Finalmente è stato alzato il sipario su Anthem, l’ambiziosissimo progetto sviluppato da Bioware. Annunciato a sorpresa un anno fa, questo gioco è rimasto un mistero, fino ad oggi. Infatti, poche ore fa, dal palco dell’E3 di Los Angeles, la più prestigiosa fiera videoludica dell’anno, abbiamo potuto vedere in azione la nuova creatura targata Electronic Arts e, come era prevedibile, si è trattato della principale attrazione di questa prima giornata.
Questo articolo raccoglie tutte le informazioni ad oggi disponibili su Anthem, inclusa la data di uscita: 22 febbraio 2019, su PC, Playstation 4 ed Xbox One.
Cominciamo subito col dire che questo gioco ha ambizione di essere estremamente particolare: un GDR, open-world condiviso online, in cui si può scegliere se giocare da soli o in cooperativa, fino a 4 giocatori. Quest’ultima scelta non comporterebbe un radicale cambiamento dell’esperienza di gioco, ma rimarrebbe una scelta in ottica di maggiore divertimento con gli amici. Ed è proprio questo fattore che rimane il punto da chiarire, anche dopo la conferenza odierna: chi ha familiarità con i giochi Bioware, ad esempio le gloriose saghe di Mass Effect e Dragon Age, è abituato ad associare a questi titoli delle esperienze incentrate sulla narrazione. Ossia si trattava di avventure, rigorosamente single-player, in cui si veniva accompagnati da un ristretto gruppo di compagni, che combattevano al nostro fianco costituendo il nostro party. Tutto questo si svolgeva in un contesto di mondo aperto (specialmente in Dragon Age) con una fortissima componente da gioco di ruolo: le nostre scelte (nei dialoghi e nelle missioni) e l’esito delle nostre battaglie determinavano il fato, non solo delle varie fazioni esistenti, ma anche dei nostri compagni.
Pertanto, Anthem sembra porsi in parziale rottura con la tradizione Bioware, poiché vuole mantenere la centralità della storia anche in un contesto multiplayer. Ulteriori spiegazioni, come detto, non sono state fornite, nemmeno quando sul palco sono saliti il general manager di Bioware, Casey Hudson, il produttore esecutivo Mark Darrah e la sceneggiatrice Cathleen Rootsaert. Quest’ultima, vale la pena ribadirlo, ha sostituto Drew Karpyshyn, già autore di Mass Effect 1 e 2, che ha lasciato la casa di produzione basata ad Edmonton lo scorso marzo, proprio nel bel mezzo dello sviluppo di Anthem (come riportato qui).
Il segmento più interessante della presentazione odierna è coinciso con la rivelazione dei primi scampoli di gameplay: in particolare, è stata mostrata una missione in cui i quattro protagonisti, membri del party (presumibilmente controllati o da quattro persone in coop, oppure da uno, due o tre giocatore più NPC), hanno ingaggiato dei nemici in combattimento, sia a distanza (ranged, o gunplay) che ravvicinato (melee). Qui si è notata una certa fisicità negli scontri che, abbinata ad una serie di effetti visivi genuinamente sorprendenti ed emozionanti, sembra promettere veramente bene. Un aspetto forse meno convincente è rappresentato dalla dinamicità: alcuni dei conflitti a fuoco sono sembrati (relativamente) lenti, se paragonati a quelli di altri giochi contemporanei. Tuttavia, non sarebbe affatto corretto, né accurato affrettarsi a conclusioni basate solamente sui pochissimi minuti mostrati oggi.
Gli ambienti posseggono un certo livello di distruttibilità la quale, però, non è permanente.
Ogni personaggio indossa una particolare armatura, detta Javelin, che gli permette di muoversi nell’aria, volando. Proprio questa corazza appare un elemento caratterizzante per Anthem: probabile evoluzione del jet pack di Mass Effect: Andromeda, il Javelin è stato mostrato fin dai primi disegni, rivelati un anno fa. Grazie a questo oggetto, ed alla conseguente possibilità di movimento tridimensionale, il gioco sembra possedere una certa verticalità che aumenta esponenzialmente la spettacolarità, sia nelle fasi di esplorazione che in quelle di combattimento. L’impatto visivo è, ad oggi, uno degli aspetti più impressionanti di Anthem: abbiamo già citato la presenza di effetti suggestivi, quali il vento, la tempesta e le esplosioni, tuttavia è il comparto artistico nella sua interezza ad essere meritevole di lode. Il mondo di gioco appare, senza mezzi termini, bellissimo.
