Uno dei più grandi problemi degli ultimi mesi, se si dimentica IL grande problema, è quello delle scorte di nuove console nei negozi fisici e digitali. Tutti parlano di PlayStation 5, ma non bisogna dimenticare che anche la reperibilità di Xbox Series X è molto bassa, così come quella di altri prodotti che includono parti elettroniche e che vanno da smartphone ad automobili. A quanto pare, uno dei principali responsabili di questa penuria è un componente apparentemente insignificante del costo di circa un dollaro. Come sottolinea un’indagine di Bloomberg, a tenere in scacco in mercato, e specialmente quello europeo, sarebbe proprio un “power management chip” presente praticamente in qualunque oggetto contenga un sistema computerizzato.
Il motivo delle basse scorte di questo componente è tanto semplice quanto irritante. Da una parte le aziende produttrici hanno enormi ritardi di produzione, legati alla perspicace intuizione secondo cui i lockdown avrebbero diminuito le richieste anziché aumentarle esponenzialmente. Dall’altro le catene produttive di questi componenti sono basate su metodi obsoleti, inadatti di fronte all’esplosione della domanda dovuta al proliferare di dispositivi che richiedono i chip. Una tendenza di mercato che avrebbe potuto e dovuto portare all’ampliamento o alla moltiplicazione delle aziende coinvolte, ma che di fatto è stata affrontata senza alcuno stravolgimento. Sembra infatti che le linee produttive attuali siano calibrate per avere un’efficienza perfetta, fondamentale per tenere bassi i prezzi dei componenti, e che qualunque cambiamento porterebbe a un aumento dei costi.
Che sia vero o meno, non cambia il risultato: dovremo aspettare a lungo per la nostra nuova console. Nel frattempo potremmo recuperare giochi e generi che mai avremmo pensato di poter apprezzare, come abbiamo sottolineato nel nostro approfondimento.
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