E’ ormai arci noto quanto, per noi di Gameplay Café e per la maggior parte degli appassionati del mondo dei videogiochi, l’utilizzo di questo mezzo, di questo media, sia anche un modo per fare relazione, creare gruppo, fare nuove conoscenze e, perché no, anche nuove amicizie.
Probabilmente il videogioco nasce per questo motivo, con i primi esperimenti di 1 vs. 1, i primi Pong, poi il videogioco in sala giochi e bar. Tutto questo, visto in un’ottica di normalità, di attualità, sembra, appunto, normale, scontato.
Ma cosa può essere il videogioco per un anziano, e, più che anziano in senso puramente anagrafico, per un soggetto, una persona, che vive isolata dai propri familiari, perché magari questi sono tutti morti, oppure non hanno più rapporti, oppure, come può accadere, perché si è da sempre soli? Come può il videogioco, o l’attività ludico ricreativa a schermo, migliorare la vita e il tempo di queste persone? E succede per tutti?
In realtà, l’introduzione del videogioco come passatempo, cura o supporto per l’anziano non è sempre un compito semplice.
Tanti studi hanno mostrato gli effetti positivi dei videogiochi basati sul movimento, soprattutto quelli studiati per essere utilizzati con periferiche come Wii Mote e Kinect.
Altri, hanno valutato la capacità di migliorare i parametri cognitivi ed emozionali delle persone, anche degli anziani.
Tuttavia, la difficoltà alla quale si è pensato, è quella di presentare questo mezzo di divertimento a tutti gli anziani, popolazione non omogenea, soprattutto per quanto riguarda le capacità motorie. Ed è proprio lì che potrebbero comparire le prime difficoltà nella scelta di questo mezzo come alternativa ai tanti già presenti, ad esempio, nelle residenze di cura.
Uno studio particolare ha esaminato le sfide e le opportunità che i pazienti di una casa di riposo possono incontrare pad alla mano.
La Dott.ssa Kathrin Gerling, della School of Computer Science, dell’Università di Lincoln, Inghilterra, con la collaborazione della Dott.ssa Regan Mandryk, dell’Università di Saskatchewan, Canada, e della Dott.ssa Conor Linehan della University College di Cork, Irlanda, ha messo in piedi questo progetto coinvolgendo per tre mesi due strutture per anziani, diverse fra loro.
Una offre appartamenti abitativi indipendenti per anziani, quasi auto sufficienti, l’altra è una residenza specializzata per la sussistenza per anziani con difficoltà a muoversi e ad agire in completa autonomia.
Gli anziani partecipanti allo studio erano sedici, il più anziano dei quali aveva cento anni, con un’età media di settantasei anni.
Le sessioni di gioco erano una a settimana, per dodici settimane. Alla fine di ogni sessione, veniva posto loro un questionario dove erano presenti domande inerenti divertimento, facilità di utilizzo del mezzo, eventuale richiesta di aiuto e supporto per completare la sfida e il paragone con le classiche attività proposte nelle strutture.
I giochi utilizzati in questo studio erano Kinect Sports, Kinect Adventures e 4 giochi programmati dal gruppo di ricerca stesso, basati su tecnologia C# con Microsoft XNAGame Studio 4.0, supportati dai sensori Kinect e Wii Mote. I giochi, per dovere di cronaca, non sono commerciabili ed erano Prairie Hunter, Candy Kids, Harvest Time e Cooking Challenge, giochi con struttura simile a molti altri presenti nella libreria Kinect, proposti per la loro facilità di utilizzo e comprensione, ma adattati a quella fascia di età presa in esame.
Valutati i risultati in gioco e i risultati dei questionari, la Dott.ssa Gerling ha concluso che l’interesse principale dello studio era quello di capire la potenzialità dei giochi nel coinvolgere gli anziani nelle case di residenza a lungo termine, soprattutto per quanto riguarda le attività di gruppo; molti hanno subito capito come funzionasse il tutto, rendendo l’attività creativa e fruttuosa da questo punto di vista. La cosa che ha sorpreso i ricercatori è stato il fatto che grazie al gioco le persone hanno subito creato gruppo, molto più velocemente rispetto a quello che si è fatto in passato con le classiche attività da casa da riposo. Risultati leggermente diversi, invece, per i soggetti appartenenti alla residenza dove soggiornano persone che hanno bisogno di assistenza motoria.
A prescindere da quest’ultima analisi i risultati suggeriscono che gli anziani si divertono a giocare ai videogiochi e che i giochi possono essere un’attività stimolante ed accattivante. Tuttavia, però, bisogna tenere sempre in mente a chi far provare questa esperienza e come, valutando bene età, capacità motorie ed eventuale supporto da parte dello staff della casa di cura perché, fino a quando non verranno studiati esperienze videoludiche adatte esclusivamente per queste persone, ci sarà sempre il rischio che questo tipo di esperienza crei più difficoltà e rassegnazione che divertimento.
Questo studio, così come altri simili, stando ai ricercatori, servirà anche per capire come avvicinare gli anziani o le persone non abituate a questo tipo di sistemi a quella che sarà la tecnologia del futuro, sempre più legata all’interazione occhio-mano-schermo.
Rimanendo sempre in Inghilterra, dopo la pubblicazione di questo studio all’ CHI di Seul, del 2015, la casa di riposo The Paddock, a nord di Londra, ha sviluppato un sistema di intrattenimento basato sulle nuove tecnologie, proposto quotidianamente ai propri ospiti. Il feedback, come riportato da un editoriale del The Guardian, è stato positivo, con recensioni da parte degli utilizzatori in linea con le aspettative dei ricercatori dello studio pilota sopra descritto.
The Paddock, prendendo per buone le parole degli studiosi, ha personalizzato l’offerta per i propri ospiti fornendo loro e-reader, tablet e videogiochi per Wii, come Wii Sports.
Da qui, è stato tutto un susseguirsi di approcci simili, con tante case di riposo che hanno rivisto i propri programmi in merito, come riporta carehome.co.uk.
Usando questi dati e queste esperienze, una ricerca californiana, con base a San Francisco, ha scoperto che gli over 60 che giocano 12 ore al mese migliorano le loro capacità di multitasking, rispetto a chi continua con le “vecchie” attività ricreative.
I videogiochi moderni sono adatti a tutte le fasce d’età? Ni.
Sicuramente una persona auto sufficiente e mentalmente attiva può interagire con le tecnologie moderne, soprattutto se ha un passato da videogiocatore.
Un anziano che viene messo a contatto per la prima volta, invece, dovrebbe essere supportato. Senza il supporto potrebbe rifiutare tale tipo di intrattenimento ma, con la giusta predisposizione, potrà trarne beneficio, forse a livello cognitivo, sicuramente a livello interpersonale.