Recensione

Sky: Children of the Light, dai creatori di Journey

Nonostante la dimensione in questo caso sia curiosamente quella di un prodotto mobile, ogni nuova produzione di thatgamecompany che arriva sul mercato non può passare inosservata.

A seguito di un acerbo Flower e un perfetto Journey, ecco che arriva Sky: Children of the Light e noi, dopo aver trascorso svariate ore immersi nel suo racconto onirico, segnato da labili allegorie e da forti emozioni, siamo qua per raccontarvi la dolcezza e la poesia di uno dei migliori giochi che possiate attualmente trovare su App Store.

Connettere il mondo

Ripercorrendo quelle che sono state le produzioni di thatgamecompany nel corso degli anni, si riesce a percepire in maniera chiara quella che è la missione del team. È come se la loro idea di videogioco fosse sempre stata lì e i ragazzi e le ragazze dello studio, a distanza di anni, provassero a declinarla secondo un nuovo canone, seguendo l’ispirazione artistica corrente e tratteggiando una nuance di colori ed emozioni che in un momento possono intenerire il giocatore e in quello dopo trafiggerlo senza pietà. L’idea è da sempre quella di creare un’esperienza di gioco intuitiva, senza tempo e alla portata di tutti. E allora, se ci fermiamo a pensare al tipo lancio scelto per questo nuovo gioco, ecco che arriviamo finalmente a comprenderne la natura, quella che prima ci siamo affrettati a definire come “curiosa”. Nonostante sia previsto l’arrivo su PC e console in futuro, quale migliore piattaforma se non smartphone e tablet per mettersi alla prova, per capire se davvero un prodotto di questo tipo può essere recepito e fare la differenza in un mercato, quello dei dispositivi smart, grigio e livellato attorno alle poche produzioni di successo.

Nei grigi scaffali dell’App Store arriva Sky: un arcobaleno di novità dentro al vostro smartphone!

Com’è facile intuire anche solo scrutando le immagini di gioco, Sky non è un gioco completamente inedito ma anzi, sotto certi aspetti è piuttosto derivativo e non fa niente per nascondere questa sua natura. I richiami a Journey sono molto forti ma nonostante ciò il contesto narrativo che viene tracciato, le tematiche affrontate e la struttura del gameplay rivendicano con decisione una loro originalità e una dignità nel raffronto con il capolavoro uscito nel 2012. Ed è questo che, in primo luogo, ci è piaciuto del gioco ovvero la sua capacità di prendere spunto – in maniera quasi sfrontata – dal passato, unita al coraggio di confrontarsi con le aspettative riuscendo a creare un qualcosa di ancor più audace e complesso.

Ti porto via con me

Da sempre le produzioni del piccolo studio californiano – che a oggi conta meno di trenta dipendenti – hanno provato a rapportarsi con un sistema più o meno accurato di cooperazione tra gli utenti. Se in Journey ad esempio questa meccanica era praticamente celata nel gameplay, in Sky: Children of the Light rappresenta il cuore pulsante dell’avventura. Perché è vero che il gioco può essere portato a termine anche in solitaria ma la gioia derivante dall’esplorazione non è la stessa e non può esserlo in alcun modo. E allora si procede attraverso dei regni molto diversi: luminosi e cupi, amichevoli e ostili, alla ricerca di spiriti da salvare e frammenti di luce da raccogliere per potenziare il nostro mantello e migliorare la capacità di volare del protagonista.

Le ambientazioni tratteggiate seducono il giocatore come mai prima d’ora su smartphone e tablet.

Gran parte dell’esplorazione, il raggiungimento di nuovi puzzle da risolvere e più in generale del gameplay si svolge infatti librandosi in aria, seguendo il nostro istinto e lasciandosi coccolare e guidare dalla direzione delle correnti del vento. Non ci sono nemici da combattere né lunghi dialoghi da seguire, la trama non è mai palese ma viene sussurrata all’orecchio del giocatore, delegando diversi aspetti alla sua libera interpretazione salvo poi risolversi in una grandiosa fase conclusiva. Allo stesso modo anche i brevi filmati d’intermezzo presenti non sono mai didascalici ma guidano l’utente tra un momento e l’altro e lo consegnano in pasto ad ambientazioni sempre più grandi e fortemente allusive, dipinte con tratti seducenti e intriganti. L’esaltazione iniziale si trasforma in una forma di gioia e rilassamento che spinge il giocatore a esplorare, cercare luoghi nascosti e zone facoltative, coccolato dai soffici componimenti di Vincent Diamante, Audio Director e compositore dello studio.

