Apple ha, nella giornata di ieri, presentato una richiesta ufficiale a Valve. La suddetta riguarda la comunicazione dei dati di vendita dell’azienda di Bellevue.
La lettera, che potete trovare linkata qui, rientra nella documentazione relativa alla battaglia legale attualmente in corso tra Apple ed Epic Games, nata dalla controversia sulle tasse che uno sviluppatore deve pagare, per pubblicare il proprio titolo sull’Apple Store. L’azienda di Gabe Newell afferma però la propria estraneità alla vicenda.
La storia ebbe origine in agosto, quando Epic aggiunse un metodo di pagamento personalizzato su iOS che permetteva di aggirare la clausola che prevede che il 30% dei guadagni di un gioco entrino nelle tasche del colosso dell’informatica. A seguito di tale azione, Apple rimosse immediatamente Fortnite dallo Store, decisione che a sua volta portò Epic alla creazione di un cortometraggio che ironizzava sulla vicenda, oltre a una denuncia in piena regola.
In preparazione alla battaglia legale l’azienda di Tim Cook ha quindi cominciato a intrattenere uno scambio d’informazioni con Valve, affermando come la comprensione delle possibilità che il mercato di distribuzione digitale possa potenzialmente offrire a Epic sia essenziale, e Steam è senz’ombra di dubbio la piattaforma dominante nel settore. A quanto pare ci sono però alcune informazioni che Newell e soci non hanno intenzione di condividere, richieste alle quali non è stata fornita alcuna risposta.
La prima include numerosi dati di vendita, nello specifico:
La seconda è incentrata su informazioni slegate dalle vendite, documenti che mostrino rispettivamente:
Inizialmente pareva che Apple avesse richiesto informazioni su “tutti i più di 30 mila titoli di Steam degli ultimi dieci anni” ma riducendo in seguito a “436 giochi nel corso di sei anni” ma Valve afferma che la richiesta si è tramutata “da impossibile a leggermente meno impossibile”.
É inoltre in corso una disputa sul cosiddetto “Volume 5“, un documento sempre relativo alle vendite di giochi su Steam, che sarebbe stato fornito con l’omissione di numerose informazioni. La spinta per ottenere tale documentazione senza alcun tipo di censura deriva dal fatto che, se il problema risiede nella “sensibilità della competizione”, allora l’ordine di protezione del tribunale dovrebbe essere sufficiente a garantirne la sicurezza. Ed effettivamente la competizione di mercato É una preoccupazione: ” la scelta di mantenere la privacy su alcune informazioni è dovuta anche all’evitare il fardello degli obblighi di informativa e rendicontazione a cui sono soggette compagnie quali Samsung o Google. Informazioni e proiezioni di vendite e ricavi sono preziose, e proprio la non divulgazione le rende un vantaggio.”
Risulta facile comprendere tali ragioni, poiché durante la battaglia in tribunale, Epic Games verrebbe per forza di cose a conoscenza di questi dati.
Le aziende si incontreranno in tribunale questa estate, non rimangono quindi che da attendere ulteriori sviluppi.
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