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TV 4K e next-gen: facciamo chiarezza

Ormai ci siamo, la next-gen è alle porte e tra l’entusiasmo generale non mancano naturalmente dubbi e perplessità, tra cui la scelta della TV appropriata. Fino all’epoca di PS3/Xbox 360, scegliere una console come piattaforma di gioco significava non doversi preoccupare di hardware e configurazioni, mentre già dalla generazione successiva, quella che sta per concludersi, la qualità di un televisore cambiava non di poco le carte in tavola, soprattutto per coloro che avevano compiuto il “saltino” mid-gen.

Per passare a PS5 e Xbox Series X | S la situazione si fa ancora più complicata perché, a quanto pare, per l’acquisto di una TV è importante considerare la compatibilità con una serie di tecnologie da poco introdotte sul mercato, ma ritenute fin da subito rilevanti per l’esperienza videoludica di nuova generazione. In particolare, stiamo parlando delle specifiche HDMI 2.1 e del Variable Refresh Rate (VRR), ultimamente protagonisti di accese discussioni nell’ambiente dei videogiochi. Qualcuno che si era già preparato da qualche anno alla next-gen con una bella TV 4K HDR, magari con un occhio rivolto alla qualità, può trovarsi adesso spaesato perché teme di restare indietro, o perdere parte dell’esperienza, nonostante il proprio investimento.

Cerchiamo quindi di capire l’effettiva utilità delle porte HDMI 2.1-ready e del VRR per giocare su PS5 e Xbox Series X, il ruolo dei televisori che non dispongono di tali tecnologie, per valutare infine alcuni modelli recenti per giocare con le nuove console.

Refresh Rate e FPS: un veloce ripasso

Da anni i giocatori PC conoscono la tecnologia adaptive vsync o sincronizzazione adattiva e le relative implementazioni, come G-sync di NVIDIA e FreeSync di AMD. Sono termini del tutto ignorati da gran parte dei giocatori console fino allo scorso autunno quando alcuni televisori di fascia medio/alta hanno ricevuto i primi aggiornamenti firmware per includere le specifiche HDMI 2.1 e la compatibilità con G-sync.

Da quel momento, termini come Variable Refresh Rate e, soprattutto, lo standard HDMI 2.1 sono entrati rapidamente a far parte del lessico dei possessori di PS4 o Xbox One (ovviamente con le dovute alterazioni sia per quanto riguarda il loro significato, il legame tra di essi e il loro impiego). Facciamo quindi una rapido ripasso, dato che ne avevamo già parlato fugacemente lo scorso gennaio in occasione del CES 2020. Naturalmente è importante avere una certa confidenza con il termine “frequenza di aggiornamento” o refresh rate (RR), ma per il momento è sufficiente sapere che una TV che lavora con RR pari a n Hertz (Hz) non fa altro che proiettare n volte l’immagine su schermo.

 

 

Pur essendoci uno stretto legame tra RR e framerate, spesso i loro valori tendono a essere confusi: 120Hz non significa necessariamente visualizzare 120 fotogrammi al secondo (fps), perché la visualizzazione su schermo dipende principalmente dalla sorgente. Ad esempio, un segnale a 120fps verrà visualizzato a 60fps da un pannello bloccato a 60Hz e lo stesso discorso vale invertendo i valori: un segnale a 60fps verrà comunque visualizzato come tale da un pannello a 120Hz, poiché il display non farà altro che riprodurre due volte la stessa immagine. Quando il RR è superiore invece, i televisori odierni mettono a disposizione meccanismi d’interpolazione, artefici del celeberrimo effetto “soap opera”.

A cosa serve la tecnologia Adaptive Vsync?

A quanto pare, la next-gen porterà sui nostri schermi giochi in 4K fino a 120fps. Qualche titolo è già stato mostrato e qualcuno potrebbe comparire già il prossimo anno. Di questo parleremo più avanti ma prendiamo questi valori in esame: la costante riproduzione di 120 fotogrammi al secondo rappresenta un comportamento teorico, dato che non sono rari i casi in cui, in situazioni particolarmente impegnative, la GPU si trova a lavorare a un frame-rate inferiore. E questo vale, ovviamente, sia per i PC che per le console.

