Editoriale

PlayStation 5, Sony sa ancora come conquistare il pubblico?

A margine di una presentazione criticata da molti e compresa da pochi, ho deciso di dare seguito ad altri articoli dedicati al marketing e alla comunicazione pubblicati in precedenza sul sito, per provare a raccontare e spiegare quella che sembra essere la strategia comunicativa intrapresa da Sony per PlayStation 5.

Al netto dell’emergenza sanitaria che purtroppo sta causando tanti decessi e problemi di ogni genere e che ha costretto tantissime aziende a rivedere i loro piani, proviamo a rispondere alle domande che molti utenti continuano a porsi in queste ultime ore: “Perché Sony non ha ancora mostrato niente?”, “Che cosa sta aspettando?”.

Teraflops, i grandi e irreprensibili Teraflops

Prima di mettere in discussione la legittimità o meno delle scelte effettuate da Sony, è bene sottolineare una cosa piuttosto grave, che nella conferenza di ieri proprio non ha funzionato. Già perché, se come azienda sono mesi che stuzzichi il pubblico attorno a una presentazione eventuale, se i tuoi concorrenti hanno già svelato la mano e gli utenti affezionati al tuo brand non aspettano altro che sapere qualcosa in più, non basta chiamare un evento “The Road to PS5”, per lasciare intendere che, il reveal vero e proprio, arriverà più avanti. Ed ecco dunque che, migliaia e migliaia di giocatori in tutto il mondo si sono riuniti davanti allo schermo per seguire una presentazione prettamente tecnica e in parte noiosa, originariamente prevista per la GDC che si sarebbe dovuta svolgere a San Francisco dal 16 al 20 marzo.

Conta la forma, mica soltanto il contenuto!

Ed ecco che invece Sony ha permesso al grande pubblico di seguire un evento che era evidentemente pensato per un target diverso con risultati talvolta comici, tra utenti che sbadigliavano in chat e un po’ di sana ironia sull’ormai rinominato Professor Cerny. In ogni caso, non sono mancati dettagli molto interessanti – qua trovate tutte le informazioni utili – per quanto concerne la dotazione hardware, tra SSD super-veloci che dovrebbero azzerare i tempi di caricamento e tecnologie proprietarie come il Tempest Engine per una rivoluzionaria esperienza di audio 3D a portata di cuffia, per tutti.

A un primo impatto, è stato spiazzante anche per me assistere a una presentazione unicamente incentrata sui numeri e sulle varie ottimizzazioni messe in campo dagli ingegneri di Sony, specie perché si è trattato di un evento tenutosi a pochissimi giorni di distanza da quello dedicato a Xbox Series X, sulla carta più performante. La conseguenza di ciò è stata una comunicazione dal palco apparentemente tarata sulla difensiva, atta a giustificare il perché di un SSD meno capiente e di una combinazione di processore e GPU incapace di raggiungere i 12 TFLOPS promessi dalla concorrenza.

E se questa immagine richiamasse le forme della nuova console?

La storia insegna, direbbe qualcuno, ed è vero. Studiare il passato è essenziale per capire il presente e provare a decifrare il futuro ma sembra essere più facile a dirsi che a farsi. Se guardiamo al passato, al 2013, vediamo uno scontro praticamente alla pari deciso da un paio di inciampi imperdonabili commessi da Microsoft e che sono costati il posto a qualche dirigente. Oggi invece, che cosa abbiamo? Negli anni la casa di Redmond si è rimboccata le maniche, migliorando la sua infrastruttura online e mettendo a punto quello che, a oggi, reputo essere il miglior servizio in abbonamento cioè Xbox Game Pass, anche nella declinazione Ultimate per PC. A oggi, Xbox Series X sembra essere una macchina da gioco praticamente perfetta perché molto potente, all’avanguardia e arricchita da tecnologie create appositamente da Microsoft per rendere l’esperienza di gioco ancora più incredibile.

PlayStation 5 sarà meno potente? Eccola qua la strategia di Sony!

Ma se guardiamo indietro, che cosa vediamo? Il mercato, spesso criptico e difficile da decodificare, ci dà due risposte: la prima è che il costo di accesso a queste tecnologie è determinante per gli utenti, che in buona parte possiedono già o hanno in programma di acquistare una console Nintendo o un PC oppure che dipendono dai genitori e quindi hanno un potere d’acquisto più ridotto e, in taluni casi, ponderato. La seconda è che la vera proposta di valore, quella che conta e che può trasformare una buona console in una console di successo, è determinata dal software esclusivo.

