Editoriale

The Legend of Zelda: Breath of the Wild sequel – Analisi del trailer a E3 2019

Nintendo Direct a E3 2019 è stato forse l’evento della conferenza più denso di contenuti e carico di colpi di scena, con ciliegina sulla torta il primo trailer (tease a dire il vero) del sequel di The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Meno di due minuti per annunciare che il seguito delle avventure di link nelle terre selvagge di Hyrule è in lavorazione con un inquietante presagio e una terrificante figura nascosta nelle profondità di una caverna con Link e la principessa Zelda che la esplorano per trovarsi poi faccia a faccia con la creature.

Qui di seguito trovate una piccola analisi frame per frame del trailer con qualche piccola ipotesi e un po’ di congetture.

Il trailer del sequel di The Legend of Zelda frame per frame

Dal soffitto della caverna scendono quelli che sembrano gli arti dei guardiani. Potrebbe indicare che ci si trovi in un punto di collegamento, o addirittura di origine, di tutta la tecnologia presente nel Regno di Hyrule.

Sulla parete illuminata dalla torcia appaiono un arciere a cavallo e soprattutto una grossa figura in armatura a cavallo con con chioma folta, mantello e tridente in mano. Chi è? Ho trovato due possibili alternative: la prima riguarda il Tridente di Demise (antagonista di Skyward Sword) usato da Ganondorf in Hyrule Warriors; la seconda riguarda Phantom Ganondorf, boss presente in The Legend of Zelda: Ocarina of Time.

Phantom Ganondorf a cavallo da Ocarina of Time
La seconda alternativa sembra quella più associabile dato che il personaggio è a cavallo e sia l’equino che Ganondorf indossano un’armatura. L’unica differenza risiede nell’elmo con le corna e nel mantello, assenti in questa pittura rupestre. Da tenere a mente il simbolo che è presente sulla schiena del personaggio con il tridente: ritornerà.

Anche le strutture delle caverna sono invece assimilabili a quelle dei colossi di The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Molto simili sia a livello visivo che a livello di percezione di materia. Sulle pareti ci sono graffiti e grossi spuntoni che ricordano quelli visti nella caverna dove si è svegliato Link in Breath of the Wild, ma non illuminati.

Il percorso nella grande caverna illuminata da pietre fluorescenti di un verde acquamarina porta Link e Zelda davanti alla creatura intrappolata al centro della grande sala. Zelda ha i capelli corti e una espressione più matura, meno innocente e spaurita di Breath of the Wild.

La creatura si mostra. La si vede paralizzata da una mano che è l’estensione della colonna di simboli luminosi vista all’inizio. Dai suoi piedi si estende quello che sembra essere lo stesso miasma che circondava il castello di Hyrule in The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Pare quasi che sia quella la vera origine del potere della calamità Ganon o che sia una forma ancora più antica della calamità. Tutto da verificare ovviamente.

In questo frame si nota bene sulla veste il simbolo che è apparso in precedenza sulla pittura rupestre. Appare chiaro che è la stessa creatura. Il simbolo è perfettamente associabile a quello della tribù Gerudo, le donne guerriere del deserto di Breath of the Wild.

Ecco il simbolo Gerudo… praticamente identico

Anche qui un richiamo diretto a Ganondoft, che è proprio di razza Gerudo. Tuttavia la creatura mummificata pare avere dei lineamenti leggermente femminili. Che sia la genitrice di Ganon? La fonte reale del male ancestrale?

Poco dopo il trailer diventa più concitato con Link che viene inondato dalla luce della mano che tiene ferma la creatura. Il miasma nero e purpureo si estende verso l’alto come liberato da uno stato di quiescenza. Qui non è chiaro se sia Link a liberare la creatura o egli diventi il prescelto di questo misterioso potere che riesce a tenere incatenata la creatura alla sua prigionia.

