Dopo due capitoli sicuramente divertenti e peculiari ma che non sono riusciti a stregare fino in fondo il pubblico, Ubisoft cambia le carte in tavola e ci prova con Watch Dogs: Legion. Dite addio al protagonista solitario, professionista dell’hacking e date il benvenuto a una schiera letteralmente infinita di personaggi reclutabili e controllabili in ogni momento. Basterà questa meccanica di gioco tanto inedita quanto ambiziosa a stravolgere la percezione della serie che il pubblico si è costruito negli ultimi anni? Ve lo raccontiamo nella nostra recensione di Watch Dogs: Legion!
Londra è in ginocchio. Un devastante attacco terroristico ha distrutto alcuni luoghi chiave della capitale Britannica e la vita dei cittadini è cambiata per sempre. Il DedSec è ritenuto da molti il nemico pubblico numero uno e il governo inglese, per cercare di riportare l’ordine, ha sollevato la polizia dai suoi incarichi e ha dato carta bianca ad Albion, una milizia privata fascista e violenta. La situazione è drammatica e nessuno può farcela da solo: ecco che dunque, sta al giocatore darsi da fare per ripopolare le fila dell’organizzazione di hacker denominata DedSec. Ed è proprio attorno a questo espediente che ruota tutta la struttura del gioco e non solo.
Io sono il DedSec, tu sei il DedSec. Noi siamo il DedSec.
La Londra che vi raccontiamo nella recensione di Watch Dogs: Legion è l’emblema di una città tanto moderna quanto sporca, corrotta e criminale. Il governo e l’intelligence della fu monarchia britannica non sono stati capaci di mantenere l’ordine e così, dopo aver pianto le vittimi degli attentati, il pugno di ferro imposto dall’esecutivo impone di reprimere nel sangue e a colpi di notizie false ogni forma di protesta o ribellione, per insabbiare omicidi e scandali. Se da una parte abbiamo la ‘rete di attivisti’ in divenire, dall’altra i cosiddetti “Nemici di Londra” sono perlopiù noti fin dall’inizio: riprendendo un po’ lo stile di Far Cry 5, che proponeva diversi nemici principali da scovare e poi sconfiggere, anche in questo Legion i giocatori dovranno darsi un po’ da fare per mettere fine ai soprusi e ai crimini che stanno dilaniando ormai da troppo tempo i poveri cittadini londinesi.
Siamo nel 2026 e la metropoli inglese costruita dal team di Ubisoft Toronto (già autori del primo capitolo della saga, ndr) è quella di una Londra distopica post-brexit, leggermente proiettata nel futuro, dove la paura del terrorismo e il controllo sociale sono temi di stretta attualità. Allontanandosi un po’ da quella leggerezza fin troppo ostentata che aveva caratterizzato il secondo capitolo, è bello leggere, in tanti dialoghi o filmati, messaggi legati a temi di natura politica o etica inseriti dagli sviluppatori per provare a dare un’interpretazione del mondo reale e di quello che potrebbe essere il futuro. Inoltre, a remare nella stessa direzione, ci pensa anche la suddetta meccanica di gioco legata al reclutamento degli attivisti: ogni personaggio che vedete passeggiare per le strade di Londra, può essere reclutato.
Per ognuno di questi, come già avveniva in passato, è possibile leggere un’insieme di dati raccolti grazie al sistema informatico centrale ctOS (biografia, dati anagrafici, legami familiari, curiosità e un eventuale motivo che li lega al DedSec): ogni NPC con cui scegliamo di parlare invece, ci chiederà di portare a termine una missione per lui e una volta conclusa, potrà essere considerato un soldato a disposizione tra le nostre fila. Non tutti però sono dei simpatizzanti della nostra organizzazione di hacker pertanto, per taluni personaggi, dovremo agire con maggiore astuzia cercando di intervenire con precisione chirurgica nella vita di queste persone, così da farli ricredere su di noi. Altre volte, qualora le nostre azioni passate li abbiano toccati da vicino, l’odio sarà talmente sentito che non potremo farci niente se non abbandonare l’idea di reclutarli.
È stupefacente invece notare come ogni personaggio che scegliamo di utilizzare risulti sempre perfettamente inserito nei filmati delle missioni, nei briefing o nel nostro quartier generale. Ogni attivista è ovviamente diverso dagli altri e non è soltanto una questione di sesso, aspetto fisico, età o peso. In base al loro lavoro e alla loro posizione sociale, gli attivisti sono in grado di offrire bonus più o meno rilevanti per la nostra causa: che si tratti di armi corpo a corpo, fucili, auto sportive dotate di missili o droni particolari, ognuno può contribuire in modi differenti. A ciò si aggiungono le abilità uniche che gli attivisti portano con sé: dal piano dati 6G che velocizza i download all’Hack Fulmineo, dalla riduzione dei tempi di ricarica delle abilità alla possibilità di ‘corrompere’ i Droni nemici o a una maggiore resistenza fisica, utile per scampare a una morte atroce.
