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CES 2020: le migliori informazioni per i giocatori console

Ad inizio 2019 il mercato hi-tech ha subito un sussulto con la notizia dell’ingresso di Google nel mercato videoludico. L’efficace presentazione di Stadia alla GDC di febbraio ha mostrato non solo le enormi potenzialità del cloud gaming, ma anche una solida infrastruttura già pronta per segnare un’imminente svolta epocale di questo medium. “Le console sono morte” è diventato fin da subito il mantra adottato da gran parte della stampa, dei content creator e dell’utenza.
Ed i veterani del settore sono subito corsi ai ripari: la comunicazione di Microsoft si è maggiormente focalizzata su argomentazioni legate ad xCloud, mentre Sony si è chiusa inizialmente in un inconsueto ma comprensibile silenzio, essendo più carente in termini di infrastrutture legate al gioco via streaming rispetto alla casa di Redmond. Infine l’annuncio di un’alleanza delle due storiche rivali per contrastare il ciclone Stadia.
Nel frattempo, il messaggio reiterato della fine del supporto fisico ha iniziato ad affievolirsi di pari passo con la sempre meno convincente strategia di comunicazione di Big G, fino ad arrivare all’opinabile esordio di Stadia dello scorso novembre. Bellissima tecnologia, ma un catalogo ristretto ed un modello business da rivedere.
E siamo arrivati al nuovo anno, che si apre con il CES 2020 e le sue tendenze dell’elettronica di consumo dei prossimi dodici mesi. Pur essendo un evento tecnologico rivolto al pubblico di massa, Sony ha scelto il palco della fiera Las Vegas per inaugurare questo nuovo anno videoludico con una piccola presentazione, il logo di PS5 e pochi altri dettagli, e un grande messaggio: l’approccio al cloud gaming è inarrestabile, ma le console ci faranno compagnia ancora per un bel pò.

Già in arrivo la “generazione 8K”?

Grande protagonista di questa edizione del CES è stato il nuovo standard televisivo Ultra High Definition Television 8K, o semplicemente 8K. E non si tratta stavolta di una presenza orientata ai trend degli anni a venire, a cui la fiera dedica giustamente ampio spazio. I principali giganti hi-tech hanno infatti portato a Las Vegas numerosi pannelli televisivi da 33 milioni di pixel pronti ad essere lanciati sul mercato di quest’anno. Oltre a molti esperti del settore, parte della stampa generalista sembra incoronare il 2020 come l’anno d’inizio della “generazione 8K”. Una posizione discutibile, dato che si rivolge ad un pubblico prevalentemente votato alla filosofia del best buy ed ancora compiaciuto dei contenuti in FullHD dei tradizionali canali televisivi.

I servizi di streaming, dedicati ad un’utenza più smaliziata, non brillano certo di contenuti in 4K e sappiamo benissimo che la situazione è analoga per i videogiochi, nonostante il supporto quasi certo della risoluzione 8K delle console next-gen. AMD ha infatti presentato al CES 2020 una tecnologia denominata Smartshift, un sistema intelligente che regola il consumo energetico della CPU e della GPU secondo l’uso prestazionale richiesto. Smartshift sarà presente sui nuovi processori Ryzen 4000 mobile ed è auspicabile una sua implementazione nelle console next-gen, per ambire a questa risoluzione.

In ogni caso, i TV 8K, oltre alla dubbia utilità, hanno attualmente un prezzo decisamente proibitivo e così sarà per almeno i prossimi cinque anni. Altra questione è legata al tipo di connessione in grado di erogare servizi multimediali in streaming per questo tipo di risoluzione. Questo precoce fermento next-gen dei pannelli televisivi potrebbe essere dovuto alla mancanza di ulteriori dettagli di rilievo riguardanti gli schermi 4K. Eppure il CES di quest’anno ha dimostrato che qualche margine di miglioramento è ancora in atto.

L’ultima frontiera degli LCD retroilluminati

Gli OLED restano ancora i pannelli più ambiti e quest’anno LG lancerà una nuova linea a pixel organici con un nuovo taglio da 48 pollici ed un possibile calo di prezzo generale. Tuttavia, il gigante coreano ha portato al CES 2020 anche modelli LCD “tradizionali” basati sulla tecnologia proprietaria NanoCell. Presentata per la prima volta nel 2017, questa soluzione consiste nell’integrazione di uno strato di particelle da 1 nanometro, che filtra i colori per migliorare l’immagine. Vi ricorda qualcosa? Un pò la tecnologia QLED, a dir la verità, ma LG ci tiene a precisare una sostanziale differenza: “Q-LED TV è un LED TV creato tramite l’aggiunta di un foglio (Quantum Dot Sheet) in un convenzionale LED LCD TV. NanoCell TV invece applica uno strato di nanoparticelle di circa 1nm al pannello LCD che filtrano i colori opachi per esaltare la purezza dello spettro RGB“.
Più interessante sembra l’offerta Mini-LED proposta da TCL. Essa impiega uno strato di LED miniaturizzati, di dimensione estremamente ridotta rispetto ai diodi comunemente impiegati. Una matrice più fitta dovrebbe consentire una retroilluminazione Full-LED con un maggior numero di zone indipendenti, consentendo una miglior uniformità della luce emessa ed una gestione del local dimming più precisa. TCL è convinta che la tecnologia Mini-LED possa raggiungere i neri assoluti di un OLED senza rinunciare alla brillantezza. Ad un prezzo assolutamente concorrenziale, ovviamente.

