La colonna sonora di Deus Ex: Mankind Divided non vi prenderà d’assalto, non reclamerà la vostra attenzione con la forza, non punterà a stupirvi in un istante. Proprio come farebbe Adam Jensen nelle mani di un buon giocatore, questa musica sceglierà una strada sottotraccia per farsi largo nella vostra percezione sensoriale così che, quando vi sarete accorti di quello che state ascoltando, sarà già troppo tardi. Sarete innamorati.
Deus Ex: Mankind Divided è l’ultimo capitolo in ordine cronologico nella serie che rappresenta uno dei picchi di eccellenza del particolare genere degli immersive sim cui, stando a quanto visto nella lunga demo mostrata qualche settimana fa, tra non molto si aggiungerà anche l’attesissimo Cyberpunk 2077.
Un immersive sim non ha i medesimi obiettivi ludici di un fps.
Ad una prima ingannevole occhiata questi giochi potrebbero sembrare semplicemente degli FPS, eppure la ragion d’essere alla base di queste esperienze in prima persona è profondamente differente: gli immersive sim vogliono appunto immergere, coinvolgere al massimo il giocatore nel mondo ludico proposto, immedesimandolo pienamente con il personaggio interpretato. Nel caso di Makind Divided, noi osserviamo l’universo attraverso gli occhi dell’agente potenziato Adam Jensen, prendiamo le sue decisioni e ci facciamo carico delle loro conseguenze, prendendo parte in un’esperienza dalla forte componente ruolistica. Tuttavia, a differenza di giochi quali The Witcher 3, Deus Ex abbraccia un concetto di gioco di ruolo che evade i confini della narrativa ed invade prepotentemente quelli del gameplay: le scelte consistono anche nella selezione di un modo di svolgere una determinata missione e non solamente nel tracciare un percorso all’interno di un albero di dialoghi. Una possibile conseguenza di ciò è che, volendo, negli immersive simsi spara molto poco (e talvolta non proprio con la medesima soddisfazione di un Doom), ragion per cui l’aspettativa di avere di fronte un FPS può danneggiare moltissimo l’esperienza di gioco. Questo equivoco ha danneggiato giochi validissimi quali ad esempio il recente Prey di Arkane.
Alla luce di questa breve digressione, risulta logico come la colonna sonora di Deus Ex: Mankind Divided sia composta da musica ambient: elettronica, pulsante, discreta ma inarrestabile, volubile, coinvolgente, nonlineare e suscettibile a crescendo memorabili, pronta a sorprendere nei momenti opportuni. Una delle migliori colonne sonore che si siano ascoltate in tempi recenti, proprio per la sua incredibile sovrapposizione con il gioco che si svolge sotto le sue note. I toni, ad esempio, sono cupi quanto gli argomenti trattati dalla storia: la difficile coabitazione fra umani e potenziati, a seguito degli eventi narrati da Deus Ex: Human Revolution, ha generato un mondo perennemente in allerta, sull’orlo della guerra civile, dove la polizia pattuglia le strade e la tensione pervade l’aria.
La musica di Deus Ex: Mankind Divided è come un vortice che risucchia il giocatore nel suo mondo.
Senza ulteriore indugio, ecco un primo esempio di questo splendido, camaleontico vortice musicale che accompagna la prima missione di gioco a Dubai: ascolterete come l’atmosfera mediorientale sia pregevolmente e rigorosamente omaggiata dalla produzione elettronica. Sandstorm:
Il compositore principale della colonna sonora in versione standard è Michael McCann: musicista canadese nato nel 1976 e già autore delle musiche del predecessore Deus Ex: Human Revolution. La maggior parte dei suoi brani possono vantare delle inclusioni di elementi orchestrali e corali su una base di produzione elettronica molto stratificata: l’ascolto tramite cuffie risulta particolarmente gratificante.
Esiste anche una versione estesa della colonna sonora (decisamente consigliata) cui contribue anche Sascha Dikiciyan, veterano dell’industria videoludica dallo pseudonimo Sonic Mayhem.
Nelle fogne di Praga può celarsi di tutto, persino un casino clandestino! Sewers:
Si direbbe l’hub del gioco, l’ufficio blindato e sotterraneo che ospita la squadra d’intelligence antiterrorismo TF29 cui fa parte il nostro Adam Jensen. Un luogo sicuro. Forse. O forse no. TF 29:
Come detto, i toni di questo Deus Ex sono particolarmente cupi, e quando l’azione esplode la musica non manca di accompagnarla. Dark days:
I potenziati sprovvisti di documenti validi per passeggiare per le vie di Praga vengono spediti a Golem. Questo orrendo ghetto, in cui le persone provviste di innesti cibernetici sono costrette a vivere in condizioni miserevoli, è anche sede del movimento per la difesa dei diritti dei potenziati, l’ARC: le tensioni con la polizia sono fortissime. Adam Jensen, come suo solito, si trova in mezzo ai due fuochi. The UTULEK Complex / Golem City:
Quando si tratta di rubare informazioni preziose sapersi infiltrare nelle banche dati è a dir poco essenziale. La musica di sottofondo è apparentemente rilassata ma carica di suspence. Il cambio di ritmo, adrenalinico ed inaspettato, arriva verso la fine…Palisade Bank:
Un potenziato è ancora un essere umano, oppure somiglia più ad una creatura semi-divina? The machine God:
La corporazione VersaLife è una multinazionale attiva nel campo farmaceutico, della bioingegneria e della nanotecnologia: una potenza oscura e dai metodi poco trasparenti. VersaLife:
A volte lo scontro non può essere evitato. Battle for the future:
Infine, una chiusura in grande stile: per l’occasione i suoni elettronici si fanno a volte da parte per lasciare spazio all’orchestra. Embrace what you have become (debut trailer theme):
Di seguito la colonna sonora completa nella sua versione estesa. Nella descrizione dei video Youtube c’è il nome di ciascuna traccia con il link diretto per ascoltarla: