Diciamocelo chiaramente: nonostante il fatto che Call of Duty e Battlefield siano i due dominatori indiscussi degli sparatutto in prima persona, i classici del genere mantengono da sempre intatto il loro fascino. Da qualche anno a questa parte stiamo letteralmente assistendo ad un ritorno della vecchia scuola degli FPS. Se dovessimo dare una collocazione temporale a questo fenomeno, potremmo identificare il suo inizio nel 2014, con la pubblicazione di Wolfenstein: The New Order. Nonostante il ritorno di Blazko abbia senz’altro ridato lustro ad un franchise che sembrava essere caduto un po’ nel dimenticatoio, il ritorno della old school si è sublimato nel 2016, con l’approdo di Doom. Il gioco id Software è stato celebrato dalla stampa internazionale come un vero e proprio successo, che riproduce con sapienza la formula che ha reso famosa la saga. In questa puntata della nostra rubrica, andremo a soffermarci sulla colonna sonora del titolo, che riesce, come poche altre, ad essere parte integrante di un’esperienza di gioco di assoluta caratura, tanto da essere premiata ai Game Awards 2016.
La trama in un videogioco, è come la trama in un film porno. Ti aspetti che ci sia, ma in fondo non serve a niente.
A pronunciare queste parole è stato John Carmack, una delle menti più geniali degli anni ’90, nonché cofondatore di id Software e creatore, tra le varie cose, di giochi come Commander Keen, Quake, Wolfenstein 3D e, per l’appunto, il primo ed indimenticabile Doom. Nonostante si possa non essere d’accordo con queste dichiarazioni, è impossibile negare che il franchise in questione non abbia rispettato i dettami del suo padre digitale. Doom ha sempre puntato tutto su un gameplay adrenalinico e dal forte impatto visivo, con una trama spesso ridotta all’osso; proprio per questa ragione, i game designer hanno deciso di rendere l’esperienza di gioco ancora più immersiva e coinvolgente. In che modo? Avallando la creazione di una colonna sonora che sia la controparte uditiva del tripudio di distruzione e splatter che da sempre contraddistingue la serie. Come è facile intendere, il risultato di questa scelta stilistica è una soundtrack dalla spiccata connatazione metal.
La mente dietro la colonna sonora di Doom è Mick Gordon, già autore ed audio director delle musiche di giochi del calibro di Killer Instict, Need for Speed: Shift, Prey, Lawbreakers e, neanche a farlo apposta, di Wolfenstein: The New Order, in cui è da annoverare la partecipazione di Fredrik Thordendal dei Meshuggah. Ebbene, le musiche di Doom rappresentano un connubio tra le ritmiche serrate e distorte della band svedese, i riff schizofrenici degli Slipknot e le atmosfere cyber ed industrial di gruppi come Fear Factory e Ministry. Se amavate le atmosfere dei precedenti episodi della serie, non preoccupatevi, le troverete anche qui, insieme a dei veri e propri assalti sonori di inaudita violenza.
Se “I. DOGMA” ci da il benvenuto all’Inferno, è Rip & Tear ad aprire le danze. Il pezzo si apre con una ritmica schiacciasassi, che di lì a pochi istanti sarà sostenuta dalla tellurica doppia cassa di una batteria al fulmicotone e dai suoni distorti di un synth tanto sinistro quanto azzeccato. Inutile dire che Rip & Tear sarà la colonna sonora principale di tutte le battaglie più sanguinarie che incontreremo nel gioco, innalzando il tasso di adrenalina a livelli di guardia.
Se con “At DOOM’s Gate” il ritmo cala, e se la successiva “Rust, Dust & Guts” ci accoglie con un riff pachidermico e preciso nel suo incedere, la vera vetta artistica dell’opera di Mick Gordon è rappresentata da “BFG Division“. Alle note gravi e scure di una chitarra ad otto corde si contrappongono gli squilli acuti ed “infernali” di synth sapientemente dosati. Ancora una volta, il pezzo in questione ci accompagnerà nelle fasi di combattimento, fondendosi alla perfezione con la frenesia e la velocità del gameplay. Soltanto quando ci saremo resi conto di avere gli occhi iniettati di sangue, il cuore che batte all’impazzata, e di star sparando praticamente allo stesso ritmo della doppia cassa della batteria potremo renderci conto di quanto le musiche siano parte integrante dell’esperienza di gioco che Doom ha da offrire.
Nonostante le oltre 3 ore della colonna sonora in questione ci accompagnino in tutti i capitoli della nostra discesa all’Inferno, essa riesce a brillare di luce propria anche se scissa dal gunplay demoniaco che ha fatto la fortuna della saga id Software. Come abbiamo detto in apertura, la soundtrack è riuscita a portarsi a casa il premio per “Best Music/Sound Design” dei Game Awards 2016. In occasione della cerimonia di premiazione, il compositore australiano ha deliziato il pubblico con un medley dei migliori pezzi della colonna sonora di Doom. Il risultato è stato un’esibizione energica che per poco non è sfociata in un moshpit che avrebbe avuto del clamoroso.
Proprio per questa ragione, nonostante altre colonne sonore possano eccellere con melodie indimenticabili e funzionali alla trama, nel caso di Doom, le musiche realizzate vanno a fondersi con il gameplay, realizzando un risultato unico nel suo genere. La componente visiva sarà eguagliata dalla componente uditiva, parlando al “lato bestiale” presente in ogni videogiocatore. Astenersi deboli di cuore.
Di seguito la colonna sonora completa, nella descrizione del video Youtube c’è il nome di ciascuna traccia con il link diretto per ascoltarla.