Tale alterazione a livello computazionale può causare un conflitto con il RR fisso dello schermo, dando origine a un disallineamento tra fotogrammi effettivi e fotogrammi disegnati. Questo fastidioso effetto di sfasamento tra due immagini, necessario per sincronizzare nuovamente fonte e display, è conosciuto come effetto tearing. Una prima soluzione – sofware – al problema è il v-sync che porta tuttavia a un sensibile ritardo dell’input-lag e in certi casi allo sfarfallio delle immagini in movimento.

Una desincronizzazione può inoltre generare il fenomeno dello stuttering ovvero una visualizzazione distorta da difetti di renderizzazione che si presenta quando un televisore riceve un frame-rate minore di quello atteso.
È in queste due situazioni che entra in gioco una tecnologia di sincronizzazione adattiva, per garantire un refresh rate variabile o Variable Refresh Rate (VRR) anche su schermo. Una frequenza di aggiornamento variabile farà sì che il pannello venga regolato sempre a un valore corrispondente al framerate elaborato dall’unità grafica.

Il VRR anche sui televisori

Bene, ora che siamo dei massimi esperti in materia possiamo far luce sulle discussioni riguardanti il VRR, HDMI 2.1 e framerate in ambito next-gen. Sappiamo già che 2.1 è un importante aggiornamento delle specifiche riguardanti l’interfaccia multimediale più diffusa, poiché introduce una banda passante di 48 Gbps, contro i 18 Gbps della versione 2.0.
Una tale velocità di trasferimento consente alle TV compatibili di trasmettere a una frequenza di aggiornamento di 120Hz in 4k e 60Hz in 8k. In aggiunta, le TV equipaggiate di porta HDMI 2.1-ready possono attivare in game mode il VRR, per sincronizzare RR e fps e garantire una fluidità mai vista fino a 120Hz, senza distorsioni o artefatti.

Si tratta di un sistema adaptive sync sviluppato appositamente dal consorzio HDMI, già compatibile con Freesync, mentre il supporto a G-sync è stato aggiunto lo scorso anno.
Alla fluidità si aggiunge un miglioramento del contrasto e della spinta cromatica poiché attraverso il canale HDMI 2.1-ready è possibile inviare segnali video HDR a metadati dinamici, come HDR10+ e Dolby Vision. Tra i servizi secondari ricordiamo anche l’Auto Low Latency Mode (ALLM) che imposta automaticamente su tutte le TV il game mode, abbassando notevolmente la latenza quando viene rilevato un segnale proveniente da una console.

Ma adesso invece, è giunto quindi il momento di fare il punto per chi deve acquistare una TV per la next gen adesso e, soprattutto, analizzare l’esperienza di nuova generazione per coloro che hanno una TV 4K senza porte compatibili con HDMI 2.1.

È possibile godersi la next-gen senza HDMI 2.1?

Partiamo da coloro che si erano già preparati da qualche anno alla next-gen o avevano deciso di rottamare il vecchio Full HD per godersi i miglioramenti della mid-gen o i nuovi contenuti Ultra HD dei principali servizi di streaming. Innanzitutto, la tecnologia VRR non è stata introdotta con l’aggiornamento HDMI 2.1, né tantomeno risulta esso il requisito primario. Da diversi anni, il VRR è infatti presente su diversi apparecchi TV con porta 2.0b, soprattutto i pannelli Samsung con taglio superiore ai 50 pollici.

Naturalmente il sistema funziona per segnali 4K a 60Hz. Pur non essendo il massimo, possedere una TV che consente di giocare in modo fluido in 4K HDR a 60fps rappresenta già una soluzione più che soddisfacente per la prossima generazione. Anzi, in alcune situazioni, a patto di riuscire a spremere a dovere la GPU, 120fps possono risultare addirittura superflui. In caso contrario, quanto dovremo aspettare per vedere un diffuso parco titoli che girano in 4K a 120fps? Ancora qualche anno, almeno due o tre,  ovvero quando PS5 e XBOX Series X avranno raggiunto un primo grado di maturità.

