Editoriale

PES 2020 vs FIFA 20, ci risiamo!

PES vs FIFA, FIFA vs PES, l’amletico dilemma che ogni anno si ripete. A fronte dei tanti miglioramenti che Konami ha negli anni apportato alla sua creatura, si contrappone lo strapotere della produzione targata EA Sports. L’ultimo capitolo di FIFA, non ha accontentato tutti; sicuramente, il successo ottenuto negli anni, in particolar modo grazie alla modalità FIFA Ultimate Team, ha portato il colosso canadese ad adagiarsi fin troppo. Konami, invece, ha lavorato sodo, riconquistando terreno e pubblico, dopo anni davvero duri e complicati.

Quest’anno la scelta sarà ancora più complicata. Considerando che a conti fatti PES 2020 e FIFA 20, saranno con ogni probabilità gli ultimi capitoli che usciranno (e si sfideranno) su questa generazione di console prima di passare alla prossima, ormai più vicina che mai. Chissà cosa ci riserverà il futuro, se con le nuove console, qualcosa cambierà oppure no. Ciò che possiamo fare al momento, è raccontarvi la nostra esperienza con i due titoli calcistici, che abbiamo avuto la fortuna di provare durante la Gamescom di Colonia appena conclusasi.

eFootball PES 2020

Dopo una breve presentazione tenutasi nello stand di Konami, che a dir la verità mi ha divertito e mi ha convinto a tratti, ho avuto la possibilità di testare personalmente il gioco. Affianco a me, il trofeo dell’Europeo, che ricordiamo si terrà fra poco più di dieci mesi e la cui licenza, come accaduto tre anni fa, è nelle mani del colosso giapponese.

La versione di prova portata da Konami per l’occasione, permetteva di giocare ad una sola modalità, ovvero match classico, in singolo o contro un avversario reale. La scelta di squadre è stata per forza di cose, limitata, ma ci ha fatto capire quanto Konami abbia investito sulle licenze, vero tallone d’Achille delle passate produzioni. In particolar modo, “lo sgarro più grande” fatto al rivale è stato quello di ottenere l’esclusiva di squadre come la Juventus e l’intero campionato della Serie A, oltre a partnership già note, con Barcellona e Liverpool.

Particolare attenzione è stata riposta nel 3D Scan, mostratomi a video durante la presentazione. Il livello di dettaglio raggiunto è incredibile, non soltanto per quanto riguarda i giocatori, le cui differenze fra la controparte reale e quella del gioco, sono pressoché inesistenti, considerando che anche tatuaggi e acconciature sono stati riprodotti fedelmente. Ma anche per quanto riguarda gli stadi, Allianz Stadium e Old Trafford, sono stati riprodotti magistralmente, grazie ad un lavoro certosino di scanning e appunti che lo sviluppatore giapponese ha svolto.

Tutto questo è accompagnato dal vero fiore all’occhiello della produzione, ovvero il Fox Engine che, dato per finito lo scorso anno, riesce ancora oggi a sorprendere. In particolar modo nella gestione del sistema di luci e ombre e a tutti i minuziosi dettagli che accompagnano una partita di calcio. Anche la fisica resta solida e convincente, portando i giocatori, con stazza, statura e abilità diverse, a comportarsi in uno specifico modo, che mi ha convinto davvero tanto.

E per quanto riguarda il gameplay?

Konami, nel corso della presentazione, ha dichiarato che lo sviluppo del gameplay è un percorso cominciato circa due anni fa. L’obiettivo era quello di migliorarlo entro tre anni. Ad aiutarli, un testimonial d’eccezione: Andrés Iniesta, il quale ha collaborato a stretto contatto con lo sviluppatore per fare in modo che il gameplay di PES 2020 e molto probabilmente di quello successivo, sia il più realistico possibile. Permane quella sensazione di legnosità dei giocatori, seppur in misura drasticamente inferiore rispetto al passato ma il sistema di gioco risulta essere fluido, ragionato e compassato, lasciandoci davvero delle buone sensazioni. Adesso, è possibile effettuare giocate leggendo lo spazio circostante e penetrando attraverso la più minuscola incrinatura di una linea difensiva quasi inespugnabile, che si adatterà ai nostri attacchi, sotto forma di una nuova tecnica di dribbling dinamico.

PES 2020 rappresenta in modo realistico gli errori dei giocatori con il solo scopo di permettere di creare un maggior numero di occasioni e sfruttare le distrazioni dell’avversario. Sono state inoltre aggiunte una nuova serie di tecniche di tocco e di stop del pallone, oltre a nuove mosse abilità, che permettono di avere una maggiore varietà a seconda del proprio stile di gioco. Il team ha anche lavorato per introdurre una nuova telecamera televisiva, in grado di seguire per filo e per segno tutta l’azione dei giocatori nel corso di una determinata azione, esattamente come se stessimo guardando la partita seduti sul divano.

