Recensione

Le Fantastiche Avventure di Captain Spirit

Con un pubblico di circa tre milioni di giocatori, Life is Strange si è ritrovato ad essere senza dubbio una delle proprietà intellettuali più importanti degli ultimi anni, riuscendo nell’impresa di salvare dal fallimento i ragazzi di Dontnod Entertainment, team di sviluppo francese noto anche per Remember Me e Vampyr. A seguito dell’incredibile successo e della impressionante risonanza avuta soprattutto tra i più giovani, era solo questione di tempo prima che arrivasse un sequel delle avventure di Max e Chloe, un’esperienza che per forza di cose ha la necessità di affrontare nuove linee narrative, limitando eccessive ingerenze con il capitolo precedente.

Da poco sappiamo che il primo episodio – di cinque – di Life is Strange 2 arriverà il 27 settembre 2018 e in tutta sincerità non vedo l’ora di poterci mettere le mani sopra. Per rendere l’attesa meno amara, nella giornata di ieri è stato rilasciato Le Fantastiche Avventure di Captain Spirit, titolo gratuito della durata di un paio d’ore (dipende da quanto deciderete di completare il tutto) che dovrebbe – ne sono convinto quasi al cento per cento – costituire un prequel diretto agli eventi del secondo capitolo. Avvicinatomi curioso a questo particolare esperimento, ne sono uscito pienamente convinto, carico di aspettative per il futuro della serie. Scoprite dunque tutto sul gioco nella nostra recensione!

Ciao Max, benvenuto Chris

Dopo aver impersonato Max Caulfield nel primo Life is Strange e Chloe Price nello spin off di Deck Nine Games, ci troviamo infine nei panni di Chris Eriksen (AKA Captain Spirit), bambino di nove anni provvisto di un’immaginazione tale da superare (o reificare) la tragica morte della madre Emily. Chris risiede difatti solo con suo padre Charles, vittima di continui episodi di alcolismo che finiscono per danneggiare sia fisicamente che psicologicamente il ragazzo, sempre più isolato nel mondo immaginario da lui stesso creato, una dimensione nerd (guidata dal leitmotiv del fumetto) dove dovrà affrontare, nei panni di Captain Spirit, il minaccioso Mantroid (la cui etimologia vi lascerà di stucco), fino ad arrivare addirittura al minaccioso mostro dello scaldabagno.

Grazie a questa trovata, gli artisti di Dontnod hanno avuto la possibilità di trasformare situazioni apparentemente ordinarie in ambienti di design radicalmente diverso, provvedendo ad estasiare di continuo il giocatore (non dico nient’altro per non rovinarvi la sorpresa). Oltre a queste parentesi eclettiche, la direzione artistica si riconferma dirompente, mantenendo lo splendido cel shading da “olio su tela” e supportando la produzione con un comparto tecnico in generale molto superiore rispetto al passato. Texture maggiormente definite, effetti di illuminazione, assenza di aliasing, resa dei materiali e animazioni fluide sono solo alcuni dei parametri che mi hanno colpito, ad eccezione forse della animazioni facciali, sempre troppo legnose.

Non solo la qualità della direzione artistica, ma anche una scrittura di pregevole caratura aiuta questo prequel a non sfigurare di fronte all’amato primo capitolo, abile nell’affrontare le tematiche più disparate, dal bullismo all’emarginazione sociale, senza scordare l’elaborazione del lutto. Proprio quest’ultima guida in toto la progressione della narrazione nel prequel della seconda iterazione, provvisto come in passato di personaggi tridimensionali e di una sensibilità sconvolgente, la quale sono sicuro non mancherà di commuovere molti di voi (io ci sono andato molto vicino).

INFO UTILI

Ho giocato Le Fantastiche Avventure di Captain Spirit in un'unica serata, aggirando il problema dello store europeo che ha impedito ai più di scaricare il gioco fino alla mezzanotte. Cuffie, pad alla mano, tende chiuse e Life is Strange, cosa volere di più?

