Se riguardiamo il primo capitolo della saga di Dominic Toretto e soci, vien quasi da chiedersi non solo quanta strada abbiano fatto per arrivare sino a qui, ma se lungo il tragitto abbiano iniziato guidare in stato di ebrezza. Gli ultimi capitoli infatti avevano segnato una sterzata netta nel modo di intendere le atmosfere e i toni del film. Il primo capitolo infatti poteva quasi ambire ad una certa dignità da action autoriale, essendo praticamente un rifacimento patinato in salsa tuning di Point Break di Kathryn Bigelow (autrice anche di The Hurt Locker e Zero Dark Thirty), invece da alcuni episodi si è ormai perso quel poco di compostezza che rimaneva, alzando il tiro in maniera esagerata e abbandonando ogni parvenza di stile e verosimiglianza.
Hobbs&Shaw poteva pertanto essere l’occasione per ricongiungersi alle atmosfere originali della serie, approfittando della sua natura di derivato per provare a rimettersi in carreggiata anche solo di poco, invece né più né meno, si presenta come un “more of the same” del filone maestro.
Luke Hobbs e Deckard Shaw non potrebbero essere più diversi
L’aspetto positivo è che il cast viene ridimensionato pesantemente, mantenendo centrali i due protagonisti, a cui si aggiunge una terza eroina. Un numero decisamente più gestibile, per consentire ad ognuno di avere il giusto tempo su schermo, nonchè un ruolo significativo nella trama e nelle diverse scene d’azione.
Luke Hobbs e Deckard Shaw non potrebbero essere più diversi: uno è un poliziotto della soleggiata Los Angeles, dedito al body building, dallo stile casual e alla guida di mezzi imponenti quanto il suo fisico, l’altro è un mercenario della piovosa Londra, amante delle auto sportive dalle linee levigate ed eleganti quanto quelle dei completi che indossa. Come non bastasse, i loro trascorsi alla corte di Dominque Toretto li hanno visti al centro di una faida per cui hanno provato ad uccidersi a vicenda. Nonostante tutto ciò, sarà un’operazione congiunta dei servizi segreti dei rispettivi paesi a metterli forzatamente assieme per recuperare un campione virale trafugato dalla sorella di Deckard. Al loro inseguimento si lancia il pericoloso soldato cibernetico Brixton, interpretato da Idris Elba, apprezzato interprete della serie televisiva Luther .
Rispetto quindi alla folla della Fast Family, il numero di personaggi che interagiscono tra loro è decisamente più gestibile e, in teoria, avrebbe permesso di valorizzare bene il rapporto di ostilità e amicizia tipico dei buddy movies, che si instaura tra i due protagonisti. Purtroppo però Hobbs&Shaw presenta la stessa scrittura dei dialoghi degli ultimi Fast Movies, pertanto gli scontri verbali tra i due eroi si limitano ad un insipido “dissing” da rapper di quart’ordine, con scambi di insulti che sembrano tarati per strappare una risata ad un pubblico rigorosamente minorenne. Non c’è nessuna traccia delle battute ad effetto, dal tono spaccone, ma ragionato, in stile 48 Ore, così come di frasi icona come il vivere un quarto di miglio alla volta.
Il tentativo di dare corpo al background dei due rimane superficiale come la carta velina, toccando sempre il tema della famiglia, quella samoana e tribale di Hobbs e quella britannica e malavitosa di Shaw, ma in modo banale (scordatevi il racconto sul padre di Toretto da F&F1 e cose simili). Anche i personaggi di contorno affogano in una caratterizzazione che oscilla tra il farsesco e l’insulso (come quello di Ryan Reinolds).
Il riscatto di Hobbs&Shaw però giunge nella regia e nelle sue scene d’azione. David Leitch conosce bene questo genere cinematografico ormai, sia da un lato che dall’altro della macchina da presa. La sua esperienza come coordinatore delle controfigure e come regista (di John Wick, Atomica Bionda e Deadpool 2) gli ha conferito una piena maestria di come montare l’adrenalina in modo tale che l’azione sia sempre perfettamente seguibile e di grande effetto. I momenti ad alto tasso di spettacolarità sono molti e ci sono parecchie scene che tengono lo spettatore incollato alla poltrona (senza fare anticipazioni, limitiamoci a citare il passaggio del camion a Londra, che merita un’ovazione). Da questo punto di vista la pellicola offre due ore di intrattenimento scorrevolissimo e senza intoppi. Pur sparandola grossa, le sue esagerazioni appaiono “quasi” meno forzate rispetto quelle centrate sulle auto sportive della saga maestra e il tono generale è leggermente più vicino ad un film d’azione tradizionale, per quanto i motori non manchino.
Anche se deprezzati da dialoghi sciapi, Dwayne “The Rock” Johnson e Jason Statham sono i rimpiazzi ideali dell’eroe di matrice stalloniana e quando si tratta di scene dal forte impatto sanno dire la loro in modo perfetto. Idris Elba qui forse sprizza meno carisma di quanto sia solito fare e appare meno incisivo, ma resta comunque un attore dotato di grande presenza scenica. Vanessa Kirby si addentra ancora di più in questo filone cinematografico dopo Mission: Impossible – Fallout, lasciandosi coinvolgere in scene fisicamente più impegnative e incastonandosi bene nell’insieme.
In definitiva Hobbs&Shaw è un film caciarone, preme sull’acceleratore praticamente su ogni aspetto e non cerca di recuperare quel minimo di stile che aveva la serie in principio. Al netto però di una scrittura grossolana, i protagonisti sono attori da film d’azione ormai rodati, così come la regia di David Leitch calza come un guanto al fine di enfatizzare al meglio la spettacolarità di molte scene. Buono per due ore di puro intrattenimento raso terra, non raffinato, ma scorrevole.