Mettiamo subito in chiaro una cosa: se siete stati attratti dalla promessa di un open world con un mondo reattivo che risponde attivamente alle vostre azioni e pensate di trovarvi di fronte a un titolo come quelli di Rockstar Games, il rischio di rimanere delusi è dietro l’angolo. Non aspettatevi passanti che rispondono, se non in maniera assolutamente elementare e grezza alle vostre azioni o un sistema di karma che influenzi la loro percezione del protagonista.
Cyberpunk 2077 è qualcosa di molto diverso, che attinge all’immaginario creato da Gibson, Philip K. Dick, Walter J. Williams e a tal proposito vi consiglio di leggere in maniera preliminare il seguente approfondimento. In questo futuro distopico chiunque vive nella propria bolla, separata dalle altre da comportamenti stagni e ognuna ha la propria storia da raccontare e scoprire. Tutto ciò a patto che vogliate prendervi il tempo per raccogliere e leggere le centinaia di shard, chiavette USB del futuro, che si incontrano durante le missioni o di origliare le conversazioni altrui, magari nascosti dietro una scrivania o mentre passeggiate per la strada.
La città è un leviatano gigantesco, incapace di notare qualcosa di così piccolo come i drammi di V, la sua esistenza o la sua sorte. Finché ci si limita a osservare e a godere di quello che Night City ha da offrire, il motore grafico vi restituirà squarci di rara bellezza, dalle fattorie sterminate di pannelli solari ai riflessi dei neon sul pavimento di un locale notturno, la natura selvaggia delle Badlands e il degrado della discarica o dei sobborghi poveri adiacenti ai lussuosi grattacieli delle corporazioni.
Prima di iniziare con la recensione vera e propria, vi ricordiamo che il testo seguente si riferisce al solo gioco su PC, che abbiamo provato con grande cura e attenzione. Per quanto riguarda la versione console, vi rimandiamo al podcast dedicato di Tanzen.
Soffermandosi sugli aspetti tecnici non si può fare a meno di notare quanto il titolo di CD Projekt Red sia esoso in termini di risorse, con il DLSS impostato su Performance e il Ray Tracing disabilitato sono riuscito a mantenere i 60 fotogrammi al secondo alla risoluzione di 4k, salvo sporadici ma visibili cali durante alcune scene di intermezzo. Rispetto alla saga dello Strigo, questa volta lo sviluppatore polacco fornisce un’ampia scelta al giocatore per personalizzare il proprio alter ego virtuale: si possono scegliere aspetto esteriore, genitali e voci maschili o femminili, in qualunque combinazione, con scelte che si ripercuotono sulle relazioni romantiche disponibili a V. Altro aspetto degno di nota durante il processo di creazione del personaggio, è la scelta tra tre diverse storie personali: Nomade, Vita di Strada (Street Kid), o Corporativo (Corpo), che vanno a modificare la nostra introduzione a Night City con tre missioni differenti a seconda del percorso scelto e si intrecciano durante tutta la narrazione e l’esperienza di gioco con opzioni di dialogo aggiuntive che possono rivelare maggiori informazioni su quello che sta succedendo o persino fornire soluzioni alternative per completare la missione in corso in maniera più o meno pacifica, per esempio facendo leva sulla propria conoscenza del modo di operare delle corporazioni, o degli elementi del crimine organizzato della città.
Nomade, Vita di Strada o Corporativo: a voi la scelta!
La struttura del gioco si apre completamente una volta completato un prologo che tiene il giocatore occupato per le prime ore di gioco, variabili a seconda della impostazione di difficoltà scelta e di quanto tempo scegliete di impiegare per leggere le shard trovate lungo il percorso o per immortalare i primi squarci di Night City tramite la modalità foto. Sin dal suo nucleo costitutivo, Cyberpunk vuole esser un gioco di ruolo, per forza di cose diverso e più limitato rispetto a quello cartaceo scritto da Pondsmith, fornendo al giocatore tutti gli strumenti per entrare nel mondo del 2077 e per scegliere in base alla propria sensibilità e alla caratterizzazione del proprio alter ego virtuale il miglior approccio per portare a termine il compito corrente. L’approccio violento e armi in pugno è sempre disponibile ma non mancano mai le opportunità di muoversi silenziosamente e approfittare dell’hacking per distrarre, accecare o assordare i nemici e proseguire indisturbati e senza vittime sulla coscienza; oppure quello che consente di sbloccare scorciatoie e percorsi secondarie a patto di aver attributi sufficientemente elevati, forza per sfondare una porta, capacità tecniche per scassinare una chiusura elettronica o l’intelligenza per bypassare un protocollo di sicurezza. Accumulando esperienza, a ogni livello si potrà assegnare un nuovo punto ai cinque attributi di V.
