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Quantic Dream prima di Detroit: Parte I

Ci sono storie che, in un modo o nell’altro, meritano di essere raccontate: alcune danno il meglio sul grande schermo, altre sulle pagine di un libro o come prodotto videoludico. Oggi vi vogliamo raccontare gli albori di una software house che ha fatto dello storytelling il suo tratto distintivo portando il videogioco ad un nuovo livello, dando all’aspetto narrativo un’enfasi che molti ritengono addirittura eccessiva per un’opera videoludica.

Già, perché quando si parla di Quantic Dream l’opinione dei giocatori è letteralmente spaccata in due: mentre alcuni inneggiano al capolavoro, altri criticano aspramente questo specifico modus operandi sottolineando quanto venga a mancare l’aspetto prettamente ludico del prodotto. Ma facciamo qualche passo indietro fino al 1997 quando, a Parigi, la creatura di David Cage prende finalmente vita. Per chi non lo sapesse, Cage – nome d’arte di David De Gruttola – non era nuovo a esperienze nel mondo dei videogiochi: prima di investire tutte le sue risorse in Quantic Dream, aveva infatti curato le colonne sonore di diversi progetti tra cui Timecop, titolo per Super Nintendo tratto dall’omonimo film con Jean-Claude Van Damme.

Con Quantic Dream l’obiettivo è chiaro: creare qualcosa di mai visto prima, dando il via ad una rivoluzione nel modo di giocare e vivere il videogioco. Già nel 1994, durante i suoi lavori come compositore, Cage inizia a ideare il concept di quello che sarà il suo primo, vero progetto. Il soggetto di Omikron: The Nomad Soul nasce così e, sera dopo sera, prende sempre più forma fino a divenire un documento di 200 pagine. Grazie ai contatti ottenuti con i suoi lavori da compositore, il giovane e ambizioso designer riesce a far leggere lo script a diversi pezzi grossi e il responso fu pressoché unanime: un grande progetto ma, a livello tecnico, irrealizzabile.

I limiti però sono fatti per essere superati e il nostro David non si lascia scoraggiare neanche per un momento: in appena sei mesi, lavorando in un ufficio piccolo e senza finestre e investendo molti dei suoi risparmi dà vita assieme a degli amici ad una demo, con Eidos che si interessa al progetto e si offre di curarne la pubblicazione.

Ma cos’era Omikron: The Nomad Soul? Uscito nel 1999, uno dei prodotti più ambiziosi dell’intera storia videoludica nasce come un’avventura con protagonista… Noi stessi. Ebbene sì, l’immersività del gioco farà sì che noi saremo i protagonisti e, man mano che l’avventura prosegue, ci troveremo a vestire i panni di vari personaggi nella città futuristica di Omikron.

La trama non è delle più semplici da comprendere e da spiegare, ciò che dovete sapere è che il mondo è governato da un’entità denominata Ix: un supercomputer a capo di un regime oppressivo, nel quale non mancheranno società segrete, antiche religioni e misteri da risolvere. Se aggiungiamo che il gameplay mescola elementi picchiaduro con sezioni FPS e fasi investigative… Siamo di fronte a tanta, troppa confusione.

Il gioco non fu un grande successo commerciale – pur avendo raggiunto le 600.000 unità vendute in tutto il mondo – e la critica fu sostanzialmente tiepida bocciando però con poche riserve la versione Dreamcast, considerata tecnicamente troppo pesante. Questi e altri fattori porteranno alla cancellazione delle versioni per PlayStation, dove quella per PS1 si trovava già al 70% dello sviluppo.

In molti però, dopo quasi 20 anni dall’uscita del titolo, sostengono che nonostante tutto Nomad Soul sia un grande capolavoro incompreso. In effetti le premesse per un’opera rivoluzionaria c’erano eccome ma, a conti fatti, la realizzazione era troppo complicata e il risultato finale ne ha risentito e non poco.

Non mancano comunque aspetti indiscutibilmente positivi tra cui la colonna sonora, curata da uno dei musicisti più importanti degli ultimi anni: David Bowie. Già, quanti giochi possono vantare una collaborazione del genere? In concomitanza con l’uscita di Omikron arrivava in tutto il mondo anche “hours…”, ventunesimo album del Duca Bianco, che conterrà diverse canzoni scritte appositamente per il titolo di Quantic Dream.

Molto interessato al progetto, Bowie – assieme alla moglie Iman e al chitarrista Reeves Gabriel – fara la sua comparsa in Omikron come personaggio non giocabile: lo troveremo come leader della band anti-regime dei The Dreamers e nei panni del sovversivo pirata Boz. Il giorno dopo la sua scomparsa, nel mese di gennaio 2016, la compagnia di David Cage ha perciò deciso di omaggiare l’artista distribuendo il titolo gratuitamente come tributo a uno dei più grandi autori di sempre. Di seguito vi proponiamo la sequenza introduttiva del gioco sulle note di “New Angels of Promise (Omikron)”…

Nel gioco viene inoltre utilizzato un font molto particolare, ancora disponibile per il download. Per coloro che volessero dare una possibilità a quello che è senza ombra di dubbio uno dei titoli più controversi della storia, vi segnaliamo che è presente nel catalogo di GOG e nonostante tutto noi vi invitiamo a provarlo: va detto che, per essere un gioco del 1999, allora era molto (forse troppo) avanti con i tempi… A voi il responso!

