Recensione

Xenoblade Chronicles 3 come un vero e proprio Kolossal, la recensione diario

“Si combatte per vivere, e si vive per combattere”. Si apre così Xenoblade Chronicles 3, tra esistenzialismo e religione, schiavitù e libertà, si percepisce fin da subito la maturità raggiunta da Monolith Soft. Sono passati dodici anni dal primo capitolo della saga (quello Xenoblade Chronicles che aveva tanto incantato su Wii), Monolith è cresciuta e noi insieme a lei.

Annunciato nel direct di febbraio con uscita a settembre e (udite, udite!) addirittura anticipato di 2 mesi, abbiamo messo mano da pochissimi giorni sul nuovo Kolossal prodotto da Nintendo. Diamo quindi il via alla nostra recensione diario!

Bentornati a casa

Già nei primi istanti di gioco si viene catapultati immediatamente sul campo di battaglia in cui ci viene introdotto il mondo di gioco, ma anche i rudimenti del gameplay. Chi non è nuovo alla saga, noterà gli enormi sforzi dello studio second party di Nintendo nel fare tesoro di tutta l’esperienza fatta in questi anni. L’impressione è quella di un tuffo completo nella modernità del JRPG: via i quick time event (almeno per il momento), interfaccia tirata a lucido, HUD essenziale ed estremamente chiaro. Anche in modalità portatile il tutto funziona estremamente bene, nonostante il party sia composto da ben sei personaggi.

Rispetto a prima ora gli scontri sono divertenti e stimolanti

Per chi non conoscesse per nulla Xenoblade Chronicles, si tratta di un jrpg con struttura tra il sandbox e l’openworld con combattimento in tempo reale. Il combat system non è però completamente assimilabile a quello di un action: gli attacchi base sono automatici, gli attacchi speciali sono controllati dal giocatore, con un sistema di combo che diventa via via più complesso (anche in funzione del nostro posizionamento sul campo da gioco).

Le basi sono quelle classiche della serie ma stavolta il tutto è stato snellito e ammorbidito, l’IA del party è estremamente avanzata e permette una coordinazione pressappoco perfetta nella concatenazione delle combo. Insomma, fin da subito (a differenza del passato) gli scontri sono divertenti e stimolanti.

Tutti i limiti di Switch

Il mondo creato da Monolith è, ancor più che in passato, mastodontico. Tuttavia paesaggi mozzafiato e orizzonti visivi infiniti devono fare il conto con un hardware che viene spremuto fino all’osso. A differenza dei capitoli precedenti il frame rate è piuttosto stabile e alcune tecniche avanzate per la ricostruzione di texture a bassa risoluzione restituiscono un impatto visivo più che soddisfacente. Non vogliamo stare qui a fare la conta dei poligoni (anche perché non ne abbiamo i mezzi); rimandiamo piuttosto ad analisi ben più approfondite e interessanti della nostra dal punto di vista tecnico, per chi fosse interessato a questo aspetto (qui l’analisi!).

Un mondo di gioco mastodontico

Ciò che ci preme però sottolineare è la strepitosa direzione artistica del titolo, non che si avessero poi così tanti dubbi. Se ce ne erano ben pochi per quanto riguarda la paesaggistica generale e il world building, questa volta anche il character design rasenta l’eccellenza. La base di partenza resta sempre lo stile anime introdotto col secondo capitolo ma questa volta si è scelto uno stile più sobrio che ben si sposa con i temi maturi introdotti nelle primissime ore di gioco.

Ad accompagnare tutta questa estasi visiva, ci pensa una colonna sonora tra le più ispirate della serie che si candida già a essere una delle migliori dell’anno.

Dopo poco meno di dieci ore e dopo aver completato il primo capitolo dell’avventura, si ha la sensazione di aver soltanto scalfito la superficie di quella che sembra essere un’opera davvero mastodontica in termini di profondità e contenuti. Per poter dare un giudizio ancora più corposo avremo bisogno di passare almeno qualche altra decina di ore in compagnia del titolo. Ci rivediamo quindi tra qualche settimana!

Aggiornamento 10 novembre (93 ore di gioco)

Ci siamo lasciati che avevamo appena iniziato a scalfire la superficie di un titolo all’apparenza mastodontico. Ebbene, dopo 93 ore di gioco e dopo aver chiuso il quinto capitolo (sette in totale) siamo pronti per ritornare a parlare di un gioco che è ancora più grande di quel che ci potessimo aspettare. In queste settimane non ho fatto altro che perdermi nelle sconfinate mappe che offre il mondo di Xenoblade Chronicles 3. Il poter godere appieno del titolo senza scadenze particolari mi ha permesso di poter esplorare letteralmente ogni angolo della mappa (o quasi!). La mole di contenuti è a tratti soverchiante e, a ogni ora, la stratificazione delle meccaniche di gameplay diventa sempre più portentosa.