Durata
  • Un'ora se giocato di fretta, saltando gran parte degli obiettivi.
  • Un paio di ore completando tutti gli obiettivi presenti.
Struttura
  • Supporto a PlayStation 4 Pro e Xbox One X.
  • Doppiaggio inglese, lingua di testi e sottotitoli anche in italiano.
Collezionabili e Extra
  • Tantissime note, testi e spezzoni di giornali nascosti in giro per la limitata area di gioco. Consultabili da un menù apposito.
Scheda Gioco

Sceneggiatura e impatto visivo, seguendo il fil rouge delle produzioni Dontnod, sono inoltre coadiuvate da un sonoro al limite della perfezione, partendo in primo luogo da un eccellente doppiaggio, con un plauso in particolare da fare alla performance di Chandler Mantione nell’interpretazione di Chris. Si aggiungono al pacchetto poi una colonna sonora perfettamente amalgamata con i fatti trasposti su schermo, costituita stavolta da brani indie che avrete voglia di acquistare seduta stante.

Nel caso ve lo stiate chiedendo, sì, ci sono molti riferimenti al primo Life is Strange nei tantissimi collezionabili e dubito si limiteranno ad essere semplici easter egg. Non sono tuttavia messi in piena vista, sta a voi impegnarvi nel cercarli!

Da Arcadia Bay a Beaver Creek

A metà tra Life is Strange e Life is Strange 2, Le Fantastiche Avventure di Captain Spirit non sdegna la prospettiva di riproporre il grosso delle meccaniche della serie, proponendo, in fin dei conti, un gameplay che sa parzialmente di già visto. Aggiunta inedita è la possibilità di comunicare tra stanze diverse, di cambiare la spalla della telecamera (vicina al personaggio) con la pressione dell’analogico sinistro e di utilizzare il trigger sinistro per applicare l’immaginazione di Chris all’interazione con certi oggetti, un’azione per lo più appagante e simpatica, complice una regia dedita ad ingannarci sulle effettiva capacità di Captain Spirit (il resto scopritelo da soli).

Altra novità, che non sappiamo se verrà ripresa in futuro, è il modo in cui l’azione progredisce durante il gioco, spesso indipendentemente dalle azioni del giocatore. Ad esempio, all’inizio del gioco, le interazioni nella stanza di Chris mi sono state interdette a causa dell’irritazione di Charles nel chiamare continuamente suo figlio. Altro caso è stato uno squillo del telefono da una congregazione religiosa locale, in ogni caso slegato da qualsiasi mia scelta nel gameplay.

Per ultimo, la progressione ha assunto dopo la prima ventina di minuti connotati prettamente sandbox, dandoci una serie di compiti, consultabili con il touchpad del Dualshock 4, da completare in piena autonomia, senza suggerimento alcuno. Un approccio così libero, ammetto, mi ha lasciato decisamente spiazzato, andando talvolta ad inficiare il ritmo degli eventi. Se una scelta del genere verrà presa persino per Life is Strange 2, Dontnod dovrà lavorare moltissimo per bilanciare la distribuzione dei climax in ogni episodio.

Eccetto tutto ciò che è stato detto sopra, la formula rimane esattamente la stessa che siamo tutti abituati a vedere. Dialoghi a scelta multipla, scelta tra interazione e ispezionedegli oggetti, un mare di collezionabili con cui approfondire il background dell’intreccio e cutscene di transizione tra un ambiente e l’altro sono qualche esempio delle tante vecchie conoscenze che vi troverete a ripetere pad alla mano.

 

 

Simone Di Gregorio

Da sempre cinefilo e videogiocatore, passioni di una vita e forza propulsiva nel quotidiano. Scrivo, guardo e gioco, ormai da 2 anni a questa parte. Responsabile sezione cinema.

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