La funzione Morte permanente può essere attivata o disattivata dalle impostazioni
Già perché, grande novità di questo Watch Dogs: Legion, quando un’attivista muore nel corso di una partita o di una missione, non può più essere recuperato e viene considerato morto da tutta la squadra (se proprio volete, potete disattivare l’opzione “Morte permanente” dalle impostazioni ma è sconsigliabile). Ecco perché ogni missione vi richiederà sempre una buona dose di concentrazione e ogni errore commesso, potrebbe costarvi più caro del previsto. Per questo motivo, è bene aggiornare e cercare di mettere in piedi un team eterogeneo composto da attivisti con abilità differenti e ruoli sociali diversi: un’attivista in tenuta da muratore ad esempio può tornarvi utile perché si può spostare con il Drone da Carico così come un Medico o un agente in uniforme, possono servire per infiltrarsi senza dare nell’occhio in un ospedale o in una base nemica.
Come detto, il DedSec è percepito da molti come il nemico pubblico numero uno per cui, prima di riuscire a colpire il potere, gli attivisti devono riconquistare il favore del popolo, della gente comune. Diventa quindi fondamentale completare le attività legate agli otto quartieri di Londra: si tratta di missioni piuttosto standard che vanno dalla distruzione di un server ad atti contro la propaganda di regime propinata delle milizie Albion. Una volta che il quartiere diventa ribelle, risulta più facile reclutare persone inclini agli ideali del DedSec e inoltre, per ogni quartiere conquistato, il giocatore viene premiato ricevendo in squadra un’attivista con abilità peculiari. Conquistare un quartiere permette inoltre di sbloccare nuove abilità acquistabili con i punti tech e rivela anche dove sono nascosti in quella porzione della città.
Spiderbot, spiderbot ovunque!
Come intuibile, i punti tecnologici servono per potenziare o sbloccare i gadget super-tecnologici a disposizione dei nostri hacker: la maggior parte di questi presenta un grado di potenziamento che va da uno a tre e riguardano perlopiù la possibilità di disattivare, prendere il controllo o corrompere droni, torrette automatiche e armi stordenti; l’organizzazione nei menu è di quelle classiche e li suddivide tra Gadget, Potenziamenti, Armi e Hack. Altri potenziamenti permettono di occultare il giocatore per un breve periodo di tempo, di far inceppare le armi dei nemici, di potenziare gli attacchi corpo a corpo o di sbloccare tecnologie all’ultimo grido come lo Spiderbot, un letale ragno radiocomandato capace di saltare, nascondersi e uccidere i nemici con grande stile. Ovviamente restano a disposizione anche le tipologie di hacking classiche come quelle che agiscono sulle telecamere o su elementi ambientali come rampe, ponteggi e ostacoli. Grande assente invece è l’hacking pensato per la fuga dai nemici: in Watch Dogs: Legion non potrete più contare sui semafori, i dissuasori o i tombini per mettere fuori gioco i vostri inseguitori.
Così com’era nell’episodio precedente, anche in questo Watch Dogs: Legion al giocatore viene offerto un ventaglio incredibile di personalizzazioni estetiche da applicare: dai cappelli alle mascherine, passando per pantaloni, scarpe e giacche a dir poco stravaganti. Gli acquisti possono essere completati attraverso i numerosissimi negozi sparsi in giro per la città: va da sé che se cercate abiti di lusso, dovrete andare a far shopping per i negozi del centro mentre se ricercate un look punk o casual, vi suggeriamo di dare un occhio nella zona di Camden. La valuta per questo tipo di acquisti, chiamata eTo, può essere accumulata completando qualsiasi missione di gioco o performando specifiche attività di hacking: in ogni caso, se proprio non riuscite a trattenervi, potete ricorrere all’acquisto in-app di pacchetti eTo per dare sfogo alla vostra vena estetica.
Quando Londra fu annunciata come ambientazione del nuovo capitolo di Watch Dogs, esultai: finalmente una città europea, una città che adoro e che conosco bene, più vicina al nostro concetto di metropoli e soprattutto lontana dalle distese di asfalto tipiche del territorio americano che ormai abbiamo imparato a conoscere fin troppo bene in anni e anni di videogiochi. La resa finale è dunque realistica, sebbene risulti molto ridotta e ristretta nelle distanze ma riproduce comunque bene i luoghi di interesse e quelli turistici più memorabili e anzi, li rilegge in una chiave moderna accattivante e originale. Rispetto alla Chicago del primo capitolo e a San Francisco del secondo, questa Londra è una città in decadenza, dilaniata dagli scontri di piazza e dai soprusi criminali perpetrati dalle milizie Albion: è una città sul punto di esplodere, che cova un sentimento d’odio verso il potere e una voglia di rivalsa molto forte.
