Mettere l’universo in una scatola. È questa l’immagine che può spiegare la difficoltà nel cercare di racchiudere l’enorme ludoteca che negli anni è stata proposta su Nintendo DS in un esiguo elenco composto da dieci membri. Abbiamo già spiegato che l’enorme successo di questa console portatile ha permesso all’azienda nipponica di rilanciarsi sul mercato e raggiungere numeri che hanno superato perfino quelli del mastodonte GameBoy Advance. Nei sei anni del ciclo vitale di Nintendo DS le vendite elevatissime hanno offerto un ecosistema dove sia i first party che i third party hanno messo in mostra una line up davvero immensa e qualitativamente ottima oltre che una grande eterogeneità di generi videoludici rappresentati.
Il valore aggiunto di Nintendo DS, che ha fatto anche la fortuna di chi ha sviluppato su di esso, risiede nel suo concept basato sia sul touch screen che ha permesso di indirizzare il marketing e i prodotti verso un pubblico più ampio e meno esigente in termini di complessità di gameplay. Ne sono derivati una serie di giochi puzzle o software che lambivano il confine del videogioco in senso classico e delle esperienze ludiche che oggi chiameremo “casual”. Ma questo non deve far dimenticare che, tra classici RPG e storici brand Nintendo e non solo, i due schermi del DS sono riusciti a soddisfare anche i giocatori di lungo corso.
Nonostante la mannaia della sintesi mi abbia obbligato a tagliare via molti dei giochi che meriterebbero di essere quantomeno nominati in questo elenco, ho sentito comunque il dovere di fare qualche menzione d’onore degna di nota. La prima è per Nintendogs, una delle più fulgide espressioni della categoria dei casual game. Cagnolini da accudire in stile Tamagochi tramite comandi touch e una votazione di 40/40 su Famitsu dimostrano quanto la vita da giocatore pendolare occasione, soprattutto dei giapponesi, fu eccellentemente riempita da questo videogioco tutto da coccolare. Allo stesso modo non ci si può dimenticare della serie investigativa Phoenix Wright: Ace Attonery e dall’avventura punta e clicca Hotel Dusk, chiari esempi di come le avventure grafiche avessero trovato in DS un validissimo alleato.
Tra i nomi storici dell’industria che hanno presenziato su Nintendo DS vanno ricordati anche Metroid Prime: Hunters, unico esponente della serie Prime ad essere finito su una console portatile, e New Super Mario Bros. che resta fuori dalla Top 10 solo perché i platform con Mario protagonista sono killer app imprescindibili e sarebbe ridondante riproporli in tutte le classifiche di ogni console Nintendo. Escluse queste necessarie citazioni partiamo con in meglio del meglio di Nintendo DS. In ordine rigorosamente casuale.
Nominarne uno per citarli tutti. Più che un singolo videogioco di questa longeva e fortunata serie di Level-5 è giusto racchiudere tutta la serie di puzzle game, pubblicato per la prima volta nel 2008 con Il Professor Layton e il paese dei misteri, che ha cadenzato tutto il ciclo vitale di Nintendo DS. Non si può negare che il design in questa serie riesca con pochi tocchi da anime a ricreare una atmosfera gradevole e originale. L’atmosfera vittoriana delle ambientazioni che traggono spunto dalla vecchia Europa si sovrappongono ad una serie di misteri da risolvere a suon di rompicapi e giochi di logica spesso davvero ben realizzati. Un gameplay fresco, mixato a uno stile grafico frizzante, ha permesso alla serie Professor Layton di trovare spazio nei gusti sia dei giocatori più navigati, sia di chi in quegli anni si stava approcciando attivamente per la prima volta con il medium videoludico.
