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Nioh e la tradizione esoterica nell’età elisabettiana

Nonostante Nioh sia un titolo prevalentemente ambientato nel Giappone feudale del periodo Sengoku, la narrazione ha origine in Inghilterra e la sua struttura risulta fortemente ispirata alle vicende durante la cosiddetta età elisabettiana. Non solo il conflitto navale contro la potenza spagnola, ma anche la tradizione occulta che nel XVI secolo occupava un ruolo di primo piano, tale da influenzare le strategie politiche ed economiche del Paese.
L’Inghilterra, d’altra parte, è da sempre terra di antichissime tradizioni di natura magica e misteriosa, dai luoghi spirituali come Stonehenge o Glastonbury, alle leggendarie città di Camelot e isola di Avalon. Molti fatti realmente accaduti nella sua storia medievale s’intrecciano con il mito, come le imprese di Merlino, Artù ed i Cavalieri della Tavola Rotonda alla ricerca del Santo Graal.
Lasciamo quindi il Giappone ai suoi scontri sanguinosi tra clan per il dominio dell’isola e torniamo nella terra d’Albione nella seconda metà del 1500 dove ha inizio la nostra vicenda.

 

Sviluppo, progresso e scienze divinatorie

Nel 1558 sale al trono d’Inghilterra Elisabetta I, sorellastra della regina Maria I, deceduta senza eredi. Elisabetta amministra il regno con abilità e saggezza, in cui la situazione economico-commerciale prospera in perfetta sintonia con un’intensa fase di crescita culturale, tale da rendere l’Inghilterra un importante centro di formazione intellettuale e di espressioni artistiche. E’ il periodo del grande pensatore Francis Bacon e del celebre drammaturgo William Shakespeare e dei suoi viaggi nella mente umana alla ricerca del significato dei sentimenti e delle emozioni. Benché le sue analisi richiamino un approccio ed una precisione scientifica, non possiamo negare la presenza nelle sue opere di riferimenti riconducibili alle stregoneria ed alle pratiche occulte dell’epoca. Siamo ancora lontani dal pensiero illuminista e l’esoterismo è ancora parte integrante della cultura Europea nel periodo rinascimentale. Ed anzi, trova nel XVI secolo un dei suoi periodi più rigogliosi.

L’occulto è un mondo di sapienza non rivelata ispirato dalle correnti spirituali/filosofiche come lo gnosticismo e la teosofia in comunione con ancestrali credenze pagane di cui è intrisa la terra degli antichi Bretoni, come dicevamo nell’introduzione. E’ lo studio di fenomeni soprannaturali e parapsicologici, non acclarati né tanto meno facilmente dimostrabili e, per questo, attribuibili a pochi individui, spesso dediti a tali discipline attraverso un percorso individuale. Individui che, originariamente ed ufficialmente, spesso operano in ambito scientifico.


John Dee, un mago alla corte di Elisabetta I

Tra questi vi era il consigliere di corte della regina Elisabetta,  John Dee, che ha ispirato i ragazzi di Team Ninja per la caratterizzazione del mastermind del progetto Amrita.
Matematico, filosofo, astronomo ed esperto di milizie navali, eclettico in un periodo di eclettici, Dee era anche un accalorato studioso del mondo dello spiritismo alla perenne ricerca di evocare entità sovrannaturali nella speranza di ottenere favori in termini di ricchezza e potere. Fu accusato più volte di stregoneria e dovette rispondere davanti ad un tribunale dell’accusa di tentato avvelenamento nei confronti di Maria I Tudor, sorella e probabilmente rivale al trono di Elisabetta I. Accusa che si rivelò infondata, ma che forse contribuì a guadagnarsi le simpatie della nuova regina.

Gli estimatori di H.P. Lovecraft ricorderanno John Dee come il presunto traduttore inglese dello pseudolibro Necronomicon, scritto dall’arabo pazzo Abdul Alhazred.
Essendo studioso ma privo di qualsiasi capacità medianica, Dee aveva bisogno di un chiaroveggente per comprendere il lessico spirituale, la lingua di Enoch, per entrare in contatto con l’aldilà.
Si presentò per l’occasione un giovane, tale Edward Kelley, che si dichiarò in grado di evocare spiriti ed entità celesti. Kelley era probabilmente uno scaltro impostore che portò Dee in un profondo stato di miseria e più volte vicino al rogo. La coppia venne addirittura spedita a Roma per essere processata per negromanzia.

