Vampyr

Una Londra di inizio secolo cupa e desolante, stretta nella morsa di un’epidemia di influenza spagnola e di pericolose creature assassine

Recensione di Massimo Reina

I vampiri esercitano da sempre una morbosa attrazione nel pubblico, in particolar modo quelli legati a una certa letteratura fantastica e cinematografica. Creature immortali dal fascino irresistibilmente ipnotico, alcuni perfino belli e maledetti, che a volte piacciono perfino più dei loro rivali, i cacciatori di vampiri.

Ed è proprio di creature della notte, di umani in pericolo e sangue che si parla nella nuova opera digitale di Dontnod Entertainment, i creatori di Life is Strange e Remember Me, cioè a dire Vampyr. Un titolo che pone una certa enfasi sulla narrazione, com’era del resto lecito aspettarsi visti i precedenti lavori del team di sviluppo, ma anche sull’atmosfera e, in parte, i combattimenti.

In una Londra di inizio secolo cupa e decadente, battuta da una pioggia continua e schiacciata tra un’epidemia di influenza spagnola e la presenza di pericolose creature assassine, il veterano di guerra dottor Jonathan Reid, si ritrova trasformato in vampiro. Chi o “cosa” lo ha mutato in una creatura della notte non è chiaro, ma di certo la nuova condizione lo sconvolge e tormenta fin nelle viscere.
Questo straziante dissidio è ben espresso dalla necessità di doversi nutrire di sangue umano per fermare l’incontrollabile sete che come una droga lo spinge a uccidere, e dalla volontà di porre fine all’orrore cercando un rimedio.

Il dramma di Reid va a influire direttamente anche sulla giocabilità, visto che il videogamer deve compiere delle scelte morali che condizionano proprio il modo in cui si svolge l’avventura, il suo livello di difficoltà e i diversi finali presenti. Bere il sangue delle vittime, infatti, è utile per ottenere quei punti esperienza che incrementano i parametri del personaggio e sbloccano abilità e talenti passivi da usare durante gli scontri con diversi tipi di non morti, agguerriti cacciatori di vampiri e i boss piuttosto ostici da affrontare per via di una buona varietà nelle loro routine e in generale di un discreto battle design.

Di conseguenza, più persone Reid uccide, più diventa potente: migliora nell’uso delle armi da fuoco e di quelle bianche, e apprende tecniche legate alla sua condizione di vampiro, come per esempio una forza sovrumana in grado di spezzare letteralmente in due un nemico, o la possibilità di spostarsi rapidamente da un ostile all’altro. Viceversa, meno sangue beve, più diventa difficile venire a capo di certi avversari.

Ma non è tutto: visto che molti dei personaggi non giocanti che popolano la Londra di Dontnod Entertainment, suddivisa in quattro aree esplorabili all’interno di una struttura sandbox, hanno un ruolo importante in alcuni eventi della storia, eliminandole si può cambiare l’ecosistema della città. Il rischio, quindi, è quello di non poter approfondire alcuni aspetti della trama, svolgere dei compiti alternativi e far diventare più forti i nemici nell’area, oltre a incrementarne la presenza, rendendo più difficile il progredire nell’avventura.
Ogni azione, insomma, ha una sua conseguenza e bisogna quindi trovare un certo equilibrio nelle scelte, se si vuole assaporare ogni più piccola sfumatura dell’avventura e completarla più o meno al cento per cento.

Altro elemento chiave della giocabilità di Vampyr è quello investigativo: le indagini del protagonista per trovare una cura all’epidemia di influenza mortale, ma anche l’autore di una serie di terribili omicidi e chi lo ha ridotto a vampiro hanno un ruolo di primaria importanza nell’economia del titolo, che alterna sessioni d’azione ad altre più tranquille, “da racconto”, con lunghi dialoghi con i personaggi non giocanti e indagini sulla falsariga di quanto visto in titoli come Batman: Arkham Knight.

Sono le fasi più lente e riflessive del gioco, ma pure quelle che a mio parere permettono di calarsi meglio nel contesto, non solo narrativo ma anche immedesimativo, perché si può girare per porzioni di Londra, nei limiti del possibile, per conoscerne gli abitanti, raccogliere oggetti utili per potenziare le armi o approfondire la trama, e per ammirarla in tutto il suo fascino decadente.