La mole di contenuti va ben oltre quanto ci potessimo aspettare

I sei membri del team principale sono affiancati da un eroe con una classe peculiare; tale classe può essere sbloccata da ogni membro principale del team accumulando esperienza (combattendo nel mondo di gioco). La quantità di eroi, classi e oggetti è tale che la personalizzazione del team raggiunge vette forse mai esplorate per un JRPG. Tutto ciò fa sì che Xenoblade Chronicles 3 risulti, in fin dei conti, abbastanza slegato dal classico concetto di livello: col team giusto, equipaggiato al punto di giusto, si possono buttare giù mostri anche di 10-15 livelli sopra al nostro. Questa caratteristica è sempre stata presente nella serie, ma qui più che mai è valorizzata in maniera incredibile.

A ognuno il suo

Xenoblade Chronicles 3 ha un bilanciamento dunque piuttosto peculiare. Vi accorgerete ben presto che aumentare il livello del party è estremamente semplice: il completamento di quest (unito all’esplorazione) permette di accumulare punti esperienza utili per livellare nei punti di riposo, oltre ovviamente ai punti esperienza automatici che si accumulano sconfiggendo i mostri nelle immense aree di gioco. Se si vuole però far progredire il proprio party aumentando il livello delle classi, bisogna sempre combattere con nemici vicini al proprio livello, quindi, è assolutamente sconsigliato salire repentinamente: in questo modo si può filare dritti verso la fine della quest principale, perdendosi però il vero fulcro del gioco.

Il bilanciamento di Xenoblade Chronicles 3 è estremamente peculiare

Si ha davvero la netta impressione che il gioco sia stato concepito per godersi al meglio l’avventura portando avanti la miriade di contenuti opzionali presenti. In primis, i contenuti secondari permettono effettivamente di diversificare la potenza del proprio party. In secondo luogo, le subquest ampliano il contesto narrativo di ogni personaggio in maniera esponenziale. Via via che si prosegue nel gioco andranno liberate varie colonie sotto il dominio dei Moebius.

Semplificando in maniera estrema, ogni colonia è legata a doppio filo a un eroe e, completando le quest a essa associate, si sblocca tutto il potenziale di quell’eroe oltre a una serie di vantaggi. Insomma, parliamo di decine e decine di ore di contenuti del tutto opzionali che approfondiscono un mondo di gioco che risulta a tratti sbalorditivo.

Dopo ben 93 ore abbiamo appena finito di esplorare ogni anfratto del mare della regione di Cadensia (chi lo ha già affrontato sa di cosa sto parlando!). Ci scuserete per il ritardo, anche perché, con molta probabilità, la recensione verrà chiusa almeno al doppio del minutaggio attuale, ma un viaggio del genere va assaporato a dovere e portato a termine senza alcuna fretta toccando con mano ogni angolo di mappa. Una piccola promessa posso farla: la conclusione del viaggio arriverà entro la fine dell’anno! Alla prossima.

Stefano Cherubini

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  • Ma l'avete finito, o vi siete persi nel mare di eryth?
    Io sono nel postgame a colorare tutte le mappe... roba da maniaci

    • Ma una volta finito non si colora tutta da sola? A me mancava solo la parte della mappa con l'acqua, però sconfitto il boss finale mi si è colorata tutta 🤷‍♀️
      Ps: nell'endgame ho faticato molto di più in XBC2

    • Persi nel mare di Eryth, ovviamente. Sono ad un centinaio di ore e ancora non vedo il finale, per questo la recensione procede lenta visto che lo sto giocando nel minimo dettaglio. Come ben dici è quasi una roba da maniaci. Impressionante a livello contenutistico. Però colorare ogni angolo del mare che soddisfazione

  • Mi piacerebbe sapere le vostre considerazioni finali. Io l'ho trovato un grandissimo JRPG, ma sinceramente (trama a parte) iniziano a stancarmi alcune caratteristiche del genere, più che altro sono scelte di design.

    • Sono a 100h. Oggi l’aggiornamento della rece. Credo che entro la fine dell’anno sarà completato. Al momento lo sto trovando magnifico, anche se come dici qualche cosa nella formula di Monolith andrebbe ritoccata. Però il mondo è stupefacente è strapieno di contenuti.

  • Persi nel mare di Eryth, ovviamente. Sono ad un centinaio di ore e ancora non vedo il finale, per questo la recensione procede lenta visto che lo sto giocando nel minimo dettaglio. Come ben dici è quasi una roba da maniaci. Impressionante a livello contenutistico. Però colorare ogni angolo del mare che soddisfazione

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