La nuova telecamera, offre una maggiore immersività in termini di gameplay ma a  dire la verità preferivo quella precedente, leggermente più ravvicinata. Per il resto, nelle tre partite che ho avuto la possibilità di giocare, tutti i miglioramenti introdotti dallo sviluppatore, si notano. I giocatori agili e veloci, come Dybala o Messi, possono incantare con le loro giocate negli spazi stretti, mentre giocatori più fisici, come Cristiano Ronaldo o Suarez, se non adeguatamente marcati o contrastati, risultano essere quasi inarrestabili in area di rigore. Ho apprezzato molto il fatto che non è scontato insaccare la palla in rete, anche davanti al portiere, non c’è la certezza assoluta di far gol; vuoi per errore nostro, vuoi per abilità del giocatore avversario nel capire il momento giusto nel quale fare uscire l’estremo difensore. Alcune novità dovranno però essere ulteriormente approfondite in sede di recensione. In particolar modo, la nuova e rinnovata modalità Master League, che permetterà di avere una gestione a 360° del proprio team e il Match Day, che va a strizzare l’occhio alle partire reali quali magari possano essere derby e match di cartello.

In conclusione

eFootball Pro Evolution Soccer 2020 ha tutto quello che dovrebbe avere un titolo calcistico. Graficamente, l’impatto è impressionante e il gameplay, ulteriormente migliorato, offre ottime sensazioni. Le licenze sono in corso di miglioramento, grazie ad accordi importanti, come ad esempio con la Juventus. Non ci resta che attendere il rilascio del gioco completo, che ci permetterà di testare la nuova e rinnovata modalità Master League, oltre al comparto online (che come dice il nome eFootball, strizza l’occhio agli eSports), che ci incuriosisce e non poco. L’appuntamento è fissato per  il 10 settembre su PlayStation 4, Xbox One e PC.

FIFA 20

L’appuntamento con FIFA 20 si è tenuto nella suggestiva business lounge di Electronic Arts. Abbandonate le vicende di Alex Hunter e soci a favore della modalità Volta Football (ovvero il calcio da strada), ciò che ci ha spinto a provare il nuovo capitolo della serie, è stato il gameplay. Migliorato oppure no? In realtà, almeno dalla build proposta, FIFA 20, si presenta leggermente differente rispetto al passato. Non parliamo dell’offerta contenutistica, sempre solida, ma da testare in sede di recensione completa, ma bensì per quanto riguarda alcune meccaniche di gioco, delle quali vi parleremo a breve.

Partiamo dalle novità proposte dal pacchetto: Volta Football, ovvero il calcio da strada che viene proposto qui in maniera non dissimile dai vecchi FIFA Street. Possibilità di utilizzare giocatori reali, impostare il proprio schema di gioco, e via, pronti per una bella sfida 3 vs 3, o 2 vs 2, fino ad un massimo di 5 vs 5. Fra mosse abilità, piroette, sombreri, elastici e chi più ne ha più ne metta. Le mosse abilità sono tante e per impararle sarà necessario avvalersi di un nutrito tutorial. Nulla di allarmante, i tecnicismi di FIFA Street, sono notevolmente ridotti, quindi diventare dei maestri del Football Street, sarà sicuramente più semplice. Ma non è tutto in quanto, per non scontentare i fan della modalità Il Viaggio, c’è la possibilità di affrontare una modalità storia. Nello sviluppo, sono stati coinvolti nomi illustri del calcio da strada, che saranno presenti nel gioco e saranno inoltre affrontabili nel corso della storia. Anche la modalità carriera dovrebbe ricevere delle migliorie, che però potremo testare con mano solo con il gioco in versione completa. Rappresenta una di quella modalità che è andata un po’ nel dimenticatoio con gli anni,  a favore di Ultimate Team e Il Viaggio. Al netto di qualche novità introdotta lo scorso anno con FIFA 19, non riesce più ad entusiasmare particolarmente. Quest’anno, stando a quando dichiarato dal colosso canadese, la musica dovrebbe cambiare. Tutte le novità le potete leggere qui.

Novità del gameplay

Il gioco è stato testato su PlayStation 4. Le postazioni erano divise, fra modalità calcio d’inizio e quella Volta, quindi non c’era la possibilità di switchare fra le due se non cambiando postazione. La novità principale riguarda il ritmo di gioco. Attraverso una nuova aggiunta, chiamata, Football Intelligence, che va a migliorare la gestione delle partite, ci si rende conto sin da subito, che la velocità di gioco è leggermente inferiore rispetto al passato. La costruzione della manovra risulta essere più ragionata, complice anche una intelligenza artificiale che ci ha dato l’impressione di essere più attenta e che va in qualche modo a “costringere” il giocatore a compiere giocate 1 vs 1 o comunque evitando situazioni discutibili che avevano caratterizzato FIFA 19, ovvero passaggi troppo precisi e giocatori che con molta facilità superavano la nostra retroguardia attraverso un singolo passaggio calibrato. In particolar modo, anche il sistema di passaggio è stato rivisto. Dimenticate l’utilizzo assiduo del passaggio filtrante in ogni situazione, adesso gli errori saranno maggiori, quindi bisogna valutare con attenzione quale tipologia di passaggio effettuare e soprattutto a quale giocatore rivolgerlo, in quanto passaggi di prima, oppure il classico tiki taka, verrà “rotto” da difensori aggressivi e maggiormente attenti a determinate situazioni.