Nell’offerta al pubblico degli hardware da gioco contano soprattutto questi due aspetti, la potenza bruta interessa a pochi e Sony pare averlo compreso, giocando d’astuzia. La proposta della casa giapponese sarà quindi una macchina leggermente meno potente ma molto ben ottimizzata grazie anche a tecnologie note al mondo PC come AMD SmartShift che è stata adattata alla scheda di PlayStation 5, per offrire grande versatilità tra la GPU e la CPU, in base alla richiesta momentanea di potenza che necessita la console. Con una Microsoft indubbiamente costretta a rincorrere, a Sony basterà presentare qualche gioco di peso – inserito mi auguro una line-up di lancio ben più interessante di PS4 – e un prezzo inferiore per sbaragliare la potenza di Series X. La scommessa? Riuscire a piazzarsi, nuovamente, cento euro al di sotto della concorrenza.

Sony non ha fretta, perché dovrebbe?

Se da una parte Microsoft non vede l’ora di rifarsi, lo stesso non si può ovviamente dire per Sony che, essendo in una posizione dominante, non ha alcun interessa che questa generazione di console finisca. Ma non soltanto per una sua politica conservativa ma anche perché sono in arrivo almeno altre due esclusive di peso come Ghost of Tsushima e The Last of Us Parte 2, molto promettenti e attesissime dai giocatori (e che potremo rigiocare, al meglio, anche su PlayStation 5). Il mercato è stato praticamente piegato al suo servizio in questi ultimi anni e la società giapponese, come non mancano di dimostrare i social network, può avvalersi di una riconoscibilità davvero invidiabile. Il marchio PlayStation, al pari di quello Nintendo, appare sempre molto forte ed è percepito dal pubblico come sinonimo di qualità e affidabilità, nonostante ci sia ancora un po’ di strada da fare coi servizi online.

La famiglia PlayStation continua a crescere e il marchio è quello di sempre: la progressione numerica nel logo poi, per quanto banale, aiuta i consumatori meno informati a metabolizzare il concetto di nuova generazione, senza creare confusione o spaesamento come invece avviene purtroppo dalle parti di Microsoft.

Stando agli ultimi dati, sono oltre 108,9 milioni le unità vendute.

In estrema sintesi, nonostante la noia indotta da una presentazione fin troppo tecnica, la strategia di Sony appare piano piano più chiara. La società giapponese pare aver scelto di fare con PlayStation 5 un passo più piccolo adesso, per provare a conquistare di nuovo il mercato vendendo a un prezzo di lancio inferiore, per poi tentare nuovamente il sorpasso sulla concorrenza tra due o tre anni, con una versione potenziata della propria console, pensata per i giocatori più entusiasti ed esigenti. Una politica cucita attorno alla prudenza che potrebbe non piacere a molti ma che, se accompagnata da una o più esclusive di peso, riuscirà a convincere anche i giocatori più scettici.

Tommaso Stio

Domatore di leoni da tastiera.

View Comments

  • Una strategia che ti puoi permettere se come Sony sei dominante sia dal punto di vista effettivo che da quello "percettivo" sul mercato. Rimane il fatto che una presentazione come questa, la trovo abbastanza inutile, visto che a conti fatti non hai feature esclusive e ti presenti con meno froza bruta della concorrenza. Sony si gioca la partita con le esclusive e se ha in cantiere qualcosa per il lancio io avrei fatto vedere direttamente quelle.

    • Sì, resta da capire con cosa usciranno al lancio. Per me, al netto de prezzo, sarà fondamentale la line-up per scegliere. MS per ora ha Halo Infinite in serbo, Sony ancora non si sa.

  • Credo che l'errore più grosso sia stato quello di pubblicizzare l'evento sul Playstation Blog, cosa che ha quindi catalizzato l'attenzione di ogni tipologia di utente Playstation.
    Era chiarissimo fin dall'inizio che quella sarebbe stata la conferenza che Cerny avrebbe dovuto tenere al GDC e quindi una relazione prettamente tecnica indirizzata agli addetti ai lavori, quello che generalmente è il pubblico della GDC.
    Ovviamente concordo pienamente con l'articolo, Sony sta diluendo le informazioni perchè può permetterselo ma forse è anche ora di pensare a rilasciare altro tipo di informazioni visto che Microsoft non è più quella del 2013, almeno dal punto di vista di marketing ma anche da quello dei massimi dirigenti visto che praticamente sono cambiati tutti in ambito Console.

    • Esatto, la conferenza ci può anche stare, ma se allarghi il target da un pubblico di specialisti ai consumatori, non puoi tenere lo stesso Tone of Voice.

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