Un fascino che è ben espresso attraverso un’atmosfera ricercata al cui successo contribuiscono un’ottima direzione artistica e una serie di effetti particellari e di illuminazione in grado di esaltare i panorami notturni e le varie locazioni, a una risoluzione di 1080p.
In questo modo Vampyr sopperisce a una grafica che sembra provenire dalla scorsa generazione di console, e a qualche carenza tecnica, come la presenza di texture dalla qualità altalenante, saltuari fenomeni di compenetrazione, e animazioni dei personaggi un po’ datate, anche per quanto riguarda le espressioni facciali. Segnalo inoltre che il titolo su PlayStation 4 gira a 30 fotogrammi per secondo in maniera stabile, anche se in un paio di circostanze ho registrato a occhio qualche lieve calo e incertezza.

Buona, invece, la recitazione a livello audio, grazie alla credibile interpretazione dei vari personaggi fatta dai doppiatori in lingua inglese.

In generale l’opera propone un comparto sonoro di tutto rispetto, in grado di accompagnare adeguatamente il giocatore tra le nebbie di White Chapel, West End, l’Ospedale Pembroke e i Docks, i quattro quartieri che compongono la Londra del gioco, con effetti convincenti e talvolta inquietanti. La colonna sonora, composta da Olivier Deriviere, autore delle musiche tra gli altri di giochi come Assassin’s Creed IV: Black Flags e Remember Me, fa poi il resto, sottolineando efficacemente ogni fase dell’avventura, da quelle più cariche di tensione a quelle incentrate sul combattimento o, viceversa, sui momenti più compassati nell’evolversi.

INFO UTILI

Ho giocato e completato Vampyr con una PlayStation 4 liscia

Durata
  • La storia può essere completata in circa 18-23 ore a seconda delle scelte effettuate in gioco che possono aumentare o meno la difficoltà e sbloccare o no alcune missioni secondarie.
Struttura
  • Diversi percorsi alternativi, missioni secondarie e finali alternativi.
  • Supporto HDR e 4K.
  • Supporto PlayStation 4 Pro.
  • Italiano nei sottotitoli, Inglese nel doppiaggio.
Collezionabili e Extra
  • Raccolta di documenti inerenti le Tradizioni e il comportamento dei vampiri.
  • Diari, manifesti e documenti vari che approfondiscono dettagli della trama.
  • Indagini Locali.
  • Monitoraggio e "studio" degli abitanti del quartiere per nutrirsene o altri scopi.
  • Nuove armi, gadget e set di abilità sbloccabili.
Scheda Gioco
  • Nome gioco: Vampyr
  • Data d uscita: 5 Giugno 2018
  • Piattaforme: PC, PlayStation 4, Xbox One
  • Lingua doppiaggio: Inglese
  • Lingua testi: Italiano

Vampyr è un buon gioco di ruolo con elementi d’azione che fa dell’atmosfera, della narrazione e di alcune meccaniche ben congegnate i suoi punti di forza, ma penalizzato in parte da un comparto tecnico non all’altezza di PlayStation 4. Tuttavia non per questo è da bocciare o sottovalutare: grazie a un racconto coinvolgente e ricco di sfaccettature, a delle interessanti meccaniche che costringono il giocatore a operare delle scelte morali che vanno a influire sull’andamento dell’avventura e dunque a plasmarne l’evoluzione, quello di Dontnod Entertainment è a nostro parere un titolo da giocare. Se vi piace il genere, procuratevene una copia, chiudetevi in casa e fate attenzione: la caccia ai vampiri è aperta!

Grafica

Ottima direzione artistica, bella atmosfera; ogni tanto qualche incertezza, grafica e animazioni un po’ datate.

78
COLONNA SONORA E DOPPIAGGIO

La colonna sonora svolge bene il proprio compito, accompagnando a dovere ogni momento della storia. Idem gli effetti audio. Buono il doppiaggio in inglese.

90
GAMEPLAY

Il sistema di battaglia è ben congegnato, anche se a volte sembra un po’ rigido, complice alcune animazioni datate dei personaggi; gli elementi GDR sono ben implementati al pari delle sessioni esplorative e legate alla narrazione.

80

Ci sono 1 commenti

Friz
Friz "Master of the Universe"
Complimenti, ti sei registrato!Gameplay Café è il mio ritualeE3 2019 Special!NiubboGuardone!Chiacchierone!Master
5 Ottobre 2019 alle 16:38

La tematica dei vampiri non è nelle mie corde ma… è dontnod. Remember me e Life is strange sono stati magnifici e questo gioco non è stato da meno.

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