Qualche anno dopo Cage aveva già in mente un sequel per Omikron ma Nomad Soul: Exodus non vedrà mai la luce, con i publisher non particolarmente interessati a produrre un nuovo capitolo di quello che era stato, sotto diversi punti di vista, un successo a metà. Quantic Dream aveva comunque già optato per un netto cambio di direzione ed è così che nasce Fahrenheit, uscito nel 2005 su PC, PlayStation 2 e Xbox. In un’intervista, il nostro David affermerà che il solo lavoro di scrittura è durato un anno intero nel quale ha prodotto lo script finale lungo ben 2000 pagine.

I detective Carla Valenti e Tyler Miles.

Pensato inizialmente come una storia a episodi, il gioco verrà poi pubblicato nella sua interezza: siamo qui di fronte all’inizio di un nuovo ciclo per Quantic Dream che, con questo titolo, punterà sul genere dell’avventura grafica interattiva. Conosciuto in Canada e Nord America col titolo Indigo Prophecy, cambiato per evitare confusione col film Fahrenheit 9/11, il gioco ci mette nei panni di tre protagonisti le cui vicende si incroceranno nel corso della storia: i detective Carla Valenti e Tyler Miles da una parte e dall’altra Lukas Kane, un uomo che si risveglia da uno stato di trance scoprendo di aver appena ucciso una persona.

Le azioni dei personaggi avranno delle conseguenze sul proseguo della storia e, cosa non da poco, sull’umore dei personaggi stessi: prendendo troppe decisioni “sbagliate” rischieremo infatti di portare i nostri alter ego virtuali in uno stato d’ansia, che comporterà la fine della partita.

Troviamo qui una forte ispirazione al cinema, di cui Cage non ha mai nascosto essere un grande appassionato. La sua passione per David Lynch, in particolare per il film Strade Perdute (Lost Highway), l’ha portato a volere un compositore d’eccezione per il suo nuovo progetto: Angelo Badalamenti! Assieme ad alcuni brani su licenza – come ad esempio qualche pezzo della band alternative rock Theory of a Madman – possiamo apprezzare anche alcune composizioni come quella che vi proponiamo di seguito…

La passione di Cage ha dunque fatto sì che il prodotto denotasse una forte impronta cinematografica, e ciò lo possiamo ritrovare nelle atmosfere – molto cupe e in grado di immergerci come si deve nell’universo di gioco – ma soprattutto nella storia vera e propria: l’ispirazione a titoli come Fight Club, Seven e a pellicole di stampo noir sarà sempre più evidente man mano che la storia andrà avanti.

Non mancherà inoltre una buona dose di autoreferenzialità, con il tutorial del gioco presentato da Cage in carne ed ossa intento a spiegarci le meccaniche del titolo. Inoltre nella camera da letto di uno dei nostri protagonisti – la detective Carla – troveremo infatti la locandina di uno dei film più celebri di sempre… Con protagonista David Cage!

Citizen Cage? Dev’essere un capolavoro!

Un’altra piccola chicca per gli appassionati: in camera di Tyler possiamo trovare l’action figure di un robot e interagendo con essa scopriamo trattarsi di Sox, un personaggio dal gioco preferito di Tyler, Omikron: The Nomad Soul.

Indigo Prophecy non è stato certo esente da polemiche con la versione statunitense oggetto di diversi tagli e censure a partire dalla copertina, meno “sanguinosa” rispetto a quella europea. Un cambiamento molto più massiccio lo troviamo invece all’interno del gioco stesso dove, senza incorrere in spoiler, una scena considerata eccessivamente spinta viene tagliata in alcune sue parti. Il gioco, nella sua interezza e senza censure di alcun genere, verrà poi ripubblicato col titolo Fahrenheit: Indigo Prophecy Director’s Cut, disponibile solo per il download su PC e classificata Adults Only (18+).

A differenza del suo predecessore, Fahrenheit è stato ben accolto dalla critica che ne ha lodato la storia e l’atmosfera molto ben curata. Pubblicato da Atari e oggetto anche di un’edizione rimasterizzata disponibile su PlayStation 4, il gioco è considerato ad oggi uno dei migliori nel suo genere ed è stato preso da Quantic Dream come “base” per i suoi progetti futuri. La struttura è semplice: ad ogni azione corrisponde una reazione, e ogni nostra scelta non fa eccezione. Lasciamo ora la parola a voi: avete già (ri)scoperto gli albori di Quantic Dream? E qual è stata la vostra esperienza con questi progetti?

Michele Pintaudi

Studente di Comunicazione alla Statale di Milano. Amante di musica, cinema e, in generale, dell'arte. Mi piace vivere nuove esperienze, provare sempre cose nuove e magari scriverci qualcosa.

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