Una delle più singolari serie di Nintendo, a metà strada tra un simulatore di vita e un’avventura bucolica senza fine, nel 2006 passò anche su Nintendo DS con Animal Crossing: Wild World. Una nuova casa e un nuovo villaggio da abbellire, i tanti colorati personaggi antropomorfi tra i quali gli iconici Tom Nook e Totakeke e la lunga serie di collezioni e di eventi da completare hanno fatto divertire una popolazione di giocatori eterogenea. Il pregio maggiore di questo gioco era il fatto di essere perfetto per un pubblico femminile attento allo stile e al decorare la casa che gradiva la sua ambientazione colorata, tenera e bucolica. Tra le novità di questo capitolo c’era la possibilità di visitare i villaggi degli altri giocatori attraverso la connessione Wi-Fi. Altro aspetto che fece la felicità di molti era la possibilità di creare i propri motivi e modelli per i vestiti e i parati grazie agli intuitivi comandi touch portando la personalizzazione a livelli molto alti.
Nintendo DS non è stato solo colore e allegria ma ha fatto anche un tuffo nell’oscurità delle creature della notte con Castelvania: Dawn of Sorrow. La serie Konami che racconta l’infinita lotta tra l’armata del vampiro Dracula e la stirpe di ammazzavampiri Belmont arrivò su Nintendo DS dopo qualche esperimento fallito in 3D. La portatile a due schermi fu l’occasione per tornare alle origini con un metroidvania 2D classico che riprendeva meccaniche e trame del capitolo per Game Boy Advace Aria of Sorrow con un level design davvero impeccabile. Poco importa se l’uso del touch screen fosse misero; A compensare ci pensò il perfetto utilizzo del secondo schermo che proponeva in tempo reale la mappa di gioco e lo status del protagonista senza dover passare continuamente al menu. Considerato da molti una delle migliori declinazioni del brand, Dawn of Sorrow si può considerare un cult che ancora oggi non risente quasi minimamente del peso degli anni nonostante sia stato pubblicato nel lontano 2005.
Final Fantasy, Dragon Quest, Shin Megami Tensei, Etrian Odyssey. Solo con questi nomi e con i loro capitoli per Nintendo DS si potrebbe creare una classifica a parte di RPG classici che hanno accompagnato il ciclo vitale i questa console portatile. Ma ognuno di loro passa in secondo piano quando si nomina Chrono Trigger. Per questo titolo, pubblicato originariamente su Super Nintendo, venne creato un piccolo triunvirato di icone di questo business: Hironobu Sakaguchi, storico creatore della serie Final Fantasy, Yuji Horii, game designer dell’allora Enix che lavorava sulla serie Dragon Queste, e Akira Toriyama, che con il suo tratto ha animato Dragon Ball e altri anime che hanno segnato l’adolescenza di molti. Un mix perfetto che ha prodotto questo capolavoro a 16-bit sia su SNES che su DS. Non importa se non ci siano stati una traduzione in lingua italiana o qualche aggiornamento grafico di rilievo nella versione per la console portatile, il nuovo finale disponibile e i vari extra aggiunti all’eccellente gameplay e alla inebriante trama sono più che sufficienti. Inoltre, a livello collezionistico la cartuccia di Chrono Trigger è anche discretamente rara e molto appetita.
Intelligent System è famosa per la serie Fire Emblem, anch’essa apparsa su Nintendo DS, ma il vero diamante della sua produzione su questa console portatile è stato Advance Wars: Dual Strike. Le meccaniche da strategico a turni sono quelle che hanno caratterizzato il primi due episodi apparsi su Game Boy Advance così come la grafica rimasta pressoché invariata. Quello che ha fatto la differenza è l’eccellente gestione del gameplay tramite il touch screen oltre alla possibilità di poter giocare in multiplayer locale perfino con una sola cartuccia di gioco. Si tratta di un titolo molto particolare oltre che difficile da completare soprattutto alcune missioni davvero proibitive. La serie Advance Wars, e in generale la serie Wars, si è purtroppo arenata oramai da quasi undici anni. In attesa di un possibile ritorno in grande stile, recuperare questa capitolo potrebbe rivelarsi particolarmente piacevole.
