La maggior parte di noi ha fatto uso di sostanze formate da CH3CH2OH, comunemente chiamato alcol, soprattutto per gli effetti che ne derivano nell’organismo e nel sistema nervoso centrale. Questo composto storicamente, e ancora oggi, svolge un ruolo importante nelle regole e nei legami sociali. Il suo consumo moderato è piacevole e percepito come tranquillante contro stress e ansia¹, tuttavia l’uso eccessivo ha effetti negativi sulla salute, determina un aumento del crimine, di incidenti stradali e può creare dipendenza. Fortunatamente in Italia il consumo della sostanza è basso rispetto al resto dei paesi europei, con una media di 6.10 litri d’alcol a persona per un anno e, di conseguenza, le morti per alcolismo sono veramente basse.

Ciononostante, l’alcol risulta uno dei fattori di rischio conosciuti per le proprie condizioni di salute ed è un potenziale fattore di decesso. L’industria dell’intrattenimento videoludico, nel corso di quasi cinquant’anni, ha avuto modo di trattare l’uso, l’abuso e le conseguenze del consumo di etanolo. In diversi videogiochi viene data la possibilità di far libero uso della sostanza, con conseguenti effetti collaterali come la vista offuscata e i controlli inaccurati, o di utilizzarlo come sostanza curativa. Gli autori hanno da sempre cercato di trattare l’alcol il più realisticamente possibile, provando a restituire al giocatore le sensazioni che si hanno nella vita reale. L’alcol può essere utile nei videogiochi per strappare qualche risata, in titoli come Grand Theft Auto e Sea of Thieves o come passatempo in The Witcher e Mass Effect, mentre in alcuni addirittura viene fatto un uso più creativo.

Prendiamo il più classico e più conosciuto in cui dell’alcol se ne può abusare: GTA. Specialmente nella sua quinta iterazione, il bere è stato ampliato e in alcune parti è possibile ritrovarsi il personaggio ubriaco, quando si cambia tra un carattere e l’altro. Nonostante la durata degli effetti dell’etanolo sia minore rispetto al quarto episodio, adesso è possibile bere da soli nella propria casa, uscire con gli amici per sbronzarsi o darci dentro con l’etanolo nei Vanilla Unicorn. Per simulare le sensazioni provate dal protagonista, la camera è fuori fase e i controlli disorientano il giocatore, che avrà difficoltà nel comandarlo. Prendendo il caso del personaggio di Michael, suo padre era un alcolizzato e abusava fisicamente del figlio e, malgrado ciò, dopo essere stato dichiarato morto e aver concluso per un periodo la vita da criminale, ha passato i suoi giorni ubriacandosi a causa della depressione e diventano estremamente narcisista. Gli autori di Rockstar hanno sempre messo in primo piano l’utilizzo di sostanze alcoliche per farne una critica sociale, specialmente nei riguardi dei suoi effetti negativi. Nel titolo Max Payne, il protagonista è un ex poliziotto alcolizzato che cerca di trovare pace con se stesso. Particolarmente nel terzo capitolo viene data maggiore attenzione al problema, dopo che a Max sono stati uccisi moglie e figlia. Adesso non può far fronte alla vita e non solo ha un problema con le sostanze di cui abusa, tuttavia Max Payne è un uomo con molti altri problemi. Rockstar ha cercato di rendere, attraverso una trilogia, un antieroe estremamente complesso anche attraverso una critica ai problemi con l’alcol.

Ashley, uno dei personaggi principali di Mass Effect, a un certo punto è mostrato al pavimento con i postumi della sbornia e se lei e Shepard hanno una storia d’amore, parteciperanno a un gioco alcolico con diversi bicchieri di vino. Per rendere la space opera ancor più realistica, sono state create diverse bevande alcoliche per diverse ragioni, come quella del nutrimento o il facilitare le interazioni sociali. Con Shepard e la sua ciurma si ha la possibilità di gustare avvolgenti liquori asari che permettono di smaltire gli effetti dell’alcol o cocktail krogan che prendono fuoco. Il comandante ha la possibilità di essere ubriaco fradicio e ritrovarsi sveglio, alcune ore dopo un blackout. Bioware ha provato a rendere naturali gli effetti dell’alcol per mantenere sempre più dettagliato il capolavoro da loro creato.

Anche in casi come The Witcher, l’utilizzo delle sostanze è simile a Mass Effect, tale da poter assistere a delle scene esilaranti come quella in cui Geralt indossa gli abiti di Yennefer. In alcuni titoli, l’alcol viene utilizzato come mezzo strategico all’interno del gameplay, per esempio nel bar Red Strings Club, dell’omonimo videogioco. In quest’opera cyberpunk è possibile utilizzare l’alcol per manipolare l’umore e le emozioni delle altre persone, mescolando diverse sostanze possiamo tirare fuori informazioni e dialoghi dai malcapitati, così da poter scoprire elementi importanti per attuare il nostro piano di prendere la megacorporazione Supercontinent.

Papo & Yo è il titolo bonus che ho riservato agli sprazzi finali dell’articolo, poiché trattasi di una vera e propria denuncia ai problemi, sopratutto legati alla violenza, che derivino dall’abuso di bevande alcoliche. Il protagonista è un bambino, Quico, che vive in una favela e possiede il potere magico di poter piegare l’ambiente che lo circonda a proprio piacimento. Nel corso del suo viaggio si imbatte in Mostro, una creature docile e giocherellona che lo seguirà per l’avventura. Mostro, tuttavia, non è come può sembrare a una prima impressione: se si ciba di specifiche rane diventa estremamente violento, rincorrendo il piccolo ragazzo protagonista, ed è necessaria della frutta marcia per calmarlo. Papo & Yo è una metafora sull’alcolismo, poiché nelle varie scene d’intermezzo viene mostrato il motivo per cui Quico è in fuga: suo padre è un alcolizzato che abusa del figlio, cui si è creato un mondo immaginario per sfuggirlo e, in diverse occasioni, nel corso del gioco si scontrerà con ricordi e immagini della realtà.

I videogiochi hanno tentato di affrontare e criticare i problemi con l’alcol e le sue conseguenze. Oltre a mostrarne il piacere che se ne può derivare in occasioni sociali, come nella festa di compleanno per il protagonista di Wolfestein II, la libertà offerta dall’interazione videoludica permette di far uso sfrenato di etanolo, in titoli come Watchdogs e Red Dead Redemption, e poterne comprendere al meglio le conseguenze, così come avviene nella vita reale. Anche se a volte per i nostri eroi è necessario un solo bicchiere per metterlo fuori uso, in diversi titoli viene mostrata l’assuefazione determinata dall’uso dell’alcol e la necessità di iterare l’azione di chiedere un altro drink  al barista prima di osservarne gli effetti. Ciò che gli autori vogliono mostrare, soprattutto ai giovani adolescenti, potrebbe essere quella di rivolgere loro una morale, far comprendere cosa può portare un uso smoderato di questa sostanza così comune. I designer, tuttavia, sono in grado di ricordarci che l’ambente virtuale è sicuro per poter testare effetti senza preoccuparsi delle conseguenze. Bevete responsabilmente!


Fonti:

1- https://ourworldindata.org/alcohol-consumption

2- https://kotaku.com/drinking-according-to-video-games-1823928099

Giulio Baiunco

Cresciuto ad arancini, Playstation 1 e Windows '98, viene attratto dai picchiaduro e dai platform. Venera la narrazione dal momento in cui ha conosciuto il Killer degli Origami.

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