Dopo l’annuncio di alcune settimane fa, da oggi PUBG: Battlegrounds è ufficialmente diventato free-to-play su tutte le piattaforme. Il gioco, che ha dato il via al fenomeno della battle royale prima di essere prepotentemente spodestato da Fortnite, consentirà ai nuovi utenti di accedere a tutti i contenuti di gioco senza alcun costo richiesto. Tutti o quasi, dal momento che esiste anche una versione a pagamento chiamato Battlegrounds Plus, che al costo di circa tredici euro garantisce l’accesso a contenuti aggiuntivi, tra cui la modalità classificata, la possibilità di creare partite personalizzate, elementi cosmetici, potenziamento nell’acquisizione di punti esperienza e valuta di gioco. I possessori di una copia a pagamento di PUBG: Battlegrounds passeranno direttamente a un account Battlegrounds Plus.
Il motivo principale del pagamento richiesto per la modalità classificata risiede, secondo gli sviluppatori, nella volontà di contrastare i cheater. Il ban costringerebbe infatti eventuali furbetti a ripartire da zero e a pagare di nuovo il contributo per Battlegrounds Plus. “Nel caso delle partite classificate, il fair play è necessario perché si tratta di una competizione tra giocatori per conquistare Rank Points (RP). Se tutti potessero giocare in partite classificate senza restrizioni ci sarebbe la possibilità di veder crescere i cheater e di veder tornare gli utenti bannati con nuovi account.”
Da sottolineare che la gratuità di PUBG: Battlegrounds rende superfluo l’abbonamento a PlayStation Plys o Xbox Live Gold per prendere parte al gioco.