La serie 2020 di TV Mini-LED dovrebbe arrivare sul mercato con un unico taglio da 65 pollici. Ma altri produttori, tra cui la stessa LG, sembrano interessati all’impiego di questa tecnologia, anche per la prossima generazione.

Ma il futuro dice Micro-LED

Se la soluzione Mini-LED si presenta come diretta concorrente degli OLED, ma a costi sensibilmente inferiori, Samsung sta spingendo verso una tecnologia che ha tutte le carte in regola per soppiantare i pannelli a pixel organici e diventare la nuova rivoluzione del settore TV.
Uno schermo Micro-LED utilizza pixel sintetici, contenenti tre microscopici LED (rosso, blu e verde) che consentono l’emissione autonoma della luce come i pixel organici, evitando tuttavia le relative limitazioni di cui abbiamo già ampiamente discusso. In termini di brillantezza la nuova gamma TV presentata da Samsung sembra in grado di raggiungere i 5000 nit di picco. Questa soluzione potrebbe segnare il passo decisivo per chiudere definitivamente i conti con la retroilluminazione senza effetti collaterali. Sarebbe ora.

Dopo il prototipo dello scorso anno, Samsung ha portato al CES 2020 la prima linea Micro-LED con tagli a partire da 75 pollici, tra cui un pannello a 4K. Ma ovviamente si tratta di una tecnologia che si affermerà nella prossima generazione a 8K. Dato l’enorme potenziale, che al momento non sembra temere rivali, torneremo sicuramente a parlare in futuro di Micro-LED con maggiori dettagli.

HDMI 2.1 per tutti

Altro argomento centrale di questo CES e d’interesse per i giocatori riguarda lo standard 2.1 della più importante interfaccia audiovisiva in circolazione. Delle potenzialità delle nuove specifiche HDMI se ne parla ormai da anni, ma fino ad oggi l’impiego era riservato ad un mercato di nicchia, complice la mancanza di contenuti d’interesse per un simile salto tecnologico che ne giustificasse l’adozione sui TV. Il CES 2020 apre finalmente a questi aggiornamento, dato che una considerevole quantità di televisori mostrati e prossimi ad essere lanciati sul mercato avranno la porta HDMI 2.1-compatibile. Per l’acquisto di un nuovo TV, questa è sicuramente una feature da prendere in considerazione. Inoltre, a Las Vegas è stata presentata una certificazione per appositi cavi per garantire la qualità del servizio, onde evitare incauti acquisti e contraffazioni.

Ma cosa offre di così importante lo standard 2.1 ai giocatori?Facciamo un veloce ripasso.
Innanzitutto una banda passante di 48 Gbps, contro i 18 Gbps della versione 2.0, consente una frequenza di aggiornamento di 120Hz in 4k e 60Hz in 8k. E’ inoltre possibile erogare un segnale HDR dinamico che gestisce la qualità visiva delle sequenze video fotogramma per fotogramma. Si tratta di un importante miglioramento rispetto alla controparte statica che implementa un algoritmo di ottimizzazione unico per tutto il contenuto. Ma il bello deve ancora venire: stiamo ovviamente parlando del Game Mode Variable Refresh Rate, che garantisce la compatibilità con G-sync di NVIDIA e FreeSync di AMD, che i giocatori PC ben conoscono. Queste tecnologie, finora destinate ai monitor di qualità, grazie ad un sistema avanzato di comunicazione tra GPU e schermo, portano la fluidità a livelli mai raggiunti finora, con fenomeni di blur e tearing al limite dell’impercettibile ed assenza di perdita dei fotogrammi. Una notizia che farà felici anche i giocatori PC che potranno finalmente connettere il proprio dispositivo a schermi sensibilmente più grandi senza scendere a compromessi, tecnici ed economici. L’adozione di HDMI 2.1 rappresenta un importante passo avanti per il medium videoludico ed anche in questo caso torneremo a parlarne in maniera più approfondita.

Iacopo Risi

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