Come abbiamo detto anche nel nostro precedente “episodio”, il mondo del gaming è bello perché è vario… certe volte anche troppo vario! Ogni videogiocatore ha le sue peculiarità, che ne rispecchiano l’animo, l’indole e che, qualche volta, rischiano di farlo finire all’interno di una camicia di forza. In questo nostro secondo appuntamento della rubrica “Il Giocatore Tipo” andremo ad analizzare una delle categorie più problematiche, ed al tempo stesso intriganti, di appassionati di videogame: quella dei completisti.
Vi siete mai imbattuti nel detto “manca un centesimo per fare un euro”? Nel caso in cui sia la prima volta che lo sentiste, questo motto indica tutti quei casi in cui, per non fare un piccolo sforzo in più, si vanifica tutto un lavoro precedentemente svolto, spesso neanche indifferente. Scendiamo più nel particolare: vi è mai capitato di ordinare una pizza in tarda serata e, alla fatidica domanda “Quanto le devo?”, di accorgervi di non possedere la somma esatta? La pizza costerebbe sei euro, voi ne avete cinque; l’alternativa sarebbe pagare con una banconota da 10, ma il ragazzo non ha il resto, e no, non avete la benché minima intenzione di lasciargli ben 4 euro di “mazzetta”. L’assenza di alternative, nonché di persone e/o negozianti aperti che possano cambiare le vostre banconote, vi conducono in un fastidioso quanto ineluttabile stallo, che metterà alla dura prova i vostri nervi, la vostra resistenza… e che farà assumere alla vostra pizza la gustosa consistenza di una suola di scarpa!
Se già solo sentendo queste parole vi sta venendo l’orticaria, bene, prendete questa sensazione a metà tra il disagio e il fastidio, moltiplicatela per mille, e avrete una vaga idea degli istinti che dominano la mente di un completista. Il nostro gamer è praticamente ossessionato dai giochi che prova e, così come Gabe Newell ha problemi con il numero 3, lui vive nella costante ossessione del numero 9: un numero imperfetto, che è così vicino al 10 e, al tempo stesso, così lontano. Pensate quanto possa essere frustrante, per lui, trovarsi al 99% di completamento di un videogame, o peggio ancora al 99,9%. Proprio per questa ragione, profonde tutti i suoi sforzi per superare questo logorante impasse, anche a costo di trascurare il sonno, l’igiene personale e, ovviamente, la vita sociale. All’uscita del nuovo capitolo del suo gioco preferito, il completista diventa un vero e proprio “vampiro videoludico”, un Nosferatu della console, capace di rifuggire la luce del sole (e spesso anche l’acqua e il sapone) pur di arrivare all’agognato platino. Perché un vero cacciatore di platini, così come molti altri videogiocatori, non sa cosa sia la vita sociale.
Si dice che, alla lunga, i trofei di platino possano portare alla follia.
Il nostro “cacciatore di trofei” ha spesso il dono di un’innata capacità di mimetizzazione. Alcuni studiosi della categoria hanno addirittura affermato di aver avvistato dei rarissimi esemplari di completisti hipster, tanto inusuali quanto rompiscatole. Tuttavia, ogni completista mostra dei tratti distintivi che ne rendono agevole l’identificazione. Innanzitutto, ognuno di loro è dotato di due account giocatore, uno segreto ed un altro pubblico. Lo scopo è quello di utilizzare il primo per “testare” i titoli con cui intende cimentarsi e comprenderne la “platinabilità”; fatto questo, andrà poi sbloccare tutti i trofei nel secondo, che rappresenterà il suo biglietto da visita nelle varie community. L’account pubblico di un completista, infatti, comprenderà solo ed unicamente giochi platinati. Per quanto possiate metterlo alle strette, il nostro “cacciatore” negherà sempre l’esistenza dell’”account segreto”, che rappresenterà sempre il suo inconfessabile scheletro nell’armadio.
Come se tutto ciò non bastasse, il nostro giocatore non si limiterà a sbloccare tutti i trofei del solo gioco base, ma spenderà altri soldi e tempo per comprarne i successivi DLC, per poter così vantare il 100% di completamento.
Tuttavia, come molti avranno potuto comprendere, ottenere il platino di un gioco non è sempre un’impresa agevole. Proprio per questo, il nostro completista presenta anche un’altra caratteristica: quella di essere un inguaribile frequentatore di guide ai trofei e community di “cacciatori di platini”, che gli faciliteranno il lavoro. Anzi, spesso il nostro eroe valuta l’acquisto del gioco solo dopo aver sfogliato la lista dei trofei. Ma non aspettatevi che confessi di aver fatto ricorso ad una volgare guida o, peggio ancora, di aver visto dei walkthrough. Lui non si abbasserebbe mai a “spiare la concorrenza”, perché questo incrinerebbe la sua armatura di pixel scintillanti, facendola cadere in pezzi e lasciandolo con le pudenda al vento, un po’ come in Ghosts ‘n Goblins.
