Vi siete mai svegliati da un sogno con quella piacevole illusione che esso fosse reale? Una strano miscuglio di eccitazione e veglia, sinestesia dei sensi ed inconscio attualizzato sono state le risposte emotive che mi sono portato dietro una volta concluso Sayonara Wild Heart: un sogno interattivo della durata di circa due ore tra foreste allucinogene, città distopiche, tarocchi e realtà virtuali al ritmo di musica elettronica.
Rilasciato ormai mesi fa su Playstation 4, Nintendo Switch, Apple Arcade, e solo successivamente su PC, Sayonara Wild Hearts è il nuovo prodotto di Simogo, studio svedese composto da due soli membri non certo nuovo al mondo dello sviluppo, soprattutto su piattaforme mobile. Con l’aiuto economico del publisher Annapurna Interactive, gli sviluppatori hanno goduto di quattro lunghi anni di tempo per concepire la loro miglior opera finora. Graziato da una narrativa semplice, ma che sa dare qualche emozione, Sayonara Wild Heart è nella sua componente ludica un rail shooter con elementi da rhytm game invero meccanicamente molto semplice. Proprio la qualità dell’esperienza ludica è infatti ciò che meno emoziona del titolo. Prendendo spunto da classici come Sin & Punishment e Star Fox, Sayonara Wild Hearts propone venti livelli in cui evitare ostacoli, raccogliere cuori e saltuariamente combattere qualche nemico, il tutto inseguendo il punteggio finale con ranking tanto caro al genere. Questa semplicità ha il risvolto positivo dell’aver reso il titolo un’esperienza adatta a chiunque, dato che non ci sono grossi ostacoli al completamento i livelli. Infatti, anche qualora ci si incastri in qualche sezione, il gioco propone elegantemente di saltare il momento critico per il successivo.
Il cuore pulsante del titolo è chiaramente l’accompagnamento sonoro. Il sottoscritto non si ritiene un esperto di musica elettronica, ma Sayonara Wild Hearts potrebbe benissimo fungere da porta d’ingresso nel genere per chiunque, talmente è impossibile non rimanere affascinati dall’opera. Le due ore filano lisce in un turbinio di generi che si alternano tra la dubstep ed il dream pop con un quantità di effetti sonori che accompagnano le risposte visuali davvero incredibile. Assolutamente d’obbligo il riascolto di tutte le tracce dell’album di cui potete trovare i link più avanti nell’articolo. Volendo trovare il pelo nell’uovo, ho trovato molto discutibile la scelta di non proporre i livelli direttamente l’uno dopo l’altro alla prima partita che invece riporta costantemente il giocatore alla schermata per la loro selezione. Ciliegina sulla torta dello spettacolo sonoro del titolo è il doppiaggio di Queen Latifah che riempie di calore ed espressione le parti narrate.
Altro grande mattoncino nella peculiare costruzione di Simogo è l’art direction – non a caso abbiamo premiato il titolo con il quinto posto nella classifica dei giochi con la miglior art direction del 2019. Saturate, sognanti e cosparse di contrasti al neon, ogni immagine che Sayonara Wild Hearts regala al giocatore è frutto di un ottimo lavoro di ricerca e realizzazione di una ricchezza visuale che non limita mai la leggibilità dello scenario e della direzione da prendere. Le tonalità scure sono sempre tinte da un viola o blu che evita di far precipitare i fondali in un buio eccessivo, ed i forti contrasti con gli elementi interattivi dello scenario sono potenziati da effettistica tecnicamente semplice, ma artisticamente efficace. Una tipografia piuttosto particolare ed illustrazioni wireframe completano un quadro artistico di ottimo livello, coadiuvato su Nintendo Switch dai 60 FPS alla risoluzione massima di 720p portatile e 1080p su Dock.
Ho giocato a Sayonara Wild Hearts su Nintendo Switch
Durata
Sayonara Wild Hearts è un titolo difficile da giudicare: potrebbe stregarvi e farvi rimanere allucinati dalla meraviglia delle sue sincronie audio-visuali oppure potrebbe lasciarvi mediamente divertiti dalla basicità delle sue meccaniche di gioco. Quello che conta in definitiva è valutare la riuscita o meno dell’impresa, dichiarata dal suo sviluppatore, del tradurre un album di musica pop in un videogioco arcade e la risposta è si: il compito è centrato in pieno.
Pur non risultando particolarmente innovativo nella sua cosmesi, Sayonara Wild Hearts è un ottimo esempio estetica quasi texture-less, dal sapore vettoriale con una leggibilità dall'azione perfetta nonostante la quantità di elementi a schermo.
Tralasciando l'importante fattore del gusto personale, Sayonara Wild Hearts è un titolo costruito sulla sua musica e si vede, o meglio, si sente. Le magiche sonorità elettroniche sono completate dal doppiaggio caldo ed autentico di Queen Latifah.
Chi ricerca in Sayonara Wild Hearts una grande sfida o un gameplay innovativo potrebbe rimanere deluso. Il titolo si lascia giocare tranquillamente da chiunque, ma non è certo il gameplay a lasciare il segno.