In Nioh scopriremo che Kelley non è affatto un essere umano. A differenza del personaggio realmente esistito, non si tratta di un collaboratore bensì di una creazione di John Dee, meglio conosciuta come homunculus. Questa creatura leggendaria, molto nota ed ambita tra gli alchimisti di allora, aveva fattezze umane, spesso di dimensioni ridotte ed era dotata di poteri soprannaturali. Nonostante fosse fortemente legata al mondo dell’occulto, il pensiero alchemico fu precursore della chimica moderna, così come della fisica, la metallurgia ed il metodo sperimentale. Così come il concetto di homunculus fu uno dei primi tentativi di creare la vita artificiale che ha portato oggi alle ricerche sulla clonazione. Sul finale di Nioh, infatti, dovremo fronteggiare le innumerevoli repliche di Kelley prima dello scontro finale.

Amrita e la Pietra Filosofale

Oltre al mondo degli spiriti John Dee era naturalmente ossessionato dalla ricerca della Pietra Filosofale, altro elemento leggendario dalle magiche virtù bramato dagli alchimisti. Una delle proprietà della Pietra Filosofale era quella di generare un elisir di lunga vita ed una panacea che conferisce potere fisico e guarigione per qualsiasi malattia. Un potere del tutto analogo lo ritroviamo anche nella religione induista, con la pozione dell’immortalità, meglio conosciuta in sanscrito come Amrita. L’origine di questa parola suggerisce la radice indoeuropea mrt, che significa morte (il prefisso a- non è altro che la sua negazione) da cui probabilmente deriva l’ambrosia, il mitico nettare degli dèi greco-romani. Ameretat è il concetto similare di immortalità nell’antico culto mediorientale dello zoroastrismo, che nella più moderna lingua persiana diventa amordad che si contrappone al concetto di mortale, mordad. Dunque, non vi è alcun dubbio, amrita non è una semplice traduzione di immortale, o amortale, bensì sono parole sorelle con la radice comune indoeuropea a-mrt.
In Nioh, l’Amrita rappresenta quindi una rivisitazione della Pietra Filosofale che porta il nome del corrispettivo mito della cultura indù.

 

Dal pensiero illuministico a… Bloodborne?

Le abili conoscenze in ambito marittimo di John Dee contribuirono non solo a sconfiggere la cosiddetta Invicibile Armata spagnola durante l’intermittente conflitto tra i due Stati ma a rendere l’Inghilterra la principale potenza militare navale. Un risultato talmente repentino e prodigioso da far credere a molti l’intervento di forze arcane invocate dal mistico consigliere di corte.
I ragazzi di Team Ninja hanno sapientemente incastrato fatti reali della storia di due culture estremamente distanti fra loro. Dato che in Giappone la fine del sanguinoso periodo Sengoku (1604) corrisponde alla fine del conflitto anglo-spagnolo in Europa, i Team Ninja hanno probabilmente approfittato della coincidenza per dare un contesto credibile alla narrazione che vede in quell’anno il ritorno di William Adams in patria. Il nostro protagonista ritroverà una terra in fase di decadimento a seguito della morte della regina. Elisabetta I morì effettivamente nel 1603 di depressione ma, nella realtà, in quel periodo il potere di John Dee era già in forte declino. Il successore al trono, Giacomo I era ferocemente contrario alle scienze occulte tanto da scrivere il celebre trattato di demonologia e intensificare la caccia alle streghe. John Dee venne allontanato dalla corte, ma gli venne permesso di vivere in pace gli ultimi anni di vita.

Venne poi il Secolo dei Lumi che contrastò ulteriormente la scienza esoterica, ma non riuscì del tutto a debellarla. Basti pensare ai movimenti iniziatici della massoneria, molto in voga nel XVIII secolo e ad Isaac Newton, uno dei padri della rivoluzione scientifica, appassionato di alchimia e segretamente studioso della Pietra Filosofale.
Il cosiddetto revival occultista si presenterà nella seconda metà dell’800 che, come noto, sara fonte d’ispirazione per la storia e l’ambientazione di Bloodborne. Ma questa è un’altra storia.

Iacopo Risi

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