Il primo Deus Ex è l’incarnazione del videogioco moderno in tutti gli aspetti, tranne quello prettamente cronologico. Il capolavoro firmato da Ion Storm esce infatti nel lontano 2000 su PC, innalzando cosi l’asticella degli immersive sim ad un picco tutt’ora quasi immutato. Parleremo in dettaglio dello sviluppo e della storia della creatura di Warren Spector in un’altra sede, per il momento ci limitiamo ad analizzare la straordinaria colonna sonora che fa da sfondo al mondo di cospirazioni e corporazioni in cui si trova coinvolto l’agente UNATCO JC Denton.
Straordinaria è la nitidezza con cui il gioco adotta il canone sonoro-artistico del cyberpunk.
Il tempo è il futuro prossimo (2052), le atmosfere sono distopiche, il tema è il cyberpunk, le luci sono quelle del neon. La musica è un miscuglio di techno, funk e jazz su una tela ambient. A causa delle limitazioni tecniche del gioco, al caricamento che definisce il passaggio tra due aree contigue il brano viene interrotto e ricomincia da capo: ogni macro-area ha il suo pezzo dedicato.
La musica è adattiva: ogni pezzo è diviso in due parti, una lenta ed una veloce. La prima suona nei momenti di quiete, ovvero quelli di stealth ed esplorazione, mentre la seconda inizia nel momento in cui gli avversari scorgono JC. Inoltre, i dialoghi con gli NPC sono accompagnati da un estratto ancora differente del brano che fa da sottofondo alla macro-area in cui la conversazione avviene. Il link per ascoltare tutti i brani nella versione comprendente tutte queste tre parti è in calce a questo articolo.
La musica è un miscuglio di techno, funk e jazz su una tela ambient.
Attici e cattedrali, laboratori e bar malfamati, fognature e catacombe, New York e Hong Kong, Area 51 e Parigi: sono variegati gli ambienti di Deus Ex. Ciò che colpisce maggiormente, in particolare, è la nitidezza con cui il gioco riesce a stabilire un canone artistico e sonoro che veicola magistralmente il cyberpunk. Pochi poligoni delineano panorami che restano scolpiti nell’immaginario del giocatore, cosi come poche note restano, accattivanti ed ammalianti, nelle sue orecchie. Procediamo con ordine, ovvero con il roboante tema principale del gioco. Deus Ex main theme:
La colonna sonora di Deus Ex è composta principalmente da Alexander Brandon, con Dan Gardopee, Michiel Van Den Bos e Reeves Gabrels, un gruppo di musicisti di casa Epic Games.
La musica è estremamente eclettica e più esuberante della raffinata techno-ambient che accompagna l’iterazione più moderna di Deus Ex, ovvero Mankind Divided ad opera di Eidos Montreal (ne avevamo parlato qui). Tuttavia, una caratteristica immutata della serie è quella di avere un tema legato ad una sorta di base, ovvero un luogo (apparentemente) sicuro all’interno del gioco: in Mankind Divided questo luogo era il TF29 a Praga, sede dell’organizzazione antiterroristica per cui lavorava Adam Jensen, in Deus Ex si tratta di UNATCO a New York. In questo luogo suona un motivetto a colpi di basso che, una volta ascoltato, è molto difficile da togliere dalla testa. UNATCO theme:
Il gioco si apre a New York, precisamente a Battery Park. JC Denton sta tentando di infiltrarsi nella Statua della Libertà. La mappa di gioco viene raffigurata in notturna, come tutto il resto del gioco (a proposito, perché Cyberpunk 2077 è ambientato solo di giorno?, ndr), e bastano pochi pixel lucenti in lontananza per formare un suggestivo scorcio della penisola di Manhattan. L’atmosfera è tesa, così come la musica. Battery Park:
La mappa di New York non è circoscritta a Battery Park. Un intero isolato o più della città costituiscono infatti un’altra zona in cui JC Denton si deve infiltrare in molteplici occasioni. Qui il tono della musica è leggermente meno cupo e più cosmopolita, in altre parole si tratta di un altro pezzo che rimane istantaneamente stampato nella memoria. NYC Streets:
Le strade di Hong Kong sono la macro-area del gioco in cui la maggioranza dei giocatori di Deus Ex amavano andare a zonzo. Il motivo, oltre alla ricerca dei segreti, è la musica. Indubbiamente il più insinuante ritornello del gioco e, forse, dei videogiochi in toto. Le strade di Hong Kong sono vibranti, allegre, piene di atmosfera e stile. Hong Kong streets:
Come detto, Parigi è un luogo importante nel gioco. JC Denton è sulle tracce del gruppo di ribelli chiamato Silhouette e, dopo un’escursione nelle catacombe ed un’altra in un club molto futuristico (sempre considerati i mezzi tecnici della grafica di inizio anni 2000), ne rintraccia la figlia dell’ex leader uccisa di recente. Insieme, si dirigono al castello di famiglia di quest’ultima, alla ricerca di indizi utili nella lotta contro il gruppo Majestic12, promotori di una cospirazione mondiale che si sta allargando a macchia d’olio. La musica è più melodica rispetto al resto delle tracce ed è condotta dal pianoforte. DuClare Chateau:
La cattedrale di Parigi richiede un’atmosfera più solenne. Qui le danze sono condotte dal violino, opportunamente reso “elettrico”. Paris Cathedral:
Il mondo distopico di Deus Ex è fatto di antieroi che combattono temibili amalgami informi che rispondono al nome di corporazioni. L’esemplificazione di quest’ultime è costituita da VersaLife, una multinazionale farmaceutica con forti interessi nel campo della bioingegneria e delle nanotecnologie, responsabile per alcune delle tecniche di impianti cibernetici usati dai soggetti cosiddetti modificati o aumentati, come il nostro JC Denton. La musica associata con questa entità è minacciosa, robotica, carica di tensione ma pur sempre orecchiabile e piena di stile.
Di seguito la colonna sonora completa, comprendente la versione estesa di tutti i brani ovvero parte lenta (stealth, esplorazione), parte veloce (combattimento) e dialoghi. Nella descrizione dei video su Youtube c’è il nome di ciascuna traccia con il link diretto per ascoltarla: