi al famigerato flashback. Anche le prestazioni generali degli avversari hanno dei comportamenti non lineari, con picchi di difficoltà che variano da circuito a circuito in maniera insolita, trovandoci dall’effettuare il giro più veloce in una determinata pista, al trovarci invischiati nelle retrovie con avversari troppo agguerriti rispetto alle gare precedenti.
Altra piccola tegola da segnalare è la lunghezza dei caricamenti, data l’aggiunta di un’interfaccia in più nella modalità carriera, troveremo un duplice caricamento che prolungherà non di poco la nostra attesa, cosa che speriamo possa essere corretta con i prossimi aggiornamenti.
In definitiva Formula 1 2020 è un ottimo racing game che si posiziona esattamente a metà tra un simulatore ed un titolo più arcade, che tenta di accontentare tutti i palati con tante modalità ed un gameplay che ormai è marchio di fabbrica Codemasters.
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Grandissima recensione Anto! <3
Grazie mille Luk!