È tuttavia ancora troppo presto per stabilire la qualità di questi titoli, dato che dalla next-gen ci aspettiamo nuove frontiere del videogioco, in termini di interazione fisica e intelligenza artificiale. O dobbiamo ancora accontentarci di remake, remaster e giochi derivativi in modalità superfluida in Ultra HD? Il comparto tecnico non è soltanto risoluzione e framerate e, soprattutto, questi non devono dare origine a compromessi di altro genere. Quindi i possessori di una TV, perlomeno di buona qualità, antecedente all’implementazione delle specifiche HDMI 2.1 posso stare tranquilli per diversi anni. E’ assai probabile che, nella generazione prossima, 4K 120fps siano parametri pensati principalmente per il gioco hardcore orientato al multiplayer.

È giusto investire per il futuro?

Per quanto riguarda i nuovi acquirenti, è un bel dilemma. In ambito tecnologico non è mai consigliabile investire in ottica futura. Non possiamo mai prevedere quanto marketing ci sia dietro una specifica o lo sbandieramento di una nuova imprescindibile tecnologia, prima che il suo funzionamento sia entrato a pieno regime. Talvolta anticipare il futuro non ha portato agli effetti sperati. Aver investito un paio di anni fa per una costosa TV 4K per giocare in “sicurezza” con le console next-gen è già un esempio lampante.

Ed è successo anche con i sintoamplificatori precedenti al 2015 che offrivano la compatibilità con i segnali 4K, una feature diventata presto inutile dato che non hanno tenuto conto del supporto della nascente tecnologia HDR. Di esempi ce ne sono molteplici e in sostanza, pagare per qualcosa che si userà o si vedrà tra qualche anno rappresenta sicuramente un rischio, soprattutto per chi deve fare i conti con le proprie disponibilità.

Ad esempio, a cosa serviranno le porte HDMI 2.1-ready se e quando il cloud gaming diventerà una realtà concreta? Prima di tutto, un pannello odierno dovrebbe avere una configurazione di tipo Full LED Array e assicurarsi una luminanza in grado di visualizzare correttamente segnali HDR. Questo ormai lo abbiamo già detto più volte.

Ad ogni modo, gran parte dei televisori a partire dalla fascia media sono HDMI 2.1-ready e compatibili con il VRR, a patto di superare il taglio dei 50 pollici. Il discorso vale anche per diversi modelli del 2019, tramite aggiornamento del firmware. Quando cercate in rete le specifiche e la compatibilità della TV che avete intenzione di comprare, fate però molta attenzione. Non tutti i televisori 4K a 120Hz garantiscono il VRR, così come non vi è garanzia legata alla fascia di qualità. Sony, ad esempio, al momento ha introdotto queste funzionalità solo sui LED di fascia media, escludendole dagli OLED di fascia alta che sembrano pensati per offrire il massimo solo per la semplice visione.

È inoltre consigliabile verificare quali TV privi della funzionalità desiderata siano in procinto di ricevere un aggiornamento firmware. Ma soprattutto, verificate sempre sul sito del costruttore, perché su alcuni siti parametri e tabelle di comparazione presentano diverse inesattezze o possono risultare non aggiornati.

Allora, quali sono le migliori TV per la next-gen?

Sicuramente con la serie OLED 9 e la recente X (in particolare la linea C) di LG avrete il pannello ideale per il gioco e non solo. Chiaramente il prezzo di partenza è elevato, ma la serie 9, finché resterà sul mercato la si può trovare a cifre di poco sopra i 1000 euro. Il burn-in? Nel corso degli anni, non si è rivelato un fenomeno così frequente ed ormai LG ha implementato soluzioni software mature per evitarlo.