Appare quindi come una città cupa, sporca, non molto lontana dalle ambientazioni di un The Division, per rimanere in tema Ubisoft. La diffusione e la capillarità della tecnologia si fa sentire a ogni angolo della strada: le carreggiate (dove si guida a destra, quindi fate attenzione!) sono piene di auto elettriche o a guida autonoma, il cielo sopra di noi è testimone di un passaggio continuo di droni che portano pacchi, droni da carico ma anche di droni ‘poliziotti’ o antisommossa. In virtù di un futuro tecnologico apparentemente lontano, molti modelli di auto e veicoli sono stati inventati da zero per rispondere a questa esigenza di modernità. Una conseguenza di tale scelta tuttavia, la si nota nel sistema di danni ai veicoli che si conferma un passo indietro rispetto al passato e quindi meno credibile, così come la reattività delle forze dell’ordine è molto limitata, sintomo di una IA nemica che necessita di più cura e attenzione.
In ogni caso, per aggredire i nemici non dobbiamo necessariamente ricorrere all’ausilio delle armi (stordenti non letali o da fuoco) o a gingilli super-tecnologici: come da tradizione infatti, Watch Dogs prevede anche il combattimento corpo a corpo che stavolta ci è parso leggermente più curato, con la possibilità di tirare pugni rapidi, colpi più lenti per rompere la guardia oppure di schivare di lato gli affondi avversari.
Per quanto riguarda poi il comparto grafico, Watch Dogs: Legion non fa miracoli, così come non ne avevano mai fatti i due capitoli precedenti. Nonostante ciò, alcuni scorci, in particolari quelli legati a luoghi d’interesse come London Bridge, Piccadilly Circus e il Palazzo di Westminster sono riprodotti in maniera molto fedele e convincente; grazie poi a una modalità fotografica piuttosto dettagliata, possono anche essere incorniciati come si deve in una cartolina digitale. Il doppiaggio inglese è molto buono (il file per le altre lingue è scaricabile a partire dal D1, ndr), superiore rispetto a molti altri titoli e stupisce notare come gli sviluppatori abbiano previsto così tante voci diverse per gli attivisti a nostra disposizione che, ovviamente, possono interagire e intervenire nei vari filmati di gioco semplicemente sulla base di chi stiamo utilizzando in quell’istante.
Qualche bug c’è ma niente di allarmante: come detto, le problematiche più sentite riguardano più l’abilità dell’IA nemica di leggere le differenti situazioni che veri e propri problemi strettamente legati al codice del gioco. Il titolo poi, almeno su PS4 Standard, si posiziona attorno ai 30 fps (scendendo in qualche occasione) ma siamo fiduciosi di provare i miglioramenti legati alle versioni PS5 e Xbox Series X che saranno disponibili gratuitamente a partire dal 10 novembre prossimo.
Abbiamo recensito Watch Dogs: Legion grazie a un codice per PlayStation 4 fornito da Ubisoft. Abbiamo giocato per quasi trenta ore, completando l'avventura principale e costruendo una rete di attivisti piuttosto varia e soddisfacente.
DurataWatch Dogs: Legion è il terzo capitolo di una saga che sta cercando di capire qual è la sua natura e la direzione che vuole percorrere. Presi singolarmente, i tre episodi sono molto diversi tra loro e in modi altrettanto differenti hanno provato sinora a sperimentare un concetto di gioco differente. Questo terzo capitolo è indubbiamente il più coraggioso e ambizioso: un titolo che sceglie deliberatamente di abbandonare la logica del protagonista e si vota a quella del gruppo, di una squadra, interpretando il racconto in chiave più matura e riavvicinandosi allo stile dell’avventura di Aiden Pearce. Una mossa sicuramente azzardata – e che dunque ci sentiamo di premiare – ma anche molto dispendiosa in termini di risorse, e che è costata evidentemente al franchise qualche passo indietro per quanto concerne l’integrazione dell’hacking e la costruzione del mondo di gioco. Insomma, l’assoluta varietà che offre il team di attivisti a nostra disposizione l’avremmo voluta vedere anche nella costruzione delle missioni, secondarie e non, e nelle possibilità offerte dall’hacking, spesso limitato e alla lunga poco esaltante.
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Devo ammettere che l'idea di poter arruolare i vari personaggi presenti nel titolo nella propria "Legione" mi affascina da morire. In un futuro prossimo sicuramente lo proverò, ovviamente sulla nuova generazione visto i tempi allungati. Sono ancora super indeciso su quale piattaforma approdare... 🤔
assolutamente, vai di next gen che ti godi pure il ray-tracing