Proprio in relazione alla difesa, abbiamo notato dei cambiamenti rispetto al precedente capitolo. Si percepisce un maggiore equilibrio complessivo fra chi attacca e chi difende, anche se permane quella fastidiosa sensazione che con giocatori veloci e con dribbling alto, ad esempio Neymar, si riesce ad arrivare in porta, piuttosto facilmente. Ed in riferimento all’attacco che troviamo una nuova aggiunta, il: Composed Finishing. A differenza dello scorso anno, con il tanto discusso Timed Finished, quest’anno, gli sviluppatori hanno deciso di ridurre l’efficacia del tiro, in particolar modo fuori area in modo tale da dare maggiore enfasi all’azione di squadra. La sensazione è che se mal coordinati, il tiro finisca ben lontano dal bersaglio grosso. Anche in area, situazione nella quale era piuttosto semplice far gol, si avverte una maggiore difficoltà. Infatti, è capitato più spesso di quanto accadeva in passato, di sbagliare una conclusione davanti al portiere. Ed è così che dovrebbe essere, e speriamo che non sia soltanto una sensazione “da demo” ma bensì una caratteristica del prodotto finale. Ci lasciano un po’ perplessi i calci piazzati. Le punizioni, riviste, danno una sensazione di maggiore semplicità. Personalmente prevedo che questa sarà la discriminante (in negativo) di FIFA 20. Segnare da calcio da fermo, sarà più frequente, ma ciò potremo confermarlo solo in sede di recensione.

Dal punto i vista tecnico, non abbiamo notato grosse differenze. L’engine è lo stesso, seppur con qualche lieve miglioria per quanto riguarda l’atmosfera che si vive nel corso della partita e qualche volto. Ribadiamo che è l’ultimo “scontro” fra PES e FIFA su questa generazione di console, quindi è praticamente impossibile fare di più dal punto di vista grafico.

In conclusione

In generale, FIFA 20 ci ha dato la sensazione di essere un “more of the same”.  Il gameplay resta comunque convincente e offre un feeling migliore rispetto al precedente capitolo, grazie ad una riduzione della velocità di gioco e ad una minore efficacia in fase realizzativa. La modalità Volta, vera aggiunta all’offerta contenutistica, ci sembra un po’ poco e dà l’impressione di essere più di contorno che altro. Sappiamo tutti che la vera modalità che verrà presa letteralmente d’assalto in FIFA è quella Ultimate Team, ma al momento non vede cambiamenti particolari. Restiamo comunque fiduciosi per quanto riguarda la modalità carriera, che dovrebbe, dopo diversi anni di totale abbandono, ritornare sotto le luci della ribalta!

Quale scegliere fra i due?

Difficile dire chi fra i due titoli calcistici sia il migliore. Il gameplay di entrambi è stato leggermente migliorato, ma non così tanto da rappresentare una discriminante in sede di scelta. A fare la differenza è sicuramente l’offerta di contenuti proposta. Da un lato la modalità Master League rinnovata, dovrebbe garantire ore di divertimento, così come la modalità online che è maggiormente orientata agli eSports. Dall’altro abbiamo la solida offerta che negli anni abbiamo avuto modo di conoscere: Ultimate Team, Co-Op, Pro Club e la nuova modalità Volta. Quest’ultima ci ha dato la sensazione di essere un “contentino” e nulla di più. Divertente da giocare, ma un tantino fine a se stessa.

Riccardo Amalfitano

View Comments

  • Ormai compro un gioco di calcio ogni 2 anni...mi sembra insensato, soprattutto non giocandoci online, comprare 'quasi lo stesso' gioco ogni anno solo per avere le rose aggiornate.
    Dopo una parentesi FIFA con la X360 son tornato a PES con PES 2016, poi venne PES 2018 e quest'anno PES 2020.
    Delle licenze, da quando esiste l'immenso PESTeam.it, non mi importa un granchè.
    Lunga Vita alla Master League!!!

  • Da malato calciofilo devo dire che per tanti anni (soprattutto per tutta la scorsa generazione) non ho acquistato un singolo gioco calcistico, più che altro perchè nessuno dei due mi soddisfava pienamente. Negli ultimi anni invece ho acquistato FIFA che non mi ha deluso, nonostante alcuni difetti e alcune lacune. Quest'anno però ammetto che PES 2020 mi fa molta più gola, la demo mi è particolarmente piaciuta e Konami sembra abbia fatto un lavoro davvero certosino con il gioco. Credo proprio che questa generazione - in ambito pallonaro - la chiuderò con PES 2020 :D

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