Questi a loro volta collegati alle diverse abilità e determinano il livello massimo raggiungibile in quel ramo specifico, con un sistema di progressione che ricorda per certi versi Ultima Online; per esempio, se si vorrà migliorare la propria abilità con pistole e revolver sarà necessario neutralizzare un numero sempre maggiore di nemici usando quella tipologia di armi, con i punti esperienza necessari a raggiungere il livello successivo che seguono una crescita esponenziale. A ogni aumento di livello, fino a quello massimo di cinquanta e con la crescita delle proprie abilità, si sbloccheranno anche dei punti talento, da spendere nei diversi alberi dei talenti (Perk in inglese), per specializzare ulteriormente e ampliare l’arsenale di abilità del protagonista, con la possibilità di resettarli in caso di rimpianti o semplicemente per cambiare il proprio modo di giocare.
Qua voglio sottolineare alcune ed evidenti criticità nel sistema di sviluppo del personaggio, con rami palesemente sbilanciati e più forti di altri: in particolare mi riferisco a Creazione, in grado di trasformare V in un terminator inarrestabile e a quello relativo agli hacking rapidi, che vi faranno finire gli scontri con i vostri avversari ancor prima di averli iniziati. Al contrario dei precedentemente citati problemi di bilanciamento, alcuni Talenti sono invece uno spreco di punti o delle vere e proprie maledizioni: mi riferisco in particolare all’abilità di lanciare coltelli, per scoprire che una volta lanciati i coltelli non sono più recuperabili e persi per sempre o a quello che smantella in automatico la spazzatura, distruggendo un oggetto prezioso che poteva esser venduto a un negoziante per migliaia di euro-dollari e che viene trasformato in componenti per la creazione di scarso valore.
A Night City, lo stile è fondamentale!
La personalizzazione e lo sviluppo di V non terminano qui, elementi d’abbigliamento per modificare il proprio look, armi di tutti i generi, accessori e cyberware si potranno ottenere durante tutta l’esperienza di gioco come bottino dai nemici, ricompense per i servizi svolti, tramite il menu di creazione o acquistandoli direttamente nei vari negozi, a patto di soddisfare i requisiti di reputazione necessari. Dal momento che ogni oggetto ha un proprio livello, non direttamente visualizzabile, che ne determina le statistiche in maniera esclusiva assieme alla propria tipologia, si hanno risultati alle volte paradossali, come un cappellino che offre più armatura di un casco militare. Come ultima cosa si segnala l’assenza della possibilità di modificare i veicoli posseduti, benchè la varietà e la cura dei modelli disponibili non faranno rimpiangere questa scelta, senza dimenticarsi della presenza di terminali di trasporto che permettono il viaggio rapido in tutte le destinazioni già visitate semplificando notevolmente l’esplorazione di Night City.
Gli scontri e la risoluzione dei conflitti in Cyberpunk, nel caso di un approccio frontale al problema ad armi o lame spianate, non sono particolarmente ostici, complice la possibilità di rallentare il tempo per scatenare il proprio arsenale di hack rapidi sui nemici lasciandoli per terra in preda a scosse elettriche o con le sinapsi in fiamme. Un netrunner puro potrebbe persino scegliere di affrontare i nemici sfruttando le telecamere come punti d’attacco e le torrette di sorveglianza contro i legittimi proprietari, senza mai farsi vedere direttamente. Gli amanti di Gibson rimarranno delusi dal trattamento che riceve il cyberspazio, quasi sempre in secondo piano, con l’hacking dei nemici e dei dispositivi fissi che si riduce sempre allo stesso minigioco da completare. Se i nemici non sono di livello troppo alto rispetto a V si può anche decidere di usare un approccio furtivo, e una volta presi alle spalle decidere se metterli a dormire o ucciderli, in entrambi i casi neutralizzandoli in maniera definitiva, ma facendo attenzione a nascondere i corpi che potrebbero allertare i loro compagni.
A che difficoltà è meglio giocare?
