Era soltanto l’E3 dell’anno appena trascorso quando venne mostrato per la prima volta al grande pubblico l’ultima creatura di Insomniac. A poco meno di tre mesi dall’uscita sugli scaffali, Marvel’s Spider-Man torna a mostrarsi attraverso delle fasi di gioco inedite, che ci permettono di avere un quadro generale dell’esperienza più dettagliato.
Dopo una breve sequenza filmata, l’arrampicamuri giunge alla prigione di massima sorveglianza The Raft, edificio in cui ad accoglierlo è il primo antagonista mai annunciato prima d’ora: Electro. Il design del personaggio segue la linea inedita scelta da Insomniac, niente calzamaglie o maschere a saette, bensì viso scoperto e look aggressivo. L’incontro con Electro spiana la strada ad una rissa con decine di nemici assetati di sangue. E’ il momento adatto per comprendere appieno le meccaniche di combattimento che gli sviluppatori hanno voluto introdurre. Sconfitti i nemici secondari, con un perfetto ritmo tra pugni, calci e battutine da manuale, l’alter ego di Peter Parker fa la conoscenza degli altri due super nemici presentati nella demo: Rhino e Scorpion. Una “mise” più tradizionale per questi ultimi, classica armatura grigia per Rhino, e calzamaglia verde con pungiglione in evidenza per Scorpion. Dopo un’altra tornata di nemici da battere, il nostro eroe si cimenterà in un appassionante inseguimento con Electro, prima fuori dalle mura del carcere, per poi continuare la rincorsa in verticale fino ai tetti. La fine dell’inseguimento vede Spider-Man alle strette contro i tre nemici più Mister Negativo (il primo nemico rivelato nel 2017), ma qualcuno dall’alto sembra pronto a dargli una mano…
La prima gran bella notizia è che Spider-Man è davvero Spider-Man. L’arrampicamuri sembra scritto davvero bene, spezza i ritmi tra un combattimento e l’altro ed è un gran logorroico, le risate sono assicurate. La demo estesa presentata in fiera, ed il gameplay inedito mostrato sullo showfloor hanno sì confermato le ottime aspettative, ma hanno anche tolto in parte quell’alone di sacralità creatosi in passato attorno al titolo. I modelli dei personaggi principali sono molto buoni, il viso dell’ Uomo Ragno è persino “mobile” grazie alle animazioni sugli occhi della maschera e degli zigomi, da questo punto di vista è possibile ammirare gli sforzi di una produzione artistica sopra la media. I combattimenti sono da subito convincenti, stringendo (forse troppo) l’occhio al freeflow di Batman Arkham, con delle aggiunte importanti: Spider-Man può usare le sue ragnatele e numerosi suoi gadget per mettere k.o i nemici. Ciò che ci sorprende rispetto al titolo Rocksteady è la maggior fluidità dei combattimenti e le più numerose possibilità che il giocatore dispone per mettere fine alle ostilità, gadget che possono essere utilizzati anche per le fasi stealth del gioco, laddòve il vostro approccio fosse più silenzioso.
Dove il gioco mostra per la prima volta il fianco, però, è nelle fasi di combattimento all’interno degli edifici. Da un punto di vista prettamente tecnico è possibile notare nell’immediato una disparità qualitativa tra le fasi all’esterno (con una straordinaria realizzazione del mare che fa da sfondo) e quelle all’interno della prigione. Perplessità che si dipanano nelle nostre menti e si confermano analizzando gli oggetti di scena con i quali interagire nei combattimenti e nei nemici secondari da abbattere. Un altro elemento problematico emerge dalle fasi di gameplay viste sullo showfloor, ovvero le missioni secondarie, fasi di gioco che tendono a ripetersi troppo spesso e che speriamo si riveleranno più varie rispetto a quanto mostrato. Da un punto di vista narrativo, Insomniac si pone come pioniera di una storia inedita all’interno dell’universo già esistente, cosa che apprezziamo particolarmente e che lascia spazio ad interpretazioni più che mai interessanti e che non sappiano di già visto. Nonostante ciò, il timore è che non venga creata una storia degna di questo personaggio, e che le aspettative vengano tradite.
In definitiva Marvel’s Spider-Man si appresta ad arrivare sugli scaffali tra le più rosee aspettative, con la concreta speranza che si tratti della migliore trasposizione videoludica dell’amichevole ragnetto di quartiere.