Il gioco non si svolge sulla Terra, ma in un pianeta che appare un misto di natura incontaminata e paesaggi futuristici (in continuità con le ambientazioni della serie Mass Effect). Qui vi è Anthem, quella che dovrebbe essere l’ultima roccaforte umana. Si potrà vagare nel mondo sia usando il Javelin che a piedi; si potrà persino nuotare sott’acqua, ma non combattere sott’acqua. Il principale hub del gioco si chiama Fort Tarsis: qui ogni giocatore avrà accesso individualmente, in modo da avere la possibilità di seguire la storia con il proprio ritmo. Non è chiaro se il gioco avrà un vero e proprio boss finale (con conseguenti titoli di cosa), tuttavia vi sarà un’evoluzione critica degli eventi che si potrebbe assimilare ad un finale di gioco. Sfortunatamente, i dettagli sulla trama principale si fermano qui.
Esistono quattro tipi di Javelin, per altrettanti personaggi che compongono un party: Ranger, Colosso, Storm o Interceptor. Si potrà scegliere con quale armatura affrontare ogni singola missione, ma tale scelta non potrà essere modificata durante lo svolgimento della quest. Sembrerebbe dunque che, a ciascuno di questi quattro Javelin, corrispondano delle vere e proprie classi di personaggi. Ogni armatura sarà (presumibilmente) caratterizzata da uno specifico set di abilità ed armi: non è stato rivelato molto, ma pare che lo Storm abbia capacità assimilabili a quelle di un mago, il Colossus abbia facoltà di utilizzare armi pesanti, l’Interceptor sia una sorta di assassino o ladro (quindi un personaggio molto agile) ed il Ranger sia abile nello scontro ravvicinato. Al momento, non sono disponibili ulteriori chiarimenti sulla corrispondenza fra Javelin e classi.
Si potrà creare e personalizzare il proprio avatar e lui, o lei, avrà una voce (al contrario, per esempio, di Dragon Age: Origins).
Il gioco viene supportato dal Frostbite Engine, motore di proprietà DICE. Le immagini mostrate oggi appartengono quasi certamente alla versione PC: il produttore esecutivo Mark Darrah, intervistato da Game Informer, ha rivelato che il gioco girerà a 30fps (non bloccati, però) e, forse, a 4K. Durante la diretta, si è notato un certo calo di resa grafica, passando da filmato a gameplay: tuttavia, non si è trattato di una discrepanza particolarmente vistosa né fastidiosa e, come detto, è probabilmente troppo presto per dare guidizi definitivi.
Per quanto riguarda la spinosa questione delle micro-transazioni, che in tempi recenti ha reso Electronic Arts bersaglio di una critica quasi unanime in occasione dell’uscita di Star Wars Battlefront 2, è stato chiarito che il gioco possederà delle micro-transazioni, tuttavia saranno solamente “cosmetiche”. Perciò, si potranno acquistare solamente nuovi abbigliamenti per i personaggi o oggetti simili. Non ci saranno lootbox e, come specificato sul palco da Casey Hudson, si saprà sempre esattamente cosa si sta comprando.
Infine, citando ancora una volta le parole del produttore esecutivo Mark Darrah, Anthem è stato concepito come un gioco stand-alone: non facente parte di una saga, bensì un gioco–servizio il cui aggiornamento è pianificato per numerosi anni a venire. Inoltre, Darrah ha ribadito che qualunque paragone con titoli quali Destiny o Monster Hunter World sarebbe erroneo e fuorviante. Viene dunque naturale pensare che molte informazioni chiave siano state omesse dalla presentazione odierna: la natura precisa di Anthem risulta ancora nebulosa.
In conclusione: la rivelazione odierna di Anthem non ha donato certezze conclamate che si tratti di un capolavoro, ma nemmeno motivi particolari per dubitarlo. Non resta che attendere il 22 febbraio 2019 per scoprirlo: per fortuna, non manca molto.