Tutto quello che vi ho raccontato è parte integrante del titolo e può essere vissuto semplicemente giocando la nostra partita ma in realtà, come ci spingono a osservare gli sviluppatori, nel titolo come nella vita dobbiamo imparare a non avere paura “dell’altro” perché, per ognuno di noi, non è che una risorsa, un qualcosa che dobbiamo scoprire. Sky: Children of the Light ha un concetto peculiare di diversità: gli altri utenti che vediamo muoversi attorno a noi sono grigi, tutti uguali, anonimi. La prima interazione tra giocatori ruota attorno a dei gesti piuttosto primitivi, quasi come fossero dei rituali di accoppiamento, nei quali dobbiamo scambiarci un dono e mettere in condivisione una candela. Le candele, che possono essere acquistate dal negozio o rinvenute nel corso dell’avventura, sono utili anche per approfondire i rapporti che si creano tra i giocatori. Esiste infatti una sorta di albero delle abilità che consente di sbloccare diverse nuove possibilità per la coppia. Animazioni, pose, emote ma anche il semplice tenersi per mano o chiacchierare in chat sono le principali possibilità e personalizzazioni che il gioco offre, all’insegna dello scoprire l’altro e della cooperazione pacifica tra gli utenti, senza alcuna forma di competizione.

I modi per comunicare sono tanti e tutti diversi tra loro.

Chiaramente non c’è neanche bisogno di spiegarvi come possa essere più affascinante tenersi per mano, lasciarsi guidare da un altro utente o provare a comunicare attraverso suoni ed emote piuttosto che delegare la nostra comunicazione a una normale chat. Sia chiaro, non è una possibilità a cui dovete ricorrere per forza e, in tutta sincerità, qualora decideste di non farne uso sappiate che mi troverei allineato con voi. Questo perché si tratta di un modo di comunicare troppo familiare, inflazionato e soprattuto straniante in quanto inserito nel contesto del gioco.

Con i piedi per terra

Purtroppo però, la decisione di assecondare la natura social di Sky: Children of the Light e la volontà di lanciarlo in anteprima sulla piattaforma che vive di social per eccellenza, si è rivelata in parte un’arma a doppio taglio. A interrompere quella magnifica sinfonia di relax, elucubrazioni e cooperazione spesso e volentieri ci pensano i comandi touch che purtroppo, com’è notorio, non funzionano al meglio sugli schermi più piccoli. iOS 13 supporterà l’utilizzo dei controller di Xbox e PlayStation ma, nel frattempo, incapperete sicuramente in più di un momento nel quale la magia si spezza e il gioco finisce per risultare frustrante.

INFO UTILI

Il nuovo gioco dai creatori di Journey è attualmente disponibile soltanto per iPhone e iPad - circa 196 Megabyte - mentre è in arrivo la versione Android. In particolare, richiede una versione di iOS superiore alla 9.0 ed è compatibile con i modelli di iPhone dal 5S in avanti e da iPad Air/iPad mini 2 in avanti. Giocato in qualità massima su iPhone XS Max.

Durata
  • Servono una manciata di ore di gioco per completare l'avventura.
  • La componente multigiocatore rende l'esperienza massiccia e ne aumenta la longevità.
Struttura
  • Gratis ma con acquisti in-app come pacchetti singoli o pass stagionali.
  • Sette regni onirici da esplorare.
Scheda Gioco
  • Nome gioco: Sky: Children of the Light
  • Data d uscita: 18 Luglio 2019
  • Piattaforme: iOS
  • Lingua doppiaggio: Assente
  • Lingua testi: Italiano

Scommettendo contro sé stessa, con un lancio prima su iOS e in futuro su PC, Android e Console, thatgamecompany è entrata di diritto nell’olimpo – a dire il vero poco popolato – dei giochi mobile. Il prodotto è chiaramente frutto di un lavoro attento e consapevole che si rispecchia sia per quanto concerne l’aspetto grafico, uno dei migliori che possiate vedere su smartphone, che per quello artistico, con musiche di livello e un concept tarato su di una componente multigiocatore davvero ricca ed entusiasmante.

Tommaso Stio

Domatore di leoni da tastiera.

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  • Molto bello e rilassante, fa diventare il telefono incandescente e leggermente laggante nel gioco continuativo, ma tutto sommato vale la pena, dura poco ma se si vogliono completare tutti gli obbiettivi e le missioni giornaliere alla fine è abbastanza impegnativo.

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