I QLED, come già descritto in passato, offrono sempre un ottimo compromesso per quanto riguardo brillantezza, colori e HDR, ma da quest’anno si parte dal modello Q70T, l’entry-level con porta HDMI 2.1 e VRR 4K 120Hz. Attenzione però, perché monta un pannello Edge LED. il Q90T rappresenta il modello di punta, ma il miglior compromesso qualità/prezzo a mio avviso è rappresentato dal Q80T. Come in passato, i pannelli quantum dot di Samsung subiscono tagli di prezzo in tempi relativamente rapidi ed è possibile portarsi a casa delle ottime TV a cifre convenienti nel giro di pochi mesi. A meno di 800 euro potete trovare ancora schermi QLED del 2019 che hanno ricevuto l’aggiornamento per HDMI 2.1. Unico problema è la mancata compatibilità con Dolby Vision, l’HDR a metadati dinamico di punta di XBOX Series X.

Parlando con gli utenti, leggendo nei vari forum e scrutando le recenti tabelle di comparazione, sembra che Sony sia il costruttore a creare maggior confusione con i suoi prodotti. Oltre alla questione OLED di fascia alta, il supporto a VRR appare disomogeneo nella fascia media: presente nella serie XH90, aggiornato su alcuni modelli Z9, non presente nella serie XH85 e nel top di gamma LCD XH95. Fate molta attenzione e, come già detto, verificate sempre di persona perché in alcuni siti autorevoli hanno erroneamente riportato il modello XH95 come TV di riferimento consigliata da Sony per PS5.

In ogni caso, trovo sempre che le TV LCD Sony, al di là dell’indubbia qualità, abbiano sempre un costo elevato e non troppo lontano dalla fascia di prezzo degli OLED di LG. Per quella cifra preferirei spendere qualcosa in più per portarmi a casa un OLED B9. Per quanto riguarda brillantezza, contrasto ed altre caratteristiche riguardanti l’esperienza visiva non c’è molto da dire rispetto al passato. I pannelli 4K sono ormai arrivati al massimo grado di maturità e non sembrano aver molto altro da offrire. Quindi i vari modelli portano con sé più o meno gli stessi pregi e difetti del recente passato. Le nuove tecnologie Mini-LED di TCL e Nano Cell di LG non sembrano aver dato quel tanto annunciato scossone al mercato TV di fascia media, non offrendo quel salto qualitativo promesso, in termini di local dimming, rispetto ai normali Full LED Array.

Per chi ha problemi con le dimensioni, LG ha introdotto con la serie X l’inedito taglio da 48 pollici, ma il prezzo resta decisamente proibitivo. Per chi invece è deciso a fare il salto next-gen senza investire grosse somme per la TV, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Fra i dispositivi al di sotto dei 500 euro, spiccano tuttavia i dignitosi QLED 60R ed i nuovi 60T, serie che, fino allo scorso anno, rappresentavano un entry-level di fascia media ma che adesso è stato declassato in fascia economica. Semplice taglio di prezzo? Non proprio, dato che rispetto al modello precedente, il Q6FN del 2018, la qualità visiva è peggiorata, specie per quanto riguarda l’HDR. Meglio il Q60T, ma, rispetto al Q60R 2019, sembra perdere qualcosa per quanto riguarda l’input-lag. Sono comunque prodotti che non hanno eguali a quel prezzo e sono disponibili anche in versione 43 pollici.

[AGGIORNAMENTO: negli ultimi giorni è stato riscontrato un problema legato al VRR sui pannelli OLED. Alcuni recenti test effettuati su televisori LG della serie 9 e X, hanno infatti rilevato fenomeni di sfarfallio dell’immagine in modalità a refresh variabile. L’anomalia, essendo di natura hardware, potrebbe non essere risolvibile. In attesa di ulteriori conferme e approfondimenti del caso, è importante precisare che gli esperti indicano comunque gli OLED della casa coreana come l’attuale miglior scelta per giocare.]

 

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Iacopo Risi

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