Il sogno bagnato di ogni completista.
Sotto questo aspetto, il nostro giocatore presenta delle peculiarità quasi uniche. Lui è come un ultras degli achievement: è capace di parlare quasi solo di quello. Il suo motto è “platino e coerenza“. Non ci credete? Andate a in qualsiasi gruppo facebook dedicato, e vi renderete conto che gli unici post presenti riguardano l’ultimo gioco appena completato, con tanto di valutazioni e giudizio, ma non sul videogame in questione, ma sulla difficoltà di ottenimento dell’obbiettivo finale! Per il nostro eroe, il gioco è quel fastidioso contorno che circonda il suo amato trofeo di platino. E fate attenzione: tutti i like ai vari post possono sembrare segni di stima, ma nascondono un’inc@#zatura latente, che ci porta ad un altro tratto distintivo del completista: la competitività. Ogni completista nasce competitivo, e non vuole solo ottenere il massimo, ma vuole ottenerlo prima degli altri! Un po’ come Vin Diesel in Fast and Furious, ma senza pettorali… e senza addominali… e senza ragazze che sbavano per lui… e senza le super-car.
Proprio per questo suo spirito agonistico latente, vi diamo un caloroso consiglio: non invitate mai due completisti nella vostra comitiva! Una volta presa coscienza di trovarsi di fronte ad un “collega”, inizierebbero a vantarsi a vicenda dei vari trofei ottenuti, ostentando le proprie occhiaie, i calli sulle proprie mani, le rispettive bacheche, e finendo col fare il vuoto attorno a loro. Perché si: mettere due cacciatori di platini nella stessa stanza equivale a mettere due galli nello stesso pollaio, con l’unica differenza che nel pollaio in questione non ci sono galline da conquistare. Queste prossime parole sono rivolte a te che stai leggendo queste righe: se tu, proprio tu, ritieni nel tuo animo di essere un completista, le parole che leggerai potranno ferirti nel profondo: mostrare i trofei ottenuti non è un buon metodo di abbordaggio. Recenti studi hanno dimostrato che, nonostante la barriera tra il fisico ed il virtuale sia sempre più sottile, mostrare ad una ragazza la propria bacheca di platini porta allo stesso risultato di invitarla a vedere la mai troppo menzionata collezione di farfalle: un palo clamoroso nel migliore dei casi, una chiamata al 112 nel peggiore.
Tuttavia, se sei ancora intento a leggere queste nostre parole dopo questa mazzata che avrebbe tramortito anche un toro, sappi che, nonostante tutti i colpi che hai dovuto incassare in questo articolo, chi scrive nutre un profondo senso di rispetto nei tuoi confronti. Perché sapevi di non poter eccellere nel calcio a causa dei tuoi piedi quadrati, eri a conoscenza di non poter primeggiare nel basket a causa delle diottrie perse davanti al monitor, sapevi di non poter essere un body builder a causa della tua naturale repulsione per il sollevamento pesi e l’attività fisica più in generale, ma nonostante tutto hai deciso di prenderti la tua rivincita nel campo dei videogiochi. Tu, caro completista, trovi la tua estasi nello scampanellio di un trofeo, che soddisfa il tuo insaziabile appetito solo per un battito di ciglia, perché l’achievement più bello è sempre il prossimo. A te va il mio rispetto, perché tu, caro il mio completista, sei quel perdente che non si è mai arreso, che continua ad accumulare trofei su trofei nella speranza di vedersi riconoscere il giusto tributo dalla società. Nonostante tu sia ben consapevole che tale riconoscimento non arriverà mai, a te non importa, perché tu, in fin dei conti, sei un po’ come Vin Diesel (quella “versione” di Vin Diesel menzionata in precedenza) in Fast and Furios: vivi la tua vita un platino alla volta.
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Ed eccomi giunto qui, più per lettura che per vicinanza alla tipologia. Non nego assolutamente che, se ne ho la possibilità cerco il completismo, ma visto il poco tempo che mi ritaglio per videogiocare settimanalmente di certo non mi accanisco ed in notturna non campo 10 minuti con un pad in mano. 😅
Comunque i miei applausi ai collezionisti li voglio fare. È pur sempre dedizione… 👏😉
Io ho all’attivo almeno 40/50 trofei di platino, e so quanto i trofei possano diventare una “malattia” XD