Giocare Wolfenstein: The New Order nel 2019, cinque anni dopo la sua pubblicazione su hardware della scorsa generazione, ha un suo perché. A lato del gameplay adrenalinico già osannato in fase di recensioni e della narrativa cucita in maniera sartoriale sulle meccaniche vecchia scuola di cui si vanta il titolo di MachineGames, a farla da padrone è il motore grafico di Carmack e soci – prima che lasciassero l’azienda – ossia quell’id Tech 5 sviluppato per dar vita a Rage nel 2011 e perfezionato nel corso degli anni successivi. Terminato a 1080P, con i dettagli al massimo e un frame rate granitico sulla mia semplice GeForce 1050ti supportata da un Ryzen 1600 e 16GB di RAM, il capolavoro di casa Bethesda mi ha davvero colpito al cuore, spingendomi a scattare più di 450 screenshot catturati sia durante le scene di intermezzo recitate che nel pieno dell’azione. Ve ne propongo una piccola selezione, inutile a chi ha già spolpato questo reboot ma – spero – di stimolo a quelli che per qualche ragione non lo hanno ancora fatto e forse nemmeno si immagino quali meraviglie gli riserverà il viaggio all’inferno con William “BJ” Blazkowicz.