La serie di The Legend of Zelda si è evoluta nel tempo assumendo diversi stili grafici e diverse ramificazioni nella cronologia. Tra queste una in particolare, quella che ha avuto origine dal capitolo The Wind Waker, ha assunto una sua propria valenza grazie allo stile grafico alternativo. E da quel episodio in cel shading derivarono The Legend of Zelda: Phantom Hourglass e The Legend of Zelda: Spirit Track che tra il 2007 e il 2009 hanno colorato il DS. Nintendo per questi due capitoli, più nel primo che nel secondo a dire il vero, ha anche messo in campo un eccellente supporto con il touch screen con comandi ben congeniati e facili da usare. La scelta tra i due può solo dipendere dalla vostra preferenza tra avventure marittime o viaggi ferroviari. Lo sgargiante e ironico universo di questo filone di The Legend of Zelda è uno di quelli che è invecchiato meglio e che ancora oggi può essere giocato senza sfigurare con altre produzioni.
In realtà questo è il pretesto per parlare di tutti i capitoli principali Pokémon pubblicati su Nintendo DS perché ognuno di loro è stato un degno esponente del brand di Game Freak su questa piattaforma. Forse nessuno di loro può essere considerato il migliore di sempre in senso assoluto, ma è soprattutto nel passaggio dalla terza alla quarta generazione con Pokémon Diamante e Perla che sono avvenute alcune grandi novità di peso che hanno tracciato un solco on il passato come per esempio il passaggio dagli sprite statici a modelli 3D per i Pokémon. Il nodo fondamentale tuttavia è che non esiste console portatile di Nintendo senza Pokémon e non esiste Pokémon senza Nintendo (almeno per ora).
Per la serie “Forse non tutti sanno che…” c’è un piccolo capolavoro inaspettato che su Nintendo DS merita davvero di essere giocato o provato almeno una volta: Grand Theft Auto: Chinatown Wars. Anche Rockstar Games nel 2009 si catapultò sui due schermi portatili con questo spin off dal sapore retrò. Un ritorno del brand alla visuale dall’alto e con cel-shadind 3D molto evocativo. In Chinatown Wars si fa ritorno all’ambientazione familiare di Liberty City ma con protagonista la mafia cinese e tutta la violenza classica della serie GTA più una serie di minigiochi inseriti nel flusso di gioco che fanno un perfetto uso del touch screen. Droga e criminalità in pieno stile Grand Theft Auto per un titolo PEGI 18 inaspettato quanto gradito su questa piattaforma.
Ogni esponente della serie Mario RPG rappresenta un must have per ogni console Nintendo sul quale sia stato pubblicato. La capacità del team AlphaDream di proporre un gioco di ruolo ambientato nel Regno dei Funghi è impeccabile così come la loro abilità di sviluppare un gioco che fosse allo stesso tempo colorato e ironico dei baffi più famosi dei videogiochi, sia articolato e complesso nel gameplay con ogni RPG che si rispetti. Dei due capitoli pubblicati su Nintendo DS quello degno di nota è Mario & Luigi: Viaggio al Centro di Bowser. Viaggiare nel corpo della nemesi di Mario ha un sapore senza pari con una cura nel level design davvero impareggiabile. In questo gioco è anche possibile comandare l’enorme tartaruga spinata operando in sincrono tra l’interno e l’esterno del corpo di Bowser. E per chi non avesse possibilità di recuperare il gioco originale, il 25 Gennaio 2019 su Nintendo 3DS verrà pubblicata una versione rinnovata del gioco.
Chiudo in bellezza con un altro classico di ogni line up Nintendo nelle varie epoche. Mario Kart DS è stato il capitolo che ha rinnovato il multiplayer di questa saga di titoli racing. Oltre alla solita qualità del gioco, ed escludendo il problema del così detto “snaking”, questo è stato il capitolo che ha sdoganato i servizi online per il brand connettendo i piloti di tutto il mondo sia attraverso i fantasmi dei migliori tempi su giro sia nelle classiche gare e battaglie. Altro aspetto di secondo piano ma altrettanto piacevole era la possibilità di crearsi il proprio modello di logo da applicare al kart. Anche se i server di gioco online sono oramai chiusi dal 2014 Mario Kart DS rappresenta una delle migliori esperienze di gioco su Nintendo DS, adatta a tutti, e che permette anche in locale e con una sola cartuccia di gioco per più console di giocare con altri amici.
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