Recensione

Mario Strikers: Battle League Football, la recensione diario

Annunciato nel Direct di febbraio, l’ultimo episodio di Mario Strikers ha sorpreso un po’ tutti. L’ultimo episodio risaliva a ben 15 anni fa ed era richiesto a gran voce, da tempo, un nuovo capitolo. Vista l’assenza prolungata era difficile prevederne il ritorno, né capire i motivi per i quali Nintendo abbia deciso di far riposare la serie così a lungo. Abbiamo dapprima messo le mani sulla demo per poi avventarci sul gioco finale a partire dal 10 giugno.

Se vi aspettavate il classico sportivo mariesco tutto leggerezza e divertimento, beh, rimarrete un po’ sorpresi…

La tecnica prima di tutto

Fin dal primo impatto col tutorial di gioco, si avverte la profondità di Mario Strikers. Le azioni messe a disposizione sono tante, precise e di una fluidità che lascia spesso di stucco. Passaggi alti e bassi danno il giusto ritmo all’azione, con la possibilità di compiere i passaggi di prima per evitare l’intercettazione della sfera. Ma bisogna stare attenti: se la sfera non può essere intercettata con un passaggio di prima, nulla vieta al vostro avversario di tirarvi letteralmente un calcio in faccia per sbattervi sulla rete elettrificata. Già, perché Mario Strikers è sì super tecnico ma non ha alcuna regola, se non quella di buttare la palla in fondo al sacco.

La miriade di gesti tecnici che si possono compiere non basta per vincere una partita, ma bisognerà anche tenere un buon posizionamente e, soprattutto, menare a più non posso. Attenzione però, perché picchiare senza limiti può essere controproducente se di fronte trovate un giocatore esperto capace di schivare i vostri colpi. La schivata, soprattutto se effettuata al momento giusto, elude completamente un avversario creando superiorà numerica e aprendo una voragine per un tentativo a rete. Da questo punto di vista, Mario Strikers assomiglia a un cross over tra un titolo calcistico e un picchiaduro.

Ipertiri e oggetti casuali

Come ogni sportivo di Mario che si rispetti, gli elementi casuali servono spesso per cercare di equilibrare partite impari e dare un certo brio all’azione. In questo caso, però, il modo in cui sono stati pensati li rende piuttosto strategici. Se colpirete un avversario a palla lontana, il pubblico non gradirà e lancerà un oggetto ai malcapitati di turno. Insomma, si può essere scorretti ma tutto ha un costo. Funghi, gusci e stellette vanno però usati con oculatezza poiché se usati al momento giusto in difesa o in attacco permettono di recuperare situazioni disperate.

L’ipertiro, utile per ribilanciare partite che sembrano ormai finite

Raccogliendo una sfera di energia si ha la possibilità di poter effettuare il cosiddetto ipertiro. Questa particolare azione, se portata avanti con successo, garantisce addirittura un doppio gol. Ma per poter attivare l’ipertiro bisogna liberarsi prima degli avversari e aver il tempo di caricarlo. Insomma, non è così facile attivarla e, con un po’ di esperienza, si riesce molto spesso a sabotarlo.

Nulla è prederminato

In queste prime ore di gioco ho avuto una forte impressione di come nulla, nel gioco, sia predeterminato. Niente momentum e niente fisica della palla che aderisce a regole prestabilite. Mi è capitato di vedere autogol pazzeschi, doppi pali finiti in rete, contrasti rocamboleschi e il tutto con un realismo che non passa di certo inosservato. Al momento è complicato confermare al 100% queste impressioni, ma insomma il lavoro fatto da Next Level sul comparto tecnico del titolo sembra davvero di primo livello e di uno step superiore rispetto agli sportivi di Camelot.

Un gioco per il multiplayer?

Al momento l’unico vero grande difetto del titolo sembra essere legato ai contenuti di gioco. Le coppe in single player sono poco più di un ottimo tutorial. Un peccato, considerando la bontà dell’intelligenza artificiale a difficoltà massima. La modalità multiplayer sembra essere il reale focus del titolo. Si possono invitare fino a 20 amici nel proprio club e tutti possono contribuire a migliorare il ranking della propria squadra, anche giocando in solitaria. Al momento, però, non essendo ancora cominciata una stagione, non ci è possibile poter valutare quest’aspetto del gioco. Restate da queste parti per la valutazione finale!


8 luglio

Multiplayer: croce e delizia

Dopo aver trascorso qualche settimana in compagnia di Mario Strikers e soprattutto dopo aver testato a lungo un paio di stagioni, possiamo finalmente tirare le somme sul titolo. Avevo già anticipato come il multiplayer fosse fondamentale per la buona riuscita del gioco e non mi sento di smentire questa affermazione. Premetto fin da subito che il comparto online funziona: è immediato e divertente e la modalità club, in fin dei conti, funziona piuttosto bene. Chi però si aspetta una mole di contenuti come se fossimo su FIFA rimarrà senz’altro deluso.

Nella modalità club, durante le stagioni (che durano circa una settimana) tutti possono contribuire alla classifica generale del club, partecipando a delle semplici partite classificate. Niente tornei o competizioni particolari. Si inanella una partita dietro l’altra cercando di portare a casa il risultato. Si accumulano monete (anche in base ad alcuni obiettivi stagionali) da spendere sia per oggetti estetici che per i potenziamenti del roster.

Nonostante la sua semplicità, il club presenta tutta una serie di criticità che speriamo vengano risolte al più presto. Su console differenti si può giocare fino a un massimo di due giocatori e se si gioca in due spesso ci si scontra con giocatori che manovrano da soli l’intera squadra. Il matchmaking, nonostante la sua rapidità, non sembra poi filtrare più di tanto le statistiche per cercare di formare coppie equilibrate.

Ci siamo trovati spesso a giocare contro avversari che avevano all’attivo centinaia di partite dopo soli due giorni dall’inizio della stagione. Da segnalare anche come sia possibile scegliere i membri del team solo tra i personaggi selezionati dai membri del club. Insomma, la personalizzazione e la flessibilità del comparto multiplayer sono davvero poca cosa.

Un gameplay eccezionale e una speranza per il futuro

Queste settimane trascorse online non ci hanno fatto altro che confermare la bontà del titolo dal punto di vista del gameplay. Mario Strikers è un titolo estremamente tecnico, rifinito e bilanciato che garantisce, tra le altre cose, una libertà di approccio notevole. Mi è capitato spesso di giocarmela alla pari con avversari molto più bravi di me da un punto di vista tecnico per il semplice fatto che occupassi meglio il campo o che giocassi molto più squadra.

Nonostante la sua natura (sorprendentemente) tecnica, Mario Strikers resta un titolo immediato e, soprattutto, divertentissimo. La speranza, nel corso dei prossimi mesi, è quella di vedere una serie di aggiornamenti volti ad aggiungere modalità online e ad aggiustare tutte quelle storture di un comparto che, sì, funziona, ma che alla fin dei conti si fonda esclusivamente su un gameplay brillante. Considerato il team dietro al titolo fatichiamo davvero a credere che non sia così.

Stefano Cherubini

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