Date dunque queste premesse, se si vuole provare un senso di sfida, si consiglia di giocare a difficile, che è il terzo dei quattro livelli di difficoltà disponibili, anche solo per rendere più soddisfacenti i rari incontri con i boss nel corso dell’esperienza di gioco. Non mi dilungherò descrivendo le singole armi ma l’arsenale a disposizione di V è assolutamente vario e diversificato anche all’interno della stessa categoria: pistole, revolver, mitragliatori, fucili a pompa, fucili d’assalto o di precisione, granate, katane, coltelli, martelli e mazze da baseball, per soddisfare le esigenze di ogni mercenario… anche le più particolari. Mentre il feeling con le armi da fuoco è buono, lo stesso non si può dire del combattimento corpo a corpo che, complice la visuale in prima persona, fatica a restituire una risposta soddisfacente di fendenti e parate. Come già visto sin dal primo trailer del 2013, non manca la possibilità di farsi aggiungere tutta una serie di innesti, tra cui le iconiche lame mantide, ottiche migliorate, muscoli e organi rinforzati, acceleratori sinaptici, processori e sistemi operativi.
L’interfaccia di gioco permette di tenere traccia di tutte le risorse fondamentali: RAM per l’hacking, punti salute, punti resistenza per il combattimento corpo a corpo e il movimento, munizioni e consumabili rapidi, con alcune specifiche modifiche del cyberware che aggiungono ulteriori funzionalità, come evidenziare in automatico i bersagli o il raggio d’azione degli esplosivi. Tutti i menu sono comodamente navigabili sia usando mouse e tastiera sia tramite gamepad; unico neo invece le descrizioni di determinati talenti o effetti che mi aspettavo essere più esaustive. C’è anche qualche errore nella loro visualizzazione e nel riepilogo complessivo delle caratteristiche che, specialmente ai livelli alti, non rispecchia il reale potenziale del proprio equipaggiamento, non tenendo conto di bonus permanenti o temporanei che però effettivamente sono presenti e vengono correttamente applicati nella realtà di gioco.
Per quanto riguarda la trama principale essa può esser portata a termine in una ventina di ore o poco più, scegliendo di ignorare tutte le attività secondarie e le offerte di lavoro che ci verranno proposte dai fixer che si dividono le diverse zone della città. Nonostante sia una strada percorribile, non mi sento ovviamente di consigliarla. È la stessa struttura delle missioni principali che ci invita a concederci il tempo necessario per approfondire le diverse sottotrame che, in maniera naturale, si incontreranno durante la permanenza a Night City, anche se la scelta in ultima istanza appartiene al giocatore. Ritagliarsi il tempo per completare gli incarichi secondari dei conoscenti di V vi darà l’opportunità di approfondire la storia, in situazioni mai ripetitive e senza correre il rischio di annoiarsi.
Per chi ha voglia invece di addentrarsi fino in fondo nei meandri di Night City, ci sono poi tutta una serie di incarichi a contratto e chiamate delle forze del ordine, che condividono sempre la stessa struttura generale, ma sono fondamentali per accumulare denaro e reputazione e quindi per fare acquisti presso i tanti mercanti presenti nel gioco. Personalmente ho scelto di chiudere quasi tutte le attività possibili prima di completare il finale arrivando a segnare su GOG cento ore di gioco.
Ho acquistato e giocato Cyberpunk 2077 per oltre cento ore su un PC con le seguenti specifiche: Ryzen 5 3600X @3.8 GHz, 32 GB DDR4 Corsair Vengeance @3200 MHz, Gigabyte GeForce RTX 2080 Super e Samsung SSD 860 QVO 1TB su Windows 10 a 64bit.
DurataIl gioco è stato provato sia in italiano che in inglese, dal momento che la localizzazione è completa di audio, sottotitoli e interfaccia, selezionabili in maniera indipendente tra di loro dal menu principale prima di caricare un salvataggio. Giocando in inglese si può notare che la maggior parte dei nomi di incarichi principali e secondari sono riferimenti a canzoni famose, in italiano alcuni titoli invece sono stati tradotti in maniera letterale, perdendo parte del loro fascino. La colonna sonora, che porta la firma di P.T. Adamczyk e Marcin Przybyłowicz, concorre a creare il giusto ambiente sonoro, per calarsi nel futuro corrotto e senza speranze dominato dalle corporazioni e dall’individualismo più sfrenato, con i REFUSED ospiti d’eccezione che donano voce e musica ai leggendari SAMURAI di Johnny Silverhand.
Cyberpunk 2077 è come Night City, sterminato, pieno di contraddizioni, intimamente imperfetto e veramente difficile da abbandonare.
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Complimenti per la recensione. Ti sei preso il giusto tempo ed il risultato si vede; è il tipo di contenuto che mi aspetto da questo sito.
Avevo intenzione di prenderlo al Day One, ma visto i vari problemi venuti fuori, ho preferito aspettare un po'. Ho trovato questa recensione esaustiva e per certi versi mi ha aiutato a capire quando estrarrò gli artigli per l'acquisto. Spero solo di non incappare in qualche spoiler di trama. Mi spezzerebbe il cuore. Un saluto. 😉🍻