Nelle ultime settimane ne abbiamo sentite di tutti i colori in casa PlayStation. Dal supporto alla creatività a cui non tutti hanno creduto alla volontà di finanziare solo i grandi blockbuster, dalla diatriba con gli sviluppatori indie che si dicono bistrattati da Sony a una dichiarazione che ricorda da vicino il “vincere è l’unica cosa che conta” di juventina memoria. Nelle scorse ore, infatti, il presidente Jim Ryan ha rilasciato un’intervista a una rivista cinese nel corso della quale, più o meno, ha detto che “solo i migliori giochi vengono ricordati, non quelli che sono solo ‘okay'”.
“I giocatori ricordano solo i migliori giochi, non quelli ‘okay’. Se un gioco è tra i migliori i giocatori potrebbero volere un sequel e potrebbero anche acquistare questo sequel, mentre nessuno si interessa di giochi che sono solo nella media. Noi vogliamo il meglio“. Tra gli esempi portati da Jim Ryan c’è il recente Ratchet & Clank: Rift Apart, un gioco che lui stesso sta giocando in questo periodo. Questo, come altri titoli che lui annovera tra i migliori, “può suscitare emozioni al giocatore, farlo sentire entusiasta, fargli aumentare l’adrenalina, farlo sentire felice o triste.”
Leggendo e rileggendo le parole della dichiarazione viene da chiedersi come questa possa spiegare il rifiuto di sostenere Days Gone 2, un gioco nella media ma del quale molti utenti desideravano un sequel. Ancor più forte sorge la domanda sui giochi indie che suscitano emozioni forti e stimolano riflessioni profonde pur senza vendere decine di milioni di copie: siamo sicuri che nessuno li ricordi? L’impressione, insomma, è che Jim Ryan l’abbia fatta fuori dal vaso in questa occasione. Il problema è che negli ultimi tempi PlayStation non riesce a definire una propria linea per il futuro e che quello che emerge tra un’intervista e l’altra sembra remare in una direzione molto più esclusiva rispetto all’inclusività promossa dalla diretta concorrenza di Xbox.