L’ingresso di un potenziale dungeon ha le fattezze di un grosso cinghiale, da sempre mutazione animalesca di Ganondorf. Subito dopo la mano luminosa, su cui si notano parti di decori dalla forma geometrica che hanno molta somiglianza con i colossi di Breath of the Wild, afferra Link per un braccio quasi a volerlo salvare, anche perché poco dopo la grotta pare stia collassando, con Zelda che pare precipitare.

Una folgore squarcia la caverna mostrando il profilo in una figura reclinata come la creatura  e una mano che tenta di afferrarla o da cui essa si è appena liberata. Ancora una volta il trailer pare suggerire indirettamente che sia stato Link a liberare la creatura. Magari può essere avvenuto tutto dopo la sconfitta della calamità Ganon. Non è dato ancora saperlo.

La creatura si anima. Reclinando in maniera ancora più innaturale la testa all’indietro e accedendo degli intensi occhi infiammati. La figura pare mummificata. Si nota sulla spalla un pendente che richiama ancora una volta il simbolo presente sulla parete della grotta e sul lembo di tessuto. In più sulla fronte della creature è presente un decoro molto simile a quello iconico di Ganondorf.

Ultima parte del video mostra la piana di Hyrule di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, priva di tracce della calamità Ganon, sconquassata da un terremoto. Nel boato un fumo denso si alza dal castello di Hyrule che inizia a fluttuare come sollevato verso il cielo.

Ultimo appunto sulla traccia di fondo. L’agghiacciante musica è mandata al contrario, e ascoltata in reverse mettere in risalto quelle che sembrano delle voci femminili che si stanno cantando un lamento o una nenia dalle parole incomprensibili.

E se fosse…

La percezione generale di questo primo trailer del sequel di The Legend of Zelda: Breath of the Wild lascia ampio spazio a congetture, ma di base pare proprio che l’ambientazione sia la stessa e che forse ci sarà più spazio per dungeon sotterranei o forse una unica rete di cunicoli sotto Hyrule. Del resto Zelda e Link sono partiti carichi di vettovaglie e con una cavalcatura indice di un lungo viaggio. Il potere di quella mano luminosa di incatenare “il male” sarà verosimilmente il cardine del gameplay. Come descritto nei frame, la percezione è che potremmo essere di fronte a qualcosa di ancora più antico e temibile della calamità Ganon.

Altro aspetto da non sottovalutare è la presenza fisica e attiva di Zelda accanto a Link. In Breath of the Wild è stata una comprimaria (niente spoiler per quei pochi che non l’hanno ancora giocato) ma ora sembra essere partner attiva dell’avventura. Ancora presto per dirlo, ma il fatto di essere fianco a fianco e non con l’eroe davanti e lei dietro “al sicuro” potrebbe suggerire che diventerà parte integrante della trama, un po’ come fu per The Legend of Zelda: The Wind Waker se non ancora di più.

Per ora siamo ancora nel campo delle ipotesi e al limite della fantasia personale. Vedremo cosa ci riserverà il futuro. Ci sarà da aspettare un po’ poiché ci vorrà quasi sicuramente del tempo prima di vedere un nuovo trailer del gioco. Come abbiamo discusso io e Antonio “Tanzen” Fucito nel nostro commento live del Direct Nintendo a E3 2019, ci vorranno almeno altri due o tre anni prima di vedere il gioco pubblicato. Il motore grafico pare lo stesso e probabilmente anche parte dello scenario è preso da quello di Breath of the Wild così come alcuni mostri, ma Nintendo non ha paura di prendersi i suoi tempi (anche lunghi) per creare prodotti di qualità.

Per chi lo volesse rivedere lascio qui il link per rivedere il trailer di questo sequel di The Legend of Zelda: Breath of the Wild.

Francesco Pagano

Dalla sua Mansion nel Sannio ha percorso l'universo in Tuta Phazon, visitando regni brulicanti di Koopa e Pietre Sheikah. Cinema, borad game e birra artigianale le altre passioni.

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