Tutti i fan di Captain Tsubasa (Holly e Benji) avranno impresse nella memoria le epiche gesta calcistiche che hanno visto protagonisti la New Team e la Toho nel torneo delle medie, tra campi interminabili e tiri a dir poco fantascientifici.
Holly e Mark si danno battaglia fino all’ultimo secondo, pareggiando la finale e conquistando entrambi il titolo di campioni. Il nuovo anime (prodotto nel 2018) termina qui, ma tra vecchie produzioni e il manga originale che continua ad andare avanti i campioni di Captain Tsubasa hanno conquistato il mondo, tra clamorosi cameo di giocatori famosi e partecipazioni internazionali.
Gli appassionati di vecchia data ricorderanno sicuramente le epiche sfide con la Germania andate in onda nella terza edizione dell’anime (arrivata in Italia con il nome di “Holly e Benji Forever”), ma forse non tutti sanno che i protagonisti delle serie sono sbarcati anche in Italia e Spagna e che addirittura stanno disputando una Olimpiade.
In vista dell’arrivo di Captain Tsubasa: Rise of New Champions su PlayStation 4, PC e Nintendo Switch, scopriamo insieme che fine hanno fatto i calciatori della generazione d’oro giapponese.
Il Portiere Numero 1 del Giappone è uno dei pochi protagonisti di Captain Tsubasa a non partecipare al leggendario Torneo delle Medie. Benji, infatti, dopo aver completato il suo percorso alle elementari si trasferisce in Germania per migliorare le proprie qualità da portiere con il suo allenatore personale Ray Thompson.
Scala tutte le gerarchie della Primavera dell’Amburgo fino ad arrivare in prima squadra, ma una volta conquistato il posto da titolare viene messo fuori rosa per una brutta “papera” che costa la sconfitta contro il Bayern Monaco.
Durante i quarti di finale delle Olimpiadi di Madrid con il Giappone rimedia un brutto infortunio dopo un calcio subito da Schneider, verrà sostituito e portato immediatamente all’ospedale.
L’arcigno difensore, nonché migliore amico di Holly, non avrà molta fortuna in campo internazionale. Bruce infatti dopo il torneo delle medie rimane in Giappone dove riesce ad arrivare a giocare nella J-League, prima divisione giapponese, con la maglia numero 36 del Jubilo Iwata (che attualmente milita il J2 League).
Con la nazionale giovanile giapponese partecipa a tutti gli eventi più importanti, arrivando al culmine della propria carriera con la convocazione per le Olimpiadi di Madrid, l’ultimo grande torneo disputato nel manga.
Dopo aver formato la “Coppia d’oro del goal” con Holly durante il torneo delle elementari, Tom è costretto a seguire il padre e parte per la Francia, non prendendo parte alle competizioni legate alla scuola media. Dopo una iniziale convocazione in nazionale giovanile, Tom viene escluso dalla compagine giapponese e decide di iniziare a girare il mondo per imparare di più sul calcio.
Avendo affinato le proprie abilità, viene nuovamente accolto nella nazionale giapponese, ma rimane infortunato dopo aver salvato una bambina che rischiava di essere investita da un autobus.
Dopo una riabilitazione lunga un anno, Tom si pone l’obiettivo di giocare nella Ligue 1 francese dopo aver perso l’occasione di giocare per il PSG a causa dell’infortunio, ma per farlo ha bisogno prima di fare pratica in Giappone. Approda così anche lui al Jubilo Iwata in J-League. Anche lui partecipa alle Olimpiadi di Madrid.
I gemelli inventori delle spettacolari acrobazie calcistiche che mettono in grande difficoltà Holly e la New Team durante i tornei scolastici, purtroppo, non hanno fatto grandi fortune in campo internazionale.
Entrambi entrano a far parte in modo stabile della nazionale giovanile giapponese, ma con il passare del tempo il loro corpo diventa più grande e robusto impedendogli in questo modo di eseguire la leggendaria “Catapulta infernale” e costringendoli a cambiare stile di gioco.
Approdano in J-League vestendo la maglia del JEF United Chiba e partecipano con le giovanili del Giappone alle Olimpiadi di Madrid.
Il leggendario portiere in grado di sfruttare i pali della porta per darsi uno slancio maggiore verso il pallone sembra avere un rapporto complicato con la propria carriera da calciatore. Dopo aver cambiato ruolo da attaccante a portiere, Ed Warner vince il torneo delle medie con la Toho e viene convocato nella nazionale giovanile giapponese.
Dopo un litigio con l’allenatore della nazionale intenzionato a schierare Benji titolare, Ed Warner lascia la nazionale ed approda in J-League, vestendo prima la maglia del Yokohama Flugels e poi quella del Nagoya Grampus.
Con i soldi guadagnati nella prima divisione giapponese aiuta la madre di Mark Lenders con le spese dell’ospedale, convincendosi in questo modo a tornare in nazionale con i suoi compagni, accettando di essere il secondo portiere.
Conquista il titolo di quinto Dan di Karate e l’allenatore Jeff Turner lo convince a riprendere il suo ruolo di attaccante, abbandonando così la difesa della porta. Durante le Olimpiadi di Madrid, Ed forma un duo d’attacco con l’amico Mark Lenders.
Protagonista indiscusso del torneo delle medie come rivale di Holly, Mark fa della ferocia il suo maggior punto di forza.
Conquista fin da subito un posto da titolare per la nazionale giovanile dal Giappone, giocando tutte le maggiori competizioni internazionali a cui partecipa la compagine del Sol Levante, incluse le Olimpiadi di Madrid.
Arriva in Italia dopo essere stato acquistato dalla Juventus, ma dopo un breve periodo viene mandato in prestito alla Reggiana in C1 per “farsi le ossa” con il campionato italiano.
Conquista la prima posizione del campionato a suon di triplette grazie al “Tiro della Tigre” e porta la Reggiana alla promozione in Serie B, dopo accese battaglie con Albinoleffe, Ravenna e Albese.
Chiamato “Il principe del campo dal cuore di cristallo” a causa della sua malattia cardiaca, Julian punta a diventare uno dei migliori calciatori giapponesi ma al termine del torneo delle medie è costretto a prendersi un periodo di riposo che dura ben 3 anni.
Duranti questi 3 anni lavora come consigliere tattico per la nazionale giovanile, aiutando il Giappone ad affrontare le grandi squadre internazionali. Il riposo gli permette di superare il suo problema cardiaco e di tornare a giocare a calcio, grazie all’immediato convocazione per la nazionale giapponese.
Dopo una breve parentesi al Bellmare Hiratsuka, Julian si trasferisce al FC Tokyo in J-League, dove riprende il proprio ruolo da centrocampista, ma prosegue anche gli studi in medicina.
Come i suoi compagni, anche lui partecipa alle Olimpiadi di Madrid, ma dopo una pallonata subita da Schneider il problema cardiaco di presenta nuovamente.
Julian si accascia al suolo ed Holly è costretto a praticargli un massaggio cardiaco. Per fortuna si riprende e convince l’arbitro a lasciarlo giocare con la promessa di uscire non appena avvertirà dolore.
Dopo aver vinto a pari merito con la Toho il torneo delle medie, Holly è costretto ad un periodo di riposo a causa degli infortuni riportati in finale. In questo modo non potrà subito unirsi alla nazionale giovanile giapponese, causando il malcontento tra i compagni al suo ritorno da titolare.
Dopo aver battuto la Germania Ovest nel torneo internazionale giovanile, Holly si trasferisce in Brasile seguendo le orme del suo maestro Roberto Sedinho, dove supererà il provino per entrare a far parte delle giovanili del Sao Paulo.
Completa il suo percorso in Brasile ascendendo al posto da titolare nella prima squadra del Sao Paulo e sconfiggendo il Flamengo di Santana, prima di tornare in Giappone in vista delle qualificazioni al Campionato Mondiale Giovanile.
Consigliato ancora una volta da Roberto, Holly cerca squadra in Spagna e viene subito notato dal Barcellona. Dopo un periodo di test ed esami, Hutton conquista il suo posto da titolare al fianco di Rivaul guidando la squadra nell’accesa battaglia per La Liga contro il Real Madrid di Natureza.
Sposa l’amica d’infanzia Patty, da cui aspetta due gemelli, prima di partecipare alle Olimpiadi di Madrid e condurre il Giappone alla finale con la Germania di Schneider.
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Bellissima disamina; io non ero a conoscenza del futuro calcistico dei giocatori in quanto mi sono limitato, da piccolo, a guardare Holly&Benji (tutte le versioni trasmesse da Mediaset). Fumetti e approfondimenti vari, mai visti. Non vedo l’ora, però, di poter mettere le mani sul gioco. Ormai ci siamo quasi, spero sarà divertente e appagante ma sopratuttto con un gameplay profondo. Non vorrei venisse a noia dopo poche partite. Speriamo bene, nutro alte aspettative, non per altro perchè un gioco DECENTE su Holly